POTENZA E SCIOLTEZZA L’ERBA DI SINNER È SEMPRE PIÙ VERDE
Una tranquilla serata in ufficio. Dopo due turni in cui Sinner è sembrato portare addosso il peso del numero uno e il ruolo di favorito del torneo, convincendo solo a tratti pur offrendo comunque momenti di grande tennis, la vittoria su Kecmanovic ci ha restituito un giocatore perfettamente centrato, mai in difficoltà, che ha alzato il livello nei pochissimi momenti in cui il punto poteva rimettere in carreggiata l’avversario. La partita, in pratica, è durata due game, perché già dopo il primo break dell’azzurro si è capito che il rivale serbo, con il suo gioco lineare ma privo di guizzi e senza la potenza necessaria a sostenere la pesantezza dei colpi di Jannik, non possedeva le armi per opporre una valida resistenza.
Abbiamo rivisto il Sinner che imprime alla palla una velocità impressionante, più a suo agio nei movimenti, ancorato a un servizio che non ha mai tentennato e gli ha fornito un costante sostegno.
Insomma, nella seconda settimana, il primo confine da superare verso la gloria degli Slam, entra un Sinner in decisa crescita, consapevole della sua forza, capace di leggere le situazioni complicate e di uscirne con la solidità e la qualità del suo gioco. Negli ottavi, domani, troverà Shelton o Shapovalov dunque in ogni caso un rivale mancino che gli proporrà soluzioni diverse rispetto ai primi tre turni, ma partirà da una posizione di indubbia supremazia che gli deriva dall’essere il più forte giocatore del mondo, e dalla possibilità di riposare un giorno in più, un vantaggio che si è meritato grazie al numero uno in classifica che dà l’opportunità di esibirsi sui campi più prestigiosi (e soprattutto coperti).
Questi primi sei giorni del torneo, peraltro, hanno confermato come uno Slam sia davvero qualcosa di diverso rispetto a qualunque altro torneo: avevamo celebrato la brillantezza di Alcaraz nelle prime due uscite e ieri lo spagnolo campione in carica ha rischiato seriamente l’eliminazione contro Tiafoe, salvandosi nel delicato tiebreak del quarto set dove l’americano ha colpito e sbagliato una palla che sarebbe finita fuori, un punto che ha cambiato l’inerzia della sfida.
Carlos è apparso falloso e frettoloso, e d’altronde ogni giorno cambiano le condizioni climatiche e dei campi, oltre alle caratteristiche degli avversari, e dunque è necessario adeguarsi in fretta.
Il prosieguo del torneo ci dirà se si è trattato della tradizionale giornata complicata che tutti i campionissimi possono attraversare nelle due settimane, mentre nonostante i due successi iniziali
restano tutti sul tavolo i dubbi intorno alla condizione di Djokovic. Il fenomeno serbo sostiene di non avvertire più dolore al ginocchio destro, ma in campo si muove con troppa circospezione, spinge con poca continuità e fin qui ha senza dubbio beneficiato di avversari di scarsa consistenza.
Al netto della situazione del ginocchio, a Nole manca tennis, cioè la preparazione fisica che non ha potuto svolgere nelle tre settimane in cui era alle prese con il recupero dall’infortunio. Potrebbe crescere nel corso del torneo, ma per adesso appare lontano dai livelli che deve esprimere chi vuole vincere il torneo.
Contro Kecmanovic un Jannik in crescita Mentre Alcaraz e Djokovic non sembrano al meglio