La Gazzetta dello Sport

«EUROPEO E STOP MA PRIMA VOGLIO LA 6ª CHAMPIONS»

Il tedesco del Real dice: «Non voglio che la gente pensi: “Perché gioca ancora?”. Voglio finire al top. E con un successo»

- di Filippo Maria Ricci CORRISPOND­ENTE DA MADRID

Il madridismo è in lacrime. Sabato sera Real Madrid-Betis sarà l’ultima partita di Toni Kroos al Bernabeu. Il tedesco, spirito libero 34enne, ieri ha comunicato che dopo l’Europeo lascerà il calcio. Alla Casa Blanca sapevano che questo pensiero galleggiav­a nella testa del “Cirujano”, o chirurgo come lo chiamano qui. Però speravano che Kroos prendesse un’altra strada, che rinnovasse il suo contratto in scadenza per continuare a usare il suo bisturi calcistico nella clinica madridista. No. Via il camice, è tempo di nuove sfide.

La sesta Champions Prima però Kroos vuole chiudere in bellezza: sabato 1° giugno cercherà di conquistar­e la sua sesta Champions nello stesso stadio, Wembley, dove nel 2013 si prese la prima quando era ancora al Bayern. Solo Paco Gento ha 6 Champions per ora, Kroos può arrivarci con i compagni Modric, Carvajal e Nacho. Poi c’è l’Europeo, con la Germania che cerca di rialzarsi dai tonfi in serie degli ultimi tempi. Kroos aveva lasciato la Mannschaft nel luglio del 2021 e questa primavera ha detto a Julian Nagelsmann che era pronto a tornare proprio per questa Last Dance casalinga a 10 anni di distanza dalla conquista del Mondiale in Brasile.

Il messaggio «Sono mesi che penso cosa fare – ha detto Kroos ai tifosi del Madrid parlando in castiglian­o attraverso il suo podcast Einfach mal Luppen –. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro ma è ciò che voglio, è la decisione giusta. Ho sempre voluto chiudere al meglio la mia storia con questo club perché se lo merita: questa è stata una delle mie migliori stagioni ed è un buon momento per andar via. Non è facile, tutti dicono che posso giocare ancora bene per alcuni anni e magari è così, ma non voglio arrivare a un punto nel quale la gente pensa “perché gioca ancora”, “non ha più il livello”, o sto in panchina, o non mi diverto. No, non voglio arrivare a questo punto. Voglio finire al top, e il momento è questo. Ma prima voglio la quindicesi­ma Champions!».

Le parole di Carlo Ecco, niente pensione dorata negli Stati Uniti o in Arabia Saudita: dal suo podcast mesi fa Kroos aveva criticato la scelta del giovane spagnolo Gabri Veiga di andare a giocare nella Saudi Pro League, e questo è Toni: «Io non parlo tanto, preferisco ascoltare, e anche lui è così – ha detto Ancelotti di Kroos qualche giorno fa –. Però quando deve dire qualcosa lo fa con grande chiarezza. È uno che ha pochi dubbi, uno con le idee chiare, una persona molto onesta. È un tipo che a me personalme­nte piace parecchio». E che gli mancherà. Ieri l’annuncio di Toni ha scatenato una fitta pioggia di messaggi di “cordoglio” calcistico di compagni, ex compagni, mogli di compagni. Ancelotti e il Madrid dovranno pensare a come sostituirl­o. Sarà durissima: con Modric e Casemiro il tedesco ha dato vita a un centrocamp­o leggendari­o vincendo 4 Champions, 3 di fila. Leader preciso, intelligen­te, illuminant­e. Il ragazzo nato in Germania Est diventato il più giovane debuttante del Bayern nel 2014 decise di lasciare la Baviera, dove era approdato 16enne, dopo 8 anni di trionfi interrotti da 18 mesi di prestito al Bayer Leverkusen di Jupp Heynckes, col quale a Monaco vinse il triplete nel 2013. Aveva il contratto in scadenza nel 2025, chiese gli stessi soldi di Mario Götze, gli dissero di no, saltò il passaggio allo United e Florentino Perez se lo prese per 25 milioni di euro. Un affarone, l’inizio di una storia decennale d’amore e di trionfi.

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Al suo arrivo a Madrid il 17 luglio del 2014 il presidente Florentino Perez fa gli onori di casa a Toni Kroos, allora 24 anni, dal Monaco
Al Meazza Kroos bacia la Champions il 28 maggio 2016 dopo il trionfo ai rigori sull’Atletico
GETTY Il saluto di Perez Al suo arrivo a Madrid il 17 luglio del 2014 il presidente Florentino Perez fa gli onori di casa a Toni Kroos, allora 24 anni, dal Monaco Al Meazza Kroos bacia la Champions il 28 maggio 2016 dopo il trionfo ai rigori sull’Atletico
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