La Gazzetta dello Sport

SEI EURO-FINALI IN 3 ANNI ITALIA CHE RINASCIMEN­TO

- Di Sebastiano Vernazza MILANO

Sei finali europee in tre stagioni: 2021-22; 2022-23; 2023-24. Sul calcio italiano spira il vento del Rinascimen­to. Due delle sei finali sono state vinte, Conference 2022 (Roma) ed Europa League 2024 (Atalanta). Tre sono state perse, tutte nel 2023: Inter in Champions; Roma in Europa League; Fiorentina in Conference. Una deve essere giocata e, in caso di successo della Fiorentina sull’Olympiacos ad Atene per la Conference 2024, trionfi e sconfitte si pareggeran­no, tre a tre. Manca il bersaglio grosso, la Champions League, ma sono state poste le basi per colmare la lacuna.

Roma 2022 Nel 2022, a Tirana, in Albania, la Roma di José Mourinho ha vinto la prima edizione della Conference League, in finale contro il Feyenoord, 1-0 con gol di Zaniolo. È stato un successo importante perché ha spezzato una striscia negativa lunga 12 anni, l’Italia non alzava al cielo una coppa europea dalla Champions dell’Inter, nel 2010. Da Mourinho a Mourinho, perché l’Inter del Triplete era una creatura dello stesso Mou. La Serie A veniva da tre finali andate male, le due di Champions della Juve di Allegri, contro Barcellona e Real Madrid, nel 2015 e 2017, e quella di Europa League dell’Inter di Conte, contro il Siviglia nel 2020. Mourinho, con il suo calcio anticiclic­o, nel senso di un football che non segue le tendenze contempora­nee, ha però trasmesso alla Roma la mentalità, la “forma mentis” con cui bisogna stare in Europa per non soccombere: senza paura, con forte autostima.

Il tris mancato Nel 2023, il tris delle finali perdute. L’Inter battuta dal Manchester City in Champions; la Roma di Mourinho, ancora lui, sconfitta dal Siviglia in Europa League; la Fiorentina beffata dal West Ham al 90’ in Conference League. Un “cappotto”, ma con germogli di positività. L’Inter si è presentata a Istanbul con lo stigma della vittima sacrifical­e al cospetto del Manchester City. Quanti gol prenderann­o?, era la domanda più gettonata della vigilia. Appena uno, nella realtà, la rete decisiva di Rodri, nel quadro di una partita in cui l’Inter ha goduto di diverse occasioni nitide, inclusa una traversa di Dimarco. Guardiola si è preso la Champions, ma Simone Inzaghi ha completato il master da allenatore di alto livello. Sono stati pochi i tecnici capaci di destruttur­are il calcio del Manchester City, di spezzarne le catene di trasmissio­ne e di intralciar­ne gli scambi posizional­i: Inzaghi è uno di loro.

Premier più vicina A Istanbul si è avuta la certezza di come l’Italia fosse tornata: il Manchester City vincitore della Premier

League, il campionato più ricco e impegnativ­o, in sofferenza contro l’Inter terza classifica­ta della Serie A 2022-23. Un avviciname­nto notevole. Quasi un abbordaggi­o, se aggiungiam­o al conto la fatica con cui il West Ham, nella finale di Conference 2023, si è imposto per 2-1 sulla Fiorentina. Dall’anno scorso, Premier e Serie A non sono più due mondi a parte, prova ne sia che quest’anno nessuna squadra inglese ha raggiunto una finale europea. Quanto a finaliste, nel 2024 la Serie A ha battuto la Premier per 2-0 (Atalanta e Fiorentina); si è imposta sulla Liga per 2-1, finalista con il solo Real in Champions; ha pareggiato per 2-2 con la Bundesliga (Borussia in Champions e Bayer Leverkusen in Europa League).

Il come Al di là dei numeri, conta il modo, il “come”, e la prestazion­e dell’Atalanta l’altra sera a Dublino è un duro colpo allo stereotipo sul calcio italiano difensivis­ta e speculativ­o, un cliché sempre diffuso in ampie parti d’Europa e del mondo. L’Atalanta ha aggredito il Bayer Leverkusen dall’inizio alla fine, salvo fisiologic­i periodi di rifiatamen­to; l’ha soffocato nella sua metà campo con pressioni alte, continue e asfissiant­i. Vincenzo Italiano ha più o meno la stessa idea di calcio, non crediamo che la Fiorentina, mercoledì 29 ad Atene, aspetterà l’Olympiacos, anzi. La Serie A vive un cambiament­o culturale, la propositiv­ità è ridiventat­a un valore. Manca soltanto la Champions, che l’Italia non vince da 14 anni. Nella prossima stagione, con 5 o 6 squadre in corsa, le probabilit­à dovrebbero aumentare. La nuova formula non prevede però l’eventuale declassame­nto in Europa League: chi uscirà dalla prima fase della Champions resterà fuori da tutto.

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