Borini lancia la Sampdoria Ma l’ex Milan sa rimediare
Pirlo difende il posto nei playoff: «Le sberle sono servite» Roberts e Fabregas adesso hanno il Venezia a un punto
Protagonisti In gol due ex compagni rossoneri ma sono state decisive le parate di Stankovic
Pari in tutto: paure, gioie, rabbia e rimpianti. La sfida fra Sampdoria e Como dice questo e molto altro ancora, perché a tre giornate dalla fine della stagione regolare il segnale è stato chiaro: il Como resta padrone del suo destino, ma il vantaggio sul Venezia è ora solo di un punto. Per il secondo posto finale, che varrebbe la A senza passare dai playoff, la strada non sarà in discesa. Il sesto successo di fila mancato ieri racconta che Cutrone e compagni dovranno ancora lottare, anche se il calendario li vede sempre favoriti. Ma anche Pirlo ha avuto le risposte che si attendeva: per 16’, il tempo che intercorre fra il gol di Borini e la risposta del suo ex compagno (al Milan) Cutrone, la Samp aveva scalato due posizioni. Il gioco s’è fatto duro, la squadra c’è: Con un però: perché mercoledì a Lecco mancheranno Depaoli, Borini ed Esposito, tutti diffidati e ammoniti.
A due facce Se Pirlo anche stavolta non ha battuto il rivale Fabregas (da giocatore mai ci era riuscito), la sfida di Marassi è stata comunque un gran divertimento. Da subito: perché il Como (con Baselli per Bellemo, unica novità rispetto alla squadra di Piacenza) ha provato ad imporre la sua legge, giocando (anzi, dominando) nella prima mezz’ora. La Samp, troppo timida in partenza (che ritrovava Piccini ed Esposito titolari), s’è salvata solo grazie a quattro interventi decisivi di Stankovic - su Cutrone, Braunoder, Gabrielloni e Strefezza - ed è riuscita a rialzare la testa solo prima dell’intervallo grazie a Depaoli (salvataggio di Semper e pallone sul palo, ma era fuorigioco) e poi con Borini e Ghilardi. Il segnale che Pirlo aspettava: «Le tante sberle prese ci hanno fatto crescere», dirà poi il tecnico a fine gara. Perché una tale pressione del Como non ha trovato seguito dopo l’intervallo., quando la Samp è tornata in partita e la gara s’è messa sui binari di un sostanziale equilibrio.
Reazione (a metà) Quelli che erano stati i motivi dominanti dell’assedio ospite (65% di possesso palla alla mezz’ora), con i reparti cortissimi, tanta densità in mezzo al campo e raddoppi continui, oltre a Strefezza e Da Cunha indiavolati sulle fasce, sono venuti meno e la Samp è cresciuta, anche sul piano mentale. Questo Como faceva ancora paura, ma non sembrava più insuperabile. Certo, Stanbkovic era ancora chiamato a reagire su Sala (diagonale) e Cutrone (colpo di testa), finché la palla infilata da Yepes per Esposito diventava un assist d’oro per Borini, sul quale Goldaniga arrivava con un attimo di ritardo. Gol Samp, proprio nel momento in cui Pirlo stava per sostituire l’attaccante con Pedrola. E qui va riconosciuto il carattere da grande squadra del Como, che ha messo Nsame nel motore ed è ripartito all’assalto. In verità la squadra di Pirlo era sembrata inizialmente in controllo, ma al 37’ una combinazione Braunoder-Nsame-Verdi fruttava a Cutrone in mischia la palla del pari (14 gol). Ed era di nuovo promozione diretta in A. Un boccone indigesto per i blucerchiati, sempre aggrappati all’ultimo vagone del treno playoff, da cui danno l’impressione di non voler più scendere. Ieri la gente doriana ha ricordato i 10 anni dalla morte di Boskov: a Vujke, come lo chiamavano qui, la Samp sarebbe piaciuta.