La Gazzetta dello Sport

Fango, allegria e vecchi ricordi «Un sogno, ancora non ci crediamo»

Una folla enorme ha aspettato la squadra all’aeroporto e Zingonia Fra i più acclamati Gasp e De Roon

- Di Francesco Pietrella INVIATO A BERGAMO

Ibergamasc­hi non hanno paura di infangarsi le scarpe. Di buttare via un paio di Adidas per scattare una foto, aggrappand­osi a un frammento di felicità che resterà incastonat­o a vita dentro di loro. All’aeroporto di Orio al Serio, intorno all’ora di pranzo, migliaia di persone di tutte le età hanno accolto la squadra al rientro da Dublino. Gran parte di loro ha camminato su un terreno fangoso per stare più vicino alla recinzione. A un certo punto, due signore hanno intravisto la terra sotto le suole e scherzato tra loro, in dialetto: «Per l’Atalanta ne vale la pena».

All’aeroporto Il fango, in fondo, è una metafora perfetta per spiegare la storia della Dea, una squadra che una decina di anni fa lottava per non retroceder­e e ora invoca a gran voce lo scudetto, da campione d’Europa League. Dozzine di calzature sportive gettate al vento per poter indossare, ora, mocassini di gran classe. Gasperini invece, acclamato dal popolo come gli imperatori sotto l'Arco di Costantino, ha sorriso con la coppa tra le mani, seguito da Lookman, Ruggeri e tutti gli altri. Dopo aver sollevato il trofeo, il pullman della Dea è uscito a passo d’uomo dal varco nord, accerchiat­o da un migliaio di tifosi.

Delirio a Zingonia Bergamo si è svegliata serena: ciò che è successo mercoledì non è stato un sogno. L’ospedale Papa Giovanni XXIII, ad esempio, ha vestito i bambini nati in giornata con una maglia della Dea. Lo fa da sempre, ma stavolta conta un po’ di più. Come l’affetto giornalier­o. Più di tremila tifosi hanno accolto la squadra all’aeroporto e poi a Zingonia, nel centro sportivo, dove il pullman si è fermato di fronte all’ingresso per far scendere i giocatori a piedi. Il più acclamato è stato Lookman, autore della tripletta contro il Bayer Leverkusen, ma l’abbraccio più grande, il buffetto più sincero, la pacca sulla spalla più forte, se l’è presa Marten de Roon. Il primo a scendere con la medaglia al collo. A un certo punto un ragazzo gli ha dato un bacio sulla guancia. In molti gli hanno detto «grazie», anche se lui non ha giocato la finale per infortunio. Non importa: «Olandese sei nato, bergamasco sei diventato». Questo lo striscione apparso mercoledì in Piazza Vittorio Veneto, tenuto in piedi da due adolescent­i. Zingonia, comunque, ha conservato la sua identità: i giocatori sono stati accolti dai ragazzi delle giovanili. I baby atalantini hanno accerchiat­o Scamacca, abbracciat­o Ruggeri – cresciuto qui -, stretto la mano a Gasp e allo staff e rifilato dozzine di schiaffett­i al povero Lookman, travolto dalla marea d’amore nerazzurro.

Riconoscim­enti I nuvoloni scuri a un certo punto hanno virato altrove, lasciando libero il centro sportivo. La grande protagonis­ta è stata la coppa, lasciata in bella vista sul pullman al momento dell’ingresso: centinaia di tifosi hanno approfitta­to della manovra dell’autista per farsi una foto col trofeo. «Io ancora non ci credo», ha mormorato più di qualcuno. Uno degli ultimi a lasciare Zingonia è stato Gasperini, circondato dall’amore dei tifosi: «A Bergamo a vita», «sei il nostro Ferguson», «non ci lasciare mai». E lui: «L’emozione del presidente Percassi a fine partita mi resterà dentro per sempre». Nessuna parola sul futuro. La società ha fatto sapere che la prossima settimana organizzer­à un evento per i tifosi, probabilme­nte un pullman scoperto per le vie della città, mentre il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha reso noto che l’Atalanta riceverà il premio Rosa Camuna. Un riconoscim­ento per le eccellenze regionali. Un paio di scarpe nuove per camminare nel pantheon. L’Atalanta lo fa da più generazion­i. Anche se i tifosi più anziani, quelli con le maglie di Rustico e Guarente, si sono rifugiati nell’orgoglio asciugando­si di nascosto le lacrime: «Colpa della pioggia», sussurrava­no alle mogli o ai figli sulle loro spalle. Bugiardi: è la vita.

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La squadra in aereo, i neonati con la maglia dell’Atalanta, nel nido dell’ospedale di Bergamo, l’arrivo del pullman a Zingonia, i tifosi in delirio
Le istantanee del successo La squadra in aereo, i neonati con la maglia dell’Atalanta, nel nido dell’ospedale di Bergamo, l’arrivo del pullman a Zingonia, i tifosi in delirio

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