Mbappé tocca a te
Con Dembélé e Barcola guida il Psg verso il sogno
Star incontrastata Dopo gli addii di Neymar e Messi il francese è rimasto l’ultima grande stella
Champions prima di lasciare e Pallone d’oro: tutto ruota intorno a Kylian che anche a Dortmund guida l’attacco di Luis Enrique
L’arma in più La velocità e il dribbling di Dembélé decisivi nella pericolosità del tridente
C’era una volta la MNM: Messi, Neymar e Mbappé insieme. Sulla carta, un attacco stellare. Nella pratica, il grande flop. Con loro in campo, infatti, il Paris SaintGermain non è mai andato oltre gli ottavi di Champions League per due anni di fila. Quest’anno è cambiato tutto. L’emiro del Qatar si è stancato delle stelle capricciose che non danno alcuna garanzia di risultato. E così a Parigi hanno scaricato Messi e Neymar. È rimasta la M di Mbappé, che però se ne andrà a fine stagione al Real Madrid. Nel frattempo, gli hanno affiancato la D di un rinato Dembélé e la B di un inatteso Barcola. Ed è nata la MDB molto più efficace della MNM, pronta a sfidare il Borussia Dortmund in semifinale.
Il nuovo Messi Insomma, la svolta estiva è stata quella giusta, nonostante l’addio non programmato di Mbappé che però vuole la prima Champions, sua e del club. Un regalo di addio come massimo atto di candidatura per il Pallone d’oro, da successore di Messi. Un obiettivo prioritario per il numero 7 che ha già segnato 43 reti. Mai così tanti in una stagione. Indice della motivazione che lo anima nonostante i rapporti tesi con la dirigenza, che gli chiede di rinunciare a 150 milioni di euro tra bonus e premi, e anche con Luis Enrique che gli ha cambiato posizione e negato il posto fisso. Anche se in Champions, Lucho non ha mai rinunciato al bomber, capocannoniere con otto gol. Due in più di Haaland, tagliato fuori dalla Champions e dall’Europeo. Gli stessi di Harry Kane, altro semifinalista e pretendente al Pallone d’oro. Comunque il doppio di Bellingham del Real Madrid, che al connazionale contende con Vinicius (5 entrambi) un posto a Wembley e in prima fila alla cerimonia di France Football.
Il nuovo Neymar Ma la produttività di Mbappé è pure indotta dall’intesa con Dembélé, come forse non c’era mai stata con Neymar. E non era facile scommettere sul francese che a Barcellona, dove era arrivato proprio per sostituire Ney, era abbonato all’infermeria. Proprio come Neymar al Psg. Invece, l’esterno si è subito ambientato con la maglia numero 10 che apparteneva al brasiliano, rivelandosi fondamentale per Luis Enrique che gli dà massima libertà e ne sfrutta i dribbling: 207 in 38 gare. Mai così tanti dal picco di 333 dribbling in 49 al Borussia Dortmund che lasciò dopo una sola stagione, boicottando gli allenamenti pur di essere ceduto al Barcellona. Uno strappo mai ricucito con i tifosi tedeschi che stasera promettono un’accoglienza all’altezza dell’astio rimasto. Poco importa, Dembélé ha già superato l’esame blaugrana ai quarti, mettendo in croce gli ex compagni e fregandosene dei fischi dagli spalti.
Il nuovo Mbappé Nella rimonta di Barcellona (dal ko 2-3 dell’andata alla vittoria 4-1 in casa del Barça) si è fatto un nome anche Barcola, 21 anni e un talento strafottente. È un’altra scommessa vinta dal Psg che l’ha strappato per 50 milioni, tanti quanti Dembélé, al Lione, dove si era imposto contro ogni attesa dopo aver sfiorato un prestito invernale al San Gallo, in Svizzera. Insomma, bisognava crederci. E ci ha creduto Luis Enrique che pur di fargli spazio ha sloggiato Mbappé dalla fascia sinistra. E così è nata la MDB, a prima vista meno scintillante della MNM, ma notevolmente più proficua. Durerà ancora un mese. Magari fino al primo giugno, se tutto andasse al meglio. Poi bisognerà sostituire la M. Ma l’emiro ha pronti 400 milioni per comporre un nuovo acronimo.