BABY fenomeno
COME CORRE YAMAL NEANCHE PELÉ E MARADONA COSÌ FORTI ALLA SUA ETÀ
Diciassette anni dopodomani, sabato 13 luglio, alla vigilia della finale dell’Europeo. Lamine Yamal non poteva augurarsi compleanno migliore. Il ragazzo della Spagna e del Barcellona ha stordito tutti l’altra sera, nella semifinale di Euro 2024 contro la Francia. Ha segnato un gol pazzesco e si è esibito in un quasi gol altrettanto luminoso, a fronte di un’età tardo-adolescenziale, 16 anni e 362 giorni. Un record di precocità che annichilisce. Ciascuno ripensi ai suoi 16-17 anni e si domandi dov’era e che cosa faceva. Lamal ha anticipato tutti i grandissimi del calcio. Nessuno, a 16 anni, aveva mai segnato in un Europeo o in Mondiale. Facciamo base sui 17 anni, in fondo a Yamal mancano poche ore per raggiungerli, e chiediamoci a quale livello fossero i più grandi di sempre quando erano 17enni.
Di Stefano e Pelé Secondo molti storici del calcio Alfredo Di Stefano, argentino naturalizzato spagnolo, mito del Real Madrid, a 17 anni, è stato il più grande in assoluto, il vero “goat”. Nell’estate del 1943, Di Stefano 17enne non aveva una squadra. Si era appena trasferito a Buenos Aires con la famiglia e soltanto nel 1944 il padre, ex giocatore, riuscì a fargli ottenere un provino con il River Plate. Test superato e esordio in prima nel 1945, a 19 anni. Pelé a 16 anni, nel luglio 1957, aveva debuttato e segnato nel Brasile, ma nella Copa Roca, una competizione minore, un trofeo bilaterale con l’Argentina. Giocava nel Santos e si era laureato capocannoniere del campionato paulista. Godeva già di una certa fama, però limitata al Brasile, anzi allo Stato di San Paolo. Sarebbe diventato Pelé, un fenomeno planetario, nell’estate del 1958 al Mondiale in Svezia, a 17 anni e 8 mesi, un po’ più in là rispetto a Yamal. Sotto questo aspetto, Pelé è l’unico avvicinabile a Yamal e siamo consapevoli di muoverci su un terreno scivoloso, perché Pelé per definizione non dovrebbe avvicinarsi a nessuno, ma essere avvicinato. Qui sta la sensazionalità dell’impresa di Yamal, l’aver normalizzato Pelé, si fa per dire, anche se una precisazione è doverosa: Pelé in Svezia, nel 1958, segnò i suoi gol “bambini” all’interno di un Mondiale. Yamal lo ha fatto in un Europeo. Possiamo parlare di analogie, di competizioni similari, ma non della stessa cosa. Un Mondiale, per definizione, ha una valenza superiore.
Cruijff e Platini Johan Cruijff debuttò in prima squadra, nell’Ajax, a 17 anni e quasi 7 mesi e nell’Olanda a 19 e passa. All’epoca Mondiali ed Europei erano in formato ridotto e per segnare gol del livello di Yamal l’immenso “Giovanni da Amsterdam” dovette aspettare la Coppa del Mondo del 1974, quando aveva 27 anni. Altri tempi, oggi un Cruijff emergerebbe prima, però questo dice la sua anagrafe calcistica. Michel Platini a 17 anni aveva spazio nella squadra riserve del Nancy: avrebbe debuttato in prima squadra alla soglia dei 18 anni e nella nazionale francese a 20. Siamo lontani dai parametri di Yamal.
Maradona e Messi A chiudere i due grandi argentini. Diego Maradona al compimento dei 17 anni, ottobre 1977, era già la grande speranza del calcio argentino. Nel ’78 si sarebbe laureato capocannoniere, però il c.t. Cesar Luis Menotti non lo convocò per il Mondiale di casa, nello stesso 1978, e gli precluse la possibilità di emulare Pelé vent’anni dopo. Menotti non lo riteneva pronto o forse temeva di destabilizzare lo spogliatoio, perché Diego aveva già una personalità debordante. L’Argentina in qualche modo vinse il titolo e salvò Menotti: se fosse andata male, lo avrebbero massacrato per aver escluso Diego. Fatto sta che Maradona il suo primo gol nell’Argentina lo realizzò a 18 anni nel giugno ’ 79, in amichevole contro la Scozia, non proprio lo stesso scenario dell’altra sera con Yamal. Leo Messi a 17 anni non aveva neppure esordito nell’Argentina, gli sarebbe successo a 18 e passa, e doveva accontentarsi di aver messo piede nella prima squadra del Barcellona. Il parallelo e i paragoni tra Messi e Yamal diventeranno dei tormentoni ed è normale, perché i due condividono le origini, il vivaio, la “cantera” del Barcellona, e perché Yamal, oggi ala destra per
Il ragazzo d’oro della Spagna compirà 17 anni dopodomani, proprio alla vigilia della finale. Il suo record di precocità scomoda i miti