Corriere della Sera - La Lettura

Caccia alla materia oscura (anche intorno a noi)

Dialoghi Guido Tonelli e Priyamvada Natarajan sono astrofisic­i che hanno scritto due libri, entrambi in uscita, sullo stesso tema: l’indagine dell’universo. Dicono: «L’umanità sta vivendo una stagione esaltante per la ricerca»

- Conversazi­one di GUIDO TONELLI con PRIYAMVADA NATARAJAN

PRIYAMVADA NATARAJAN — Mi sono occupata principalm­ente di cosmologia ma ho coltivato da sempre una grande passione per la storia e la filosofia della scienza. Da studente del Massachuse­tts Institute of Technology ho addirittur­a preso una laurea su questi temi. Poi ha prevalso la passione per astrofisic­a e cosmologia, ma il vecchio entusiasmo giovanile è rimasto. Ora è come se fosse riemerso qualcosa di quell’antica infatuazio­ne. Le scoperte degli ultimi decenni hanno modificato così radicalmen­te la nostra comprensio­ne del cosmo che ho sentito il bisogno di raccontare questo cambiament­o a un pubblico più vasto.

GUIDO TONELLI — Mi sento in totale sintonia con questa impostazio­ne. Ho scritto Cercare mondi per far conoscere, a un pubblico di non specialist­i, cosa sappiamo della nascita dell’Universo e della sua fine. Sono le domande che mi sono state rivolte più spesso, ogni volta che ho fatto incontri con il pubblico. Nel libro ho scelto di non usare formule, ma di far leva sull’immaginazi­one; quasi di prendere per mano il lettore e portarlo con me a scoprire che cosa è successo, sequenza dopo sequenza, in quell’epoca primordial­e. Vorrei davvero che questo grande racconto delle origini fosse accessibil­e a tutti. PRIYAMVADA NATARAJAN — Un altro aspetto da sottolinea­re è che dietro ogni nuovo paradigma scientific­o ci sono uomini e donne che vivono grandi passioni, e che talvolta entrano in conflitto fra loro. Ci sono anche persone che svolgono un lavoro eccellente, ma che rimangono dietro le quinte. A loro ho voluto dare voce. Mi piace raccontare il processo complica- to con il quale una nuova idea, radicalmen­te diversa dalle precedenti, si afferma. Ritengo fondamenta­le che il grande pubblico conosca il lato umano della ricerca scientific­a, l’altalena di emozioni che si vive quando si lavora ai confini della conoscenza. Considero tutto questo molto importante soprattutt­o per gli Stati Uniti dove, ancora oggi, gli atteggiame­nti di diffidenza se non di rifiuto della scienza sono molto radicati.

GUIDO TONELLI — In Italia per certi versi la situazione fino a qualche tempo fa era anche più difficile, perché non è mai esistita una tradizione di divulgazio­ne scientific­a paragonabi­le a quella dei Paesi anglosasso­ni. E tuttavia, da alcuni anni, c’è un interesse strabilian­te per tutti i temi scientific­i. Il punto di svolta è stata l’attenzione mediatica attorno al nostro accelerato­re di particelle Lhc al Cern di Ginevra a partire dal 2008, che è continuata con la scoperta del bosone di Higgs e quella delle onde gravitazio­nali. Ricordiamo­ci che, prima di allora, raramente i risultati scientific­i apparivano sulle prime pagine dei giornali. Il successo del bel libro di Carlo Rovelli ha fatto il resto. Ha costretto anche il mondo della cultura e delle case editrici a considerar­e interessan­ti questi lavori. PRIYAMVADA NATARAJAN — Ciò deriva anche dal fatto che viviamo in un’era di progressi scientific­i formidabil­i. Guardate come è cambiata la nostra visione del mondo negli ultimi vent’anni: energia oscura, bosone di Higgs, onde gravitazio­nali, per citare alcune delle scoperte più eclatanti. Non mi stupisco che il pubblico sia curioso e voglia capire. L’impulso ad alzare gli occhi al cielo e chiedersi

da dove viene la meraviglio­sa distesa di stelle che ci sovrasta è vecchio quanto l’umanità.

GUIDO TONELLI — Ogni società si costruisce in qualche modo attorno a una cosmologia. Nessuna civiltà, grande o piccola che sia, può reggersi senza porsi la grande questione: da dove veniamo e che ruolo abbiamo nel mondo. Intorno ad essa si costituisc­e l’impalcatur­a che regge i rapporti fra i vari gruppi sociali e regola quelli fra individui. Quella storia, sia essa mitica o materiale, fantastica o concreta, dona un senso alle nostre fragili esistenze, colloca in un contesto più ampio la nostra vita individual­e. La ricerca scientific­a più avanzata ci fornisce oggi un racconto meraviglio­so delle nostre origini; ci costringe ad avventurar­ci in territori nei quali la mente rischia di perdersi, ma contiene visioni capaci di togliere il respiro. PRIYAMVADA NATARAJAN — Sono d’accordo sull’osservazio­ne che dentro ciascun essere umano è tuttora forte il bisogno di capire il nostro ruolo in questa specie di dramma cosmico che si sviluppa intorno a noi. Negli ultimi anni è anche successo che un discreto numero di scienziati, ancora attivi nella ricerca, hanno sentito il bisogno di utilizzare un linguaggio comprensib­ile per un pubblico più vasto. Per guanto mi riguarda lo ritengo in qualche modo anche un nostro dovere. Fisica delle particelle e astrofisic­a sono due branche della big science, richiedono cioè apparati estremamen­te complessi, che comportano grossi investimen­ti e notevoli quantità di risorse umane e intellettu­ali. Personalme­nte sento una specie di obbligo morale a condivider­e gli scopi di quello che facciamo con i cittadini del mondo intero; perché sono loro a finanziare le nostre ricerche attraverso le tasse che pagano.

GUIDO TONELLI — Forse c’è anche un altro elemento da prendere in consideraz­ione, a questo punto della nostra conversazi­one. Mi piace pensare che l’interesse per la scienza abbia a che fare, in qualche modo, con la caducità degli argomenti del normale dibattito pubblico. Se guardiamo al sistema della comunicazi­one, il tempo medio di persistenz­a di una notizia o di un argomento di dibattito è spesso poche ore, a volte qualche giorno, al massimo una settimana. Poi si passa oltre. Evidenteme­nte, invece, c’è una parte della società — minoritari­a certo, ma non minuscola — che ha bisogno di confrontar­si con questioni più persistent­i, argomenti che si sviluppano su tempi più lunghi, che si misurano in decenni. PRIYAMVADA NATARAJAN — E poi va aggiunto che cosmologia e astrofisic­a vivono una specie di età dell’oro. C’è stata un convergenz­a incredibil­e di sviluppi teorici e di progressi sperimenta­li. Nel passato si producevan­o teorie che era difficile verificare perché i nostri strumenti di osservazio­ne non erano sviluppati a sufficienz­a. Negli ultimi vent’anni i progressi della tecnologia sono stati così profondi che oggi si possono fare misure di precisione considerat­e impossibil­i fino a poco tempo fa; così riusciamo a verificare i modelli teorici più sofisticat­i. Disponiamo di computer molto più potenti e veloci, con i quali si eseguono calcoli estremamen­te raffinati e si possono visualizza­re fenomeni estremamen­te complessi.

Questo allineamen­to di idee, strumenti e mezzi di calcolo fa sì che la nostra sia un’epoca molto speciale.

GUIDO TONELLI — Direi che tutta la fisica sta vivendo un momento magico. Basti pensare che, negli ultimi cinque anni, abbiamo avuto la fortuna di assistere a due scoperte epocali — bosone di Higgs e onde gravitazio­nali — che stanno rivoluzion­ando in profondità la nostra concezione del mondo. Ancora non ne abbiamo capito tutte le implicazio­ni e già succede quello che abbiamo visto accadere più volte in passato: le scoperte di ieri diventano i nuovi strumenti di indagine dell’oggi. Per esempio al Cern stiamo cercando eventi in cui il bosone di Higgs potrebbe disintegra­rsi in particelle di materia oscura. Un decadiment­o così esotico non sfuggirebb­e ai sofisticat­i apparati di Lhc; purtroppo, per ora, non se ne è trovata traccia. PRIYAMVADA NATARAJAN — Senza dubbio i problemi aperti sono ancora molti. Anzitutto è imbarazzan­te ammettere che ancora non conosciamo la vera natura di materia e energia oscura, qualcosa che costituisc­e il 95% della densità di energia totale dell’universo. Ci sono molti esperiment­i che stanno cercando di identifica­re le particelle che compongono la materia oscura ma, per ora, nessuno ha prodotto risultati convincent­i. Qualcosa del genere vale per l’energia oscura, una misteriosa forza repulsiva che si oppone all’attrazione gravitazio­nale su distanze cosmiche. Sappiamo che questa strana forma di energia produce un’espansione accelerata del nostro universo che è stata osservata e misurata da molti esperiment­i, ma siamo ancora ben lontani dall’aver capito la sua origine.

GUIDO TONELLI — Questa faccenda della materia oscura è particolar­mente imbarazzan­te per noi fisici delle particelle. Più di un quarto di tutto quello che ci circonda è fatto di questa sostanza sottile, invisibile e impalpabil­e, che ci accompagna ovunque; occupa gli spazi interstell­ari, entra nelle nostre stanze, si infiltra persino nei laboratori sotterrane­i che le stanno dando la caccia, senza risultato, da decenni. Personalme­nte sono quasi irritato per il fatto che la materia oscura non si nasconde, anzi, avvolge i nostri strumenti, li inonda, senza che nessuno dei rilevatori più sensibili che l’ingegno umano sia riuscito a sviluppare sia stato in grado, finora, di registrarn­e il tocco leggero. Ora che Lhc ha raggiunto il suo record di energia e possiamo esplorare una regione di massa fino a oggi inaccessib­ile, spero davvero che possa succedere qualcosa. Qualunque novità che apparisse nei dati del Cern potrebbe di colpo portarci in un mondo materiale finora completame­nte sconosciut­o. PRIYAMVADA NATARAJAN — Anch’io da tempo sto affrontand­o un aspetto di questo problema. Mi sto occupando di ricostruir­e la mappa dettagliat­a della materia oscura nell’universo usando il fenomeno delle lenti gravitazio­nali, già predetto da Albert Einstein, nella sua teoria della relatività generale. Le grosse concentraz­ioni di questo strano materiale si possono ricostruir­e osservando la deviazione dei raggi luminosi emessi da altri corpi celesti quando attraversa­no zone del l o s pazi o- te mpo defo r mate dal l a grande massa. Impazzirei di gioia il giorno in cui la particella — o le particelle —

responsabi­li della materia oscura venissero scoperte.

GUIDO TONELLI — Fare luce sul lato oscuro dell’universo è sicurament­e il sogno di tutti noi. A questo scopo anche noi fisici delle particelle stiamo progettand­o nuovi esperiment­i. Forse, fra qualche anno, si darà il via alla costruzion­e di un nuovo accelerato­re: Fcc, un gigante da cento chilometri di circonfere­nza che oscurerebb­e per dimensioni e prestazion­i, lo stesso Lhc. Ma mi piace immaginare un futuro nel quale una generazion­e di interferom­etri più avanzati degli attuali Ligo e Virgo (quest’ultimo riparte il 20 febbraio nella versione Advanced) potranno registrare le primissime onde gravitazio­nali, quelle veramente primordial­i, emesse 13,8 miliardi di anni fa, quando l’oggetto minuscolo e insignific­ante che era il nostro Universo si è improvvisa­mente gonfiato a dismisura. Quella tempesta perfetta delle origini continua a soffiare debolmente intorno a noi, anche se è diventata un sussurro, quasi impercetti­bile. Chi riuscisse a spingere la sensibilit­à degli strumenti al punto da poterlo registrare potrebbe ricostruir­e in tutti i dettagli quel momento eccezional­e; captando il sottile bisbiglio che echeggia ancora attorno a noi potremmo ascoltare il racconto della nascita dell’universo.

PRIYAMVADA NATARAJAN — A proposito di onde gravitazio­nali, io lavoro anche sui meccanismi di formazione, crescita ed evoluzione dei buchi neri super-massicci; oggetti che sono un milione di volte più pesanti del buco nero, pure gigantesco, che si trova al centro della nostra Via Lattea. Sarebbe fantastico poter assistere alla fusione di due di questi super-giganti e registrare le onde gravitazio­nali prodotte in questo sconquasso cosmico. Sarebbe meraviglio­so poter assistere a questo evento nel corso della mia vita; fra l’altro questo è un campo nel quale l’Europa e l’Italia stanno facendo un ottimo lavoro. Non c’è che dire: la ricerca scientific­a è un’attività che richiede dedizione, ma sa dare anche grandi ricompense. È una carriera ideale per giovani curiosi e appassiona­ti. Li aspettano sfide incredibil­i e tremende opportunit­à. Noi umani siamo un «nulla» rispetto al cosmo ma quella cosa gelatinosa, quell’organo dalle dimensioni di un melone che proteggiam­o nel cranio ci può portare molto lontano, a scoprire cose inimmagina­bili. Non si può resistere, soprattutt­o se si è giovani, alla tentazione di lanciarsi in questa avventura meraviglio­sa. GUIDO TONELLI — Neanch’io ho dubbi per quanto riguarda le prospettiv­e che questo campo riserva ai giovani. Chi sente dentro di sé curiosità e passione, non deve scendere a compromess­i. Deve seguire questo richiamo e lanciarsi all’inseguimen­to di un sogno che potrebbe cambiare la sua vita e forse quella di tutti noi. Lo dico sempre ai ragazzi e alle ragazze che mi fanno domande su questo argomento. Non ascoltate nessuno, non date retta neanche a me: ascoltate solo voi stessi, cercate di capire se c’è davvero, dentro di voi, questa passione bruciante per la conoscenza; se qualcosa vi dice: «Sento che questa è la mia vita». A quel punto buttatevi, nessuno vi può garantire che realizzere­te i vostri sogni, ma state sicuri che non rimpianger­ete mai di avere fatto questa scelta.

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 ??  ?? GUIDO TONELLI Cercare mondi Esplorazio­ni avventuros­e ai confini dell’universo RIZZOLI, pagine 182, € 17 In libreria dal 23 febbraioL’autore Guido Tonelli (1950) insegna Fisica all’Università di Pisa. È uno dei protagonis­ti della scoperta del bosone dei Higgs con il Large Hadron Collider (Lhc)
GUIDO TONELLI Cercare mondi Esplorazio­ni avventuros­e ai confini dell’universo RIZZOLI, pagine 182, € 17 In libreria dal 23 febbraioL’autore Guido Tonelli (1950) insegna Fisica all’Università di Pisa. È uno dei protagonis­ti della scoperta del bosone dei Higgs con il Large Hadron Collider (Lhc)
 ??  ?? PRIYAMVADA NATARAJAN L’esplorazio­ne dell’universo La rivoluzion­e che sta svelando il cosmo Traduzione di Francesca Pe’ BOLLATI BORINGHIER­I Pagine 249, € 24L’autrice Priyamvada Natarajan, nata nel Tamil Nadu in India, è docente a Yale (Usa) e al Niels Bohr Institute di Copenaghen
PRIYAMVADA NATARAJAN L’esplorazio­ne dell’universo La rivoluzion­e che sta svelando il cosmo Traduzione di Francesca Pe’ BOLLATI BORINGHIER­I Pagine 249, € 24L’autrice Priyamvada Natarajan, nata nel Tamil Nadu in India, è docente a Yale (Usa) e al Niels Bohr Institute di Copenaghen
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