«Il giorno più bello della mia vita Ma Steven doveva essere con noi»
La curva lo chiama a saltare e lui... salta «Continuiamo a vincere tanto insieme»
Lo scenario Il caos societario influisce sul tecnico e sul rinnovo del contratto (già pronto fino al 2027) Il presidente mi ha supportato e sopportato. Spero risolva i problemi Lo scudetto da tecnico è diverso. Ho giocatori meravigliosi
Simone Inzaghi ALLENATORE INTER
Ormai è quasi una consuetudine: la curva lo chiama a saltare. E lui risponde. Saltando. Ovazione. È la sua festa, è il suo trionfo. Semplicemente, «è il giorno più bello della mia carriera», dice Simone Inzaghi. Come contraddirlo. Durante la festa sale sul palco e fa: «Vi avrei voluto tutti qui con me in campo, siete stati fondamentali». Ha ragione. Perché la simbiosi vissuta tra il tecnico, l’Inter e la gente lungo questa stagione è stata straordinaria nel senso più letterale del termine, vale a dire oltre l’ordinario. E allora sì, «i tifosi meritano quanto noi questo scudetto. Io e loro abbiamo impiegato un po’ di tempo per conoscerci. Poi abbiamo vinto tanto insieme, dobbiamo continuare a farlo».
Con Steven Lo merita Inzaghi, però, entrato di diritto nella storia nerazzurra. Pazienza se il record societario di 97 punti resterà inattaccabile, in fondo non era il risultato che ieri Simone chiedeva alla sua squadra. Per una volta, era giusto godersi la festa, il risultato del lavoro lungo un anno. «Avevo vinto uno scudetto da giocatore, dopo ventiquattro anni rivincerlo da allenatore è una soddisfazione enorme — ancora Simone —. Il titolo da tecnico è una sensazione diversa. È sicuramente il coronamento di un lavoro partito da lontano ed è giusto condividerlo con tutti: dallo staff, alla società, i tifosi... E questo gruppo di giocatori meravigliosi».
Il rapporto Non valeva la pena, proprio ieri, farsi travolgere anche da un momento societario complicato. Del rapporto diretto tra il tecnico e il presidente Steven Zhang s’è scritto a lungo, i loro contatti sono stati sempre frequenti, quasi quotidiani. Inzaghi ne ha parlato in questi termini: «Posso soltanto dire che Zhang lungo questi tre anni non ha mai fatto mancare nulla, ci è sempre stato vicino. All’Inter ho trovato un’organizzazione perfetta, con me è stato un ottimo presidente, mi ha supportato e sopportato. Sono al corrente delle problematiche che ci sono, spero che possa risolverle e gli mando un abbrac
cio, meritava di essere qua con noi a festeggiare».
Il futuro È certo che in qualche modo il caos societario influisce anche direttamente sul tecnico e sul suo rinnovo di contratto. Non è in discussione il finale, certo probabilmente la tempistica sarà differente rispetto all’immaginato. «Adesso c’è ancora una settimana di lavoro — ha raccontato ancora il tecnico —, una partita prima di finire il campionato. Poi con la società ci siederemo e parleremo come abbiamo sempre fatto». Il colloquio verterà sui programmi, ancor più che sul contratto già pronto fino al 2027. Sarà garantita la continuità anche in caso di passaggio di mano del club a Oaktree? I programmi resteranno gli stessi? Pubblicamente tutti giurano di sì. Ma è chiaro che il tecnico vorrà parlarne con i dirigenti.
Il vertice Nel vertice in agenda dopo la fine del campionato chiederà la conferma in blocco del gruppo portante e l’aggiunta di altre pedine il più vicine possibile ai titolari. L’obiettivo della prossima stagione è riprovare l’assalto in Europa, a quella Champions League sfuggita un anno fa più o meno di questi tempi. Nel caso, sai quante volte ancora la curva gli chiederebbe di saltare?