Nuovo status in Champions Prima fascia e più incassi
HA DETTO
Dopo Istanbul il gruppo è cresciuto, acquisendo esperienza, determinazi one e coraggio
Con Inzaghi vogliamo continuare a vivere questo ciclo, non siamo nemmeno a metà del percorso
Beppe Marotta
Nel gotha europeo malgrado la beffa di Madrid. L’Inter campione d’Italia è già certa della prima fascia nella prossima Champions, a conferma della nuova dimensione anche internazionale. Malgrado nell’ultima edizione si sia fermata agli ottavi dopo la lotteria dei rigori con l’Atletico, lo status di corazzata anche fuori dai confini nazionali, già certificato dagli allenatori che speravano di evitarla nell’urna e dai numeri che non hanno eguali nei 5 campionati top del continente, è stato santificato anche dal ranking Uefa che vede i nerazzurri al sesto posto. Un risultato frutto delle due finali nell’ultimo triennio che, per gradi come si conviene a ogni crescita sostenibile, hanno dato una nuova dimensione anche a livello di mentalità. Se i fatturati dei top club europei rimangono inarrivabili anche per un ritardo strutturale del nostro movimento, resta il fatto che ad ora la squadra è l’unica della Serie A ad avere dimostrato di poter competere a livello di intensità, di fisicità e di modernità di gioco. È con questa consapevolezza che l’Inter si lancerà nella prossima Champions. Lo scudetto porterà circa 10 milioni in più rispetto alle altre italiane qualificate, ma nessun vantaggio pratico. Con il nuovo formato infatti le squadre saranno suddivise in quattro fasce da cui, a prescindere dalla propria, pescheranno due club per livello per giocare un totale di otto partite, equamente divise tra casa e trasferta. La classifica sarà unica e mai come stavolta sarà importante fare risultato anche per incassare di più.
Nuova dimensione Dopo una stagione in cui il focus è stato soprattutto lo scudetto (con più turnover il mercoledì rispetto alla domenica), la prossima sarà insomma meno Inter e più Internazionale. Anche perché a giugno 2025 scatterà (negli Usa) il nuovo Mondiale per club, che durerà un mese e che porterà altri 50 milioni per la sola partecipazione. Quindi sarà fondamentale una rosa più ampia e di qualità, con Inzaghi che dovrà allargare le rotazioni per non rischiare di arrivare a marzo con alcuni elementi spremuti. La società si sta già attrezzando, con le idee e l’organizzazione il gap è stato colmato malgrado un altro mercato che non potrà chiudere in passivo. La sfida è lanciata, ma quando nei giorni scorsi Marotta ha spiegato che il ciclo di Inzaghi è soltanto a metà era perché lui per primo ha deciso di accettare la scommessa anche in Europa.