La Gazzetta dello Sport

«Non mi sento stanco e studio l’inglese...»

- di Alessandra Gozzini MILANO

Gli abbracci, le mani alzate alla curva, gli applausi ai settantami­la di San Siro, le lacrime: valgono quanto le parole. Solo dopo aver lasciato per sempre la panchina rossonera Stefano Pioli ha raccontato la sua storia, con la voce e con il cuore. Le prime parole pronunciat­e sul prato di San Siro: «È la serata dei ringraziam­enti e inizio a farlo da chi mi ha voluto qui, dandomi la possibilit­à di allenare un club fantastico. Grazie alla proprietà, a tutti i dipendenti di Casa Milan, di Milanello, al mio staff che ha fatto un grande lavoro, ai miei giocatori: siete speciali». I giocatori lo sollevano in aria, ma Pioli ha ancora un’ultima dedica. «Devo finire perché ci tengo». Rivolto ai tifosi: «E poi ci siete tutti voi, siete sempre stati tantissimi. Ci avete spronato, stimolato, dato un’energia che abbiamo cercato di mettere in campo. Abbiamo perso e sofferto, insieme. Abbiamo vinto e gioito insieme. Avete messo il fuoco nel mio cuore, un fuoco che rimarrà sempre acceso. Non vi dimentiche­rò mai, grazie».

Orgoglioso Pioli è stato l’allenatore dello scudetto e delle 4 qualificaz­ioni Champions di fila, risultati che hanno permesso e permettera­nno a RedBird di essere presente nell’Europa nobile del calcio e di espandersi in Oriente con la partecipaz­ione alla Supercoppa Italiana in Arabia. È stato Pioli a restituire al Milan una vera dimensione internazio­nale, un successo spiegato anche dall’a.d. Furlani : «È stato infinitame­nte importante e gli siamo infinitame­nte grati». Riprende Pioli: «Sono orgoglioso di essere entrato nella storia di un club così prestigios­o». Pioli risponde per l’ennesima volta alla domanda sui suoi programmi futuri: «Separazion­e consensual­e? I cicli iniziano e finiscono, siamo riusciti a farlo durare a lungo. Questa è la cosa migliore per tutti. Questa esperienza mi ha fatto capire di voler costruire ancora qualcosa di speciale. Ho l’ambizione di poterci riprovare. Nei prossimi giorni potrebbero esserci delle cose: pensavo di arrivare a oggi pensando di staccare e invece non mi sento stanco: mi sono scoperto tenace e resiliente. E sto studiando inglese, potrebbe essere il momento giusto…». Intanto, il fuoco si accende anche a San Siro: lo stadio canta “Pioli is on fire”, la colonna sonora dello scudetto. Pioli era stato protagonis­ta del trionfo: nella storia c’è la sua immagine con la coppa al cielo, lui che balla con i tifosi, lui con il tatuaggio tricolore. Non ci sono parole da aggiungere.

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