«Abbiamo visto tutti come sta Jonas: nella forma della vita»
Pogacar continua a parole la sfida con il danese «Volava letteralmente in salita, mi ha sorpreso»
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Le maglie gialle
Tadej Pogacar ha indossato la prima il 19 settembre 2020 a La Planche des Belles Filles, dopo aver spodestato Roglic Mi ha battuto di cinque centimetri ma i Pirenei saranno una storia differente
Tadej Pogacar leader della Uae Emirates
Tadej che fulmina tutti al primo scatto stordente, e fin qui niente di strano. Tadej che nella successiva salita si fa rimontare oltre 20” dal danese arrembante, e qui qualcosa di strano ci sarebbe. Tadej che si fa pure beffare per la prima volta nella vita da Vingegaard in una volata due e questo, invece, è parecchio insolito. Tadej Pogacar è uscito dalla nuova risalita del Tour verso il Massiccio Centrale perdendo un secondino appena in classifica, ma è andato a nanna con qualche certezza in meno rispetto ai primi giorni: sapeva che non avrebbe potuto pedalare allegramente come al Giro, ma qui il nemico si fa davvero minaccioso. Insomma, per una volta il giallo brilla un po’ meno sulla pelle e poi, a tempo debito, bisognerà organizzare la difesa a una prevedibile controffensiva Visma. E magari occorrerà dosare con più equilibrio le energie, anche se nessuno potrà mai imbrigliare un purosangue come lo sloveno. In ogni caso, ieri Pogi è finito in uno strano calando: con un po’ di affanno misto a fastidio, chiedeva pure il gel al rifornimento neutro. A sentirlo, però, nessuna paura del futuro: «Io e Jonas siamo ad un livello equivalente in salita: stavolta ne abbiamo vinta una testa, poi lui mi ha battuto di 5 centimetri - ha detto —. Ha meritato, ma avremo altre battaglie e questa tappa è diversa da ciò che accadrà dopo. I Pirenei saranno una storia differente, io penso di poter fare meglio sull’alta montagna. Mi sono preparato proprio per questo».
L’istinto Tra accuse velate e risposte appuntite, da Firenze non si fa che parlare della forma di Vingegaard, ieri apparsa comunque scintillante. Ieri sull’argomento è tornato Pogi, come se volesse sottolineare l’ovvio e stanare l’avversario: «Adesso abbiamo visto tutti quanto bene sta Jonas...». Ma più sottile la seconda parte che non è piaciuta al danese: «Per me è addirittura nella migliore forma della vita», ha rintuzzato lo sloveno. Per il resto, la maglia gialla ha cercato di dare una spiegazione logica dell’alto e basso inatteso vissuto tra Puy Mary e Col de Pertus: «Volevo staccare tutti perché conosco molto bene questa salita e sapevo che avrei potuto spingere anche in discesa e arrivare al traguardo da solo, ma in Jonas non ho visto nessuna debolezza, è stato concentratissimo. Se probabilmente aveva paura dopo l’incidente, ora è molto fiducioso nelle sue capacità». Quando andava in picchiata in una curva, la ruota di Tadej è pure slittata, quasi un sinistro presagio della difficoltà in arrivo: «Non sapevo esattamente quanto fossi lontano dalla vetta. Ero un po’ confuso. A circa un km dalla cima ho visto Jonas che stava tornando, volava letteralmente. Mi ha sorpreso un po’, ho preferito aspettare, anche se avrei potuto spingere forte e forse sarei rimasto davanti...». Per una volta almeno ha frenato l’istinto, al suo team non sarà dispiaciuto.