Voleva fare l’attore E con Veronica è arrivato Ludovico
La casa di nonna Maria, la mamma della mamma di Lorenzo Musetti. È lì che bisogna idealmente trasferirsi per andare alle origini del neosemifinalista di Wimbledon. E non certo, o meglio non solo, per le pietanze prelibate che cucinava: «Non posso rinunciare ai suoi gnocchi, le lasagne, le crepes salate...», aveva raccontato il carrarino. Il muro dello scantinato della casa della nonna materna a Carrara è stato infatti il primo “specchio” con cui Lorenzo ha iniziato a confrontarsi: impossibile tenere il conto delle ore passate lì con la racchetta e il babbo Francesco, operaio in una cava di marmo (mentre mamma Sabrina è impiegata: lui è figlio unico) con la passione per il tennis. E come dimenticare il circolo Junior Tennis San Benedetto di Riccò del Golfo, provincia di La Spezia, dove i cellulari non prendono e sanno accoglierti come una famiglia: Musetti aveva cominciato ad andarci da quando aveva otto anni. La madre lo lasciava nel parcheggio del centro commerciale alle otto e mezza di mattina prima del lavoro e Benedetta, la segretaria del circolo, lo andava a prendere. Eccole, le origini. Ecco dove e quando Lorenzo cominciava a coltivare un talento celestiale che ora lo ha portato a “sole” due vittorie dal trionfo nello Slam più prestigioso.
Spirito La generazione Z comprende chi è nato tra la fine degli anni 90 e l’inizio degli anni 2000: Lorenzo Musetti – 3 marzo 2002 – ci sta dentro. Eppure a ripassarne velocemente le passioni un po’ vintage non lo diresti: perché, per esempio, il pensiero di fare l’attore aveva abitato nella sua testa, e gli idoli segnalati erano Robert De Niro e Al Pacino. Stesso discorso per i gusti musicali, con tutto quello che gli aveva fatto ascoltare papà: Led Zeppelin, AC/DC, Rolling Stone, e poi Simple Minds e U2, ma anche Lucio Battisti. Se parliamo di basket, il riferimento è LeBron James. Sul tennis andiamo sul classico per eccellenza: Roger Federer, colui peraltro che a Wimbledon ha vinto più di chiunque (8 titoli) e che interpretava magistralmente quel rovescio a una mano orgoglio pure di Lorenzo, coltivato con l’impagabile aiuto dello storico coach Simone Tartarini (affiancato dalla fine del 2023 da Corrado Barazzutti). Il tennis è nel cuore di Musetti — moderatamente juventino, maturità linguistica da privatista - e lo testimonia pure il tatuaggio che si è fatto sul braccio sinistro: si era fatto consegnare dallo zio cardiologo il tracciato dell’elettrocardiogramma, portandolo dal tatuatore a La Spezia. «Voglio il mio battito trafitto da una racchetta», gli disse. Avvertenza: chiamatelo Muse, o Muso, ma mai Lollo, che proprio non gli piace.
Percorso Una data chiave di questa storia è il 26 gennaio 2019: Musetti diventa il primo italiano di sempre a vincere l’Australian Open jr ancora prima di compiere 17 anni, con tanto di complimenti di Djokovic e numero 1 al mondo di categoria. Decisamente meno importante in assoluto, però, rispetto al 15 marzo 2024: è il giorno in cui è venuto al mondo Ludovico, figlio di Lorenzo e della compagna Veronica Confalonieri. È successo tre anni dopo il primo incontro: Veronica giocava a tennis (ha partecipato anche al Lemon Bowl) e la sorella è sposata con Gianluca Mager, che ha giocato la serie A con Lorenzo al Park Genova. Si erano conosciuti così. Musetti è un papà giovane reso - ne è sicuro chi lo conosce bene - più maturo e responsabile dall’arrivo del piccolo Ludovico. E Boris Becker, uno che Wimbledon lo ha vinto tre volte negli anni 80, ha sintetizzato in modo semplice, ma efficacissimo: «Grande Musetti». Proprio così: Lorenzo è diventato grande.