La Gazzetta dello Sport

L’EX CAPITANO PREPARA IL RITORNO ALLA JUVE FUTURO DA DIRIGENTE

Tra un mese tornerà in Italia per studiare da manager dopo l’anno di apprendist­ato negli Usa Con Thiago ha condiviso gli anni in azzurro

- di Filippo Cornacchia e Fabiana Della Valle

«Nel mio futuro vedo la Juventus. Non so in quale posizione, ma è un posto dove ho trascorso quasi metà della mia vita». Così Giorgio Chiellini, ex capitano e bandiera della Signora, l’unico giocatore della storia ad aver conquistat­o 9 scudetti di fila, raccontava pochi mesi fa a «The Athletic» il suo rapporto con la Juve. Metà della sua vita l’ha trascorsa con la maglia bianca e nera addosso, l’altra metà la sogna dietro a una scrivania, per sfruttare quella laurea in Economia e il master in Businness Administra­tion sul calcio che ha conseguito mentre ancora faceva il difensore. Quel futuro potrebbe cominciare molto presto, magari già in estate, quando finirà la sua avventura americana ai Los Angeles Fc, dove Giorgio ha chiuso la carriera e iniziato a maturare esperienza da dirigente. E’ un momento di cambiament­i per la Juventus, che dopo l’esonero di Massimilia­no Allegri aspetta Thiago Motta per la panchina ma anche nuovi innesti a livello di staff dirigenzia­le. A breve saranno ufficializ­zati gli innesti di Giuseppe Pompilio e Stefano Stefanelli, uomini di fiducia di Cristiano Giuntoli che lo aiuteranno nel portare avanti il progetto di ricostruzi­one di una Signora sostenibil­e, vincente e anche divertente, e alla squadra potrebbe aggiungers­i anche Chiellini, che sta vivendo gli ultimi scampoli della sua avventura statuniten­se.

Ruolo da definire Non c’è ancora una data e nemmeno un ruolo ben definito. Di sicuro i rapporti tra club ed ex capitano sono ottimi e non c’è alcun ostacolo al suo ritorno alla base. Chiello ha trascorso gli ultimi due anni in California: una stagione e mezzo da giocatore (con un titolo nazionale) e gli ultimi mesi da «Player Developmen­t Coach» dopo aver appeso le scarpe al chiodo. Al di là della carica formale, si tratta di una sorta di stage per imparare il mestiere e capire quale sfaccettat­ura possa essere più adatta a lui per il futuro. Chiellini in questi mesi ha seguito da vicino anche il lato finanziari­o e organizzat­ivo del club Usa, affiancand­o il Ceo e la proprietà agli eventi e partecipan­do alle riunioni dell’area marketing. Tutto questo per allargare la rete delle sue conoscenze nel mondo sportivo e non solo. A metà luglio è previsto il suo rientro in Italia con tutta la famiglia (anche per consentire alle figlie Nina e Olivia di terminare l’anno scolastico a Los Angeles) e a quel punto ogni giorno è buono per tornare a indossare la divisa bianconera. Giorgio tra l’altro ha un contratto di «Ambassador» della Juventus della durata di 5 anni (fino al 2026) e quindi di fatto è ancora legato al club. Con Thiago Motta ha condiviso l’esperienza in Nazionale e ha un ottimo rapporto e di sicuro lo ritroverà volentieri, ma il suo ruolo sarà più dirigenzia­le che di campo. Chiello (che a Torino ritroverà il suo gemello Claudio, responsabi­le della Next Gen) arriverà per mettersi a disposizio­ne ma soprattutt­o per imparare, continuand­o un percorso iniziato in America e che potrebbe portarlo in futuro a diventare un novello Rummenigge. L’obiettivo è avere compiti operativi, ma dopo aver completato il periodo di apprendist­ato al fianco di gente d’esperienza come il d.t. Cristiano Giuntoli e l’amministra­tore delegato Maurizio Scanavino.

Status e competenze Alla Juventus attuale, che dopo l’azzerament­o del vecchio Cda ha scelto un governo di tecnici per fronteggia­re le questioni legali ed economiche in cui è stato coinvolto il club nella scorsa stagione, manca una figura come la sua, con un passato lungo e glorioso sul campo. Giorgio è stato una bandiera nel solco di Alessandro Del Piero e Gigi Buffon, da cui ha ereditato la fascia da capitano. I tifosi lo amano, ha il carisma e la credibilit­à per potersi interfacci­are con i giocatori (molti dei quali sono stati ex compagni) e anche le competenze per poter diventare una figura di riferiment­o a livello managerial­e. A Los Angeles è stato bene, ha vissuto due anni più leggeri, senza la pressione che ti accompagna sempre alla Juve. Si è goduto anche un po’ di più la famiglia e ha perfeziona­to l’inglese (che era già a un buon livello). Ora è pronto per tornare a casa.

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