GAKPO E CALHANOGLU ARTE E CUORE IN CATTEDRA PER OLANDA-TURCHIA
Due nazionali che fanno divertire tra leader alternativi e protagonisti rilanciati. La chance di Montella
Berlino è creativa, alternativa, respira cultura underground. Quel gran saggio del tabellone allora ha lasciato i quarti di finale nobili ad altre città e all’Olympiastadion ha mandato Olanda e Turchia, che fanno divertire. Hanno leader alternativi, molto underground perché passano sotto traccia: Arda fino a un anno fa era pura nicchia, Cody Gakpo è il principe dei sottovalutati e Depay un disoccupato con una fascetta tra i capelli. Tutti sono creativi, artistici come Keith Haring che dipingeva sul muro di Berlino. Benvenuti al museo, con un’avvertenza. In maggioranza sono ragazzi: se qualcuno si prenderà il sabato sera libero, non offendetevi.
Bomboletta arancione Rambo Koeman ha promesso all’Olanda calcio divertente e poi ha giocato un girone grigio scuro, altro che arancione. La nazione ha protestato e i talenti, negli ottavi, sono tornati a farsi sentire. Cody Gakpo – figlio di una rugbista, religioso, così saggio da investire nelle startup a 25 anni – è il leader autoproclamato: dribbling superiore. Donyell Malen la probabile sorpresa con le sue accelerazioni a destra: con la Romania è stato decisivo e per molti tornerà titolare. Ha detto Van der Vaart, che tende all’iperbole: «Ha tutto per essere il migliore del mondo» Mah. Poi i due più affascinanti.
Xavi Simons ha 21 anni e l’anima da 10, si chiama così perché papà amava Xavi ed è un lancio di moneta. A volte spacca, a volte stacca. Chiude Depay, un trentenne che ne ha viste centomila e vive a modo suo. Non si mette più sulla schiena il nome di papà, che lasciò la famiglia, e gioca con una fascetta con scritto “Who cares”, “chi se ne frega” ma senza punto di domanda. Un tipo umile. Una volta ha detto: «Io sono un leone, io sono il re».
Bomboletta rossa I creativi turchi vanno tutti dove li porta Hakan Calhanoglu, che rientra dalla squalifica. Gioca un po’ più dietro, un po’ avanti, comunque in mezzo. Nella Turchia palleggia, rifinisce, calcia da fermo, se può segna. Intorno a lui, i ragazzini in gita a Berlino. Kenan Yildiz è nato a Monaco di Baviera e alla Juve si fa notare. In Turchia lo amano già e nelle ultime ore un sito ha raccolto una serie di indizi – un braccialetto, dei simboli in codice sul profilo Instagram – per dire che sta con tale Karlotta Nila: primi gossip da star. Con la Romania è partito a sinistra, mentre a destra ha giocato spesso Yilmaz, potente, rapido, tecnico, il meno conosciuto. Il più affascinante invece resta Arda Guler, che gioca con l’8 ma è un 10 mancino fatto e finito. Özil lo considera più o meno una sua reincarnazione.
Campo e numeri Come giocano? L’Olanda allarga i suoi talenti e attacca anche 3-2-5, con Dumfries sulla linea delle punte, Depay molto libero, Gakpo che stringe da sinistra, Reijnders dietro a ispirare: solo Kimmich e De Bruyne finora hanno dato più passaggi chiave del Tijjani milanista. La Turchia invece dipende da Montella, che negli ottavi ha sorpreso con un undici atipico. Di solito manda Kenan a sinistra e fa scambiare spesso di posizione Arda e Yilmaz. Funziona per entrambe: sono terza e quarta per tiri in tutto l’Europeo, Xavi Simons è primo per assist, Malen primo per expected goals ogni 90 minuti, Kadioglu e Gakpo quarti per occasioni create. Mica male. Stasera, alle 21, liberi graffiti per tutti.