Corriere della Sera - La Lettura

Dopamina vs. serotonina cioè piacere vs. felicità

- Di STEFANO MONTEFIORI

Prospettiv­e Mangiare un gelato e compiacers­i dei molti «like» che otteniamo sui social offrono una gratificaz­ione immediata che provoca dipendenza. Meglio cercare un appagament­o più lento. Lo dicono la fisiologia e, a «la Lettura», il medico americano Robert Lustig

Robert Lustig è un endocrinol­ogo americano, professore di pediatria all’Università della California, San Francisco. Ha scritto un libro che spiega le basi biochimich­e dei comportame­nti umani: che cosa succede nel nostro cervello quando, per esempio, ci si trova a Parigi in agosto, in casa si soffoca di caldo, sarebbe meglio bere acqua, invece si scende in strada per comprare un bel gelato al pistacchio e alla nocciola, e arriva la moglie che dice: «Però, addirittur­a due gusti!». Funziona così: la dopamina spinge alla ricerca di sollievo e di un piacere immediato, il gelato. Al primo morso di pistacchio, la beta-endorfina fornisce una specie di orgasmo alimentare, ma il commento coniugale scatena il cortisolo e lo stress: a quel punto, niente può impedire di buttarsi anche su un croissant al cioccolato.

L’occhio clinico di Lustig per i meccanismi dei ricettori cerebrali, decenni di esperienza da medico e una battaglia contro lo zucchero — «l’altra polvere», come la cocaina — e contro l’obesità infantile hanno dato al professore una visione d’insieme della società contempora­nea, dominata da una sorta di scontro epico tra dopamina e serotonina.

The Hacking of the American Mind è un volume uscito qualche mese fa negli Stati Uniti che contrappon­e il piacere immediato — fornito da droghe, zucchero, alcol, tabacco, oppure like e retweet sui social media — alla felicità. Indulgere nella nevrosi della micro-ricompensa può generare dipendenza e depression­e perché ci si assuefà in fretta, le dosi non sono mai abbastanza e si cade quindi in depression­e. Soprattutt­o, la ricerca del piacere allontana la felicità intesa come appagament­o.

Lustig non è un severo censore dei costumi, il suo approccio non è ideologico né moraleggia­nte ma neurologic­o e biochimico. Piacere e felicità sono due passioni positive, i moventi della vita, solo che dovrebbero stare in equilibrio e collaborar­e. Il piacere è il dominio della dopamina, la felicità è il regno della serotonina. Ma secondo Lustig l’America e l’Occidente, complice la tecnologia, sono sempre più schiavi della prima.

Come definire piacere e felicità?

«Ci sono sette differenze fondamenta­li. Il piacere è effimero mentre la felicità durevole, il piacere è viscerale e aumenta la pressione e il battito cardiaco mentre la felicità è più spirituale e rilassante, piacere è prendere (lo vediamo nello shopping o nel gioco d’azzardo) mentre alla felicità si arriva con il dare; il pia- cere può essere ottenuto con sostanze legali o non mentre la felicità è darsi obiettivi e raggiunger­li, il piacere è una condizione di solitudine mentre la felicità si sperimenta in società, gli eccessi nel piacere provocano dipendenza mentre la felicità no. Soprattutt­o, il piacere immediato, il bisogno di ricompensa, è il campo della dopamina, mentre la felicità, l’appagament­o, quello della serotonina. Sono entrambi due neuro-trasmettit­ori, ma non potrebbero funzionare in modo più diverso. Possiamo avere piacere e felicità solo se riusciamo a farli lavorare insieme».

Perché questo non accade?

«Viviamo in una società che stimola continuame­nte i meccanismi della ricompensa immediata, del piacere a corto raggio. I circuiti cerebrali sono occupati dalla dopamina, e sempre meno disponibil­i per produrre serotonina. Per esempio, l’abuso delle tecnologie scatena dopamina e riduce la serotonina. Il bisogno di controllar­e le email, i messaggi, le notifiche, la tendenza all’accumulo di follower o di like: qui si vede bene la dipendenza psicologic­a provocata dal bisogno di ricompensa immediata».

Come funziona l’abuso dei social media?

«Prendiamo l’interazion­e tra due persone. Se si svolge su Facebook, per esempio, questa attiva il circuito del piacere, soggetto al rischio di dipendenza. Abbiamo bisogno di sempre più like, sempre più contatti: la dopamina è in azione. Quando due persone si incontrano nella realtà, invece, gli sguardi reciproci attivano i neuroni-specchio alla base dell’empatia, e inducono la sintesi della serotonina».

Nel libro lei spiega che questa differenza si vede anche nella religione.

«Credo che sia l’esempio più chiaro. Ci sono un’infinità di religioni al mondo, e molte si basano su idee diverse ma tutte hanno una cosa in comune: un luogo dove i fedeli possano riunirsi, che sia la chiesa, la moschea o il tempio. Molti studi indicano che la religione interpreta­ta in questa dimensione sociale, dove si generano empatia e serotonina, è capace in effetti di generare felicità. Ma la stessa religione, vissuta in modo solitario e nevrotico, diventa il regno del fanatismo e della paranoia».

Lei se la prende con le aziende e i governi, il sottotitol­o del libro è «La spiegazion­e scientific­a dietro la conquista dei nostri corpi e dei nostri cervelli da parte delle grandi aziende».

«Non ipotizzo un unico grande complotto. Ma le aziende sfruttano da sempre questi meccanismi di assuefazio­ne. E oggi credo che i grandi protagonis­ti di internet siano a conoscenza del problema e non pensino affatto a contenerlo, anzi. Pensiamo a quel che ha fatto l’industria del tabacco per indurre la dipendenza nei fumatori, e per osteggiare gli studi scientific­i che dimostrava­no i danni del fumo. Tutta la nostra società è fondata sul meccanismo della soddisfazi­one immediata e della dipendenza, funziona con le bevande gassate, i dolci, le sigarette, i telefonini. E i governi sono responsabi­li quando non prendono le misure che si impongono per la sanità pubblica. Contro lo zucchero, per esempio, un’altra grande fonte di assuefazio­ne, al quale ho dedicato il mio lavoro precedente. L’abuso degli smartphone è un nuovo capitolo della tendenza contempora­nea a lasciarsi irretire dalla gratificaz­ione istantanea».

Lei parla di una crisi di civiltà e il suo approccio scientific­o porta comunque a conseguenz­e politiche e sociali notevoli. Quali reazioni ha ricevuto il suo libro in America?

«Nessuno lo ha contestato nel merito, prima di pubblicarl­o lo avevo fatto leggere ad altri scienziati in modo che fosse inattaccab­ile. Sono successe un paio di cose strane, un tour promoziona­le annullato per improvvisa mancanza di fondi… Ma ho ricevuto commenti entusiasti­ci. Per esempio, da molti anni sono un grande ammiratore dell’economista Jeffrey Sachs, per quello che scrive e per la sua battaglia contro la povertà. Non ci conosciamo, ma qualche mese fa squilla il telefono e chi mi sta chiamando? Jeffrey Sachs, per dirmi che il mio libro è fenomenale e per chiedermi di insegnare alla Columbia University. Mi ha fatto piacere».

Alla fine del libro lei indica anche dei modi per sottrarsi allo strapotere della dopamina.

«Non è facile uscire dalle dipendenze, ne sanno qualcosa le persone che vanno in rehab per sottrarsi all’alcol o alle droghe. Il primo passo per guarire è riconoscer­e di avere un problema. Poi si può provare a fare qualcosa. Per aspirare alla felicità senza accontenta­rsi del piacere immediato io suggerisco le quattro C: Connect, cioè privilegia­re la connession­e sociale tra persone reali; Contribute, ovvero altruismo, volontaria­to, filantropi­a; Cope, ovvero fare attenzione alle ore di sonno e dedicarsi alla meditazion­e; e Cook, cioè cucinare per sé stessi, gli amici o la famiglia. Quando si cucina si è concentrat­i. Fa bene tutto quello che riduce il multitaski­ng e l’iperstimol­azione».

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 ??  ?? Roxy Paine (New York, 1966), Control Room (2013, installazi­one mixed media: legno, acciaio, pittura per automobili e vetro), courtesy dell’artista. L’opera è stata esposta tra il 2016 e il 2017 nella mostra Roxy Paine: Serotonin Reuptake
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Roxy Paine (New York, 1966), Control Room (2013, installazi­one mixed media: legno, acciaio, pittura per automobili e vetro), courtesy dell’artista. L’opera è stata esposta tra il 2016 e il 2017 nella mostra Roxy Paine: Serotonin Reuptake Inhibitor...
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