Così muove la «pedina» Sudafrica
I rapporti economici con lo Stato africano sono sempre più stretti e spiegano l’attivismo di Pretoria contro Gerusalemme nelle corti di giustizia internazionali
■ Da quando è scoppiata la guerra nella Striscia di Gaza, il Sudafrica si occupa a tempo pieno di attaccare Israele in tutti i consessi, oltre ad avere promosso una surreale causa davanti al Tribunale penale internazionale. Non contenti, i sudafricani lo scorso 7 marzo hanno presentato una nuova richiesta urgente alla Corte internazionale di giustizia per chiedere ulteriori misure di emergenza contro Israele, secondo un documento rilasciato dalla Corte citato dalla Cnn. Nella richiesta, il Sudafrica sostiene di «essere costretto a ritornare davanti alla Corte alla luce dei nuovi fatti e dei cambiamenti nella situazione a Gaza provocati dalle continue e vergognose violazioni dei diritti umani». Inoltre, nel documento, si chiede alla Corte «di indicare misure provvisorie o modificare le misure emesse a gennaio».
Ma come mai il Sudafrica, che ha così tanti problemi economici, sociali e di sicurezza, si spende così tanto per la causa di Hamas, che è il braccio armato dei Fratelli Musulmani? In un recente rapporto della Foundation for Defense of Democracies (Fdd) si scoprono i legami che sono la ragione per la quale il Sudafrica agisce come «cavalier servente» dei terroristi palestinesi. Pretoria in questi ultimi anni ha permesso ad Hamas di utilizzare il Sudafrica come base per la raccolta di fondi, dove la sua vasta rete di organizzazioni di facciata genera supporto terroristico. Washington ha inasprito le sanzioni contro i sostenitori stranieri di Hamas, ma la vasta rete di sostegno sudafricana è finora sfuggita ai controlli. Tutto gira attorno alla figura religiosa musulmana di Ebrahim Gabriels, meglio noto anche come Ibrahim Jibril. Gabriels, leader della comunità musulmana sudafricana, ha fondato e dirige attualmente diverse organizzazioni musulmane legate ad Hamas. Queste includono le filiali sudafricane della Fondazione Internazionale al-quds (Aqif), della Fondazione alaqsa (Aaf ) e del Consiglio giudiziario mmusulmano (Mjc). L’aqf è la filiale sudafricana dell’aqif, è sanzionata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti già nel 2012, e comprende nel suo consiglio diversi importanti leader di Hamas.
L’appiattimento sulle posizioni di Hamas da parte di Pretoria è andato di pari passo con l’esplosione dei rapporti commerciali con il Qatar, protettore e finanziatore della Fratellanza musulmana. Nel 2022, il Sudafrica ha esportato 116 milioni di dollari in Qatar. I principali prodotti esportati dal Sudafrica al Qatar erano carne di pecora e capra (17,6 milioni di dollari), agrumi (16,7 milioni di dollari) e munizioni (15 milioni di dollari). Negli ultimi 27 anni, le esportazioni del Sudafrica
verso il Qatar sono aumentate a un tasso annualizzato del 16,8%, da 1,76 milioni di dollari nel 1995 a 116 milioni di dollari nel 2022. Nel 2022, il Qatar ha esportato 447 milioni di dollari in Sud Africa. I principali prodotti esportati dal Qatar al Sud Africa erano fertilizzanti azotati (191 milioni di dollari), petrolio raffinato (136 milioni di dollari) e zolfo (76,3 milioni di dollari). Negli ultimi 27 anni, le esportazioni del Qatar verso il Sud Africa sono aumentate a un tasso annualizzato del 14,8%, da 10,7 milioni di dollari nel 1995 a 447 milioni di dollari nel 2022.
Numeri che cresceranno ancora come è emerso nell’incontro avvenuto il 15 novembre 2023 a Doha tra il Presidente della Repubblica del Sud Africa Cyril Ramaphosa e lo sceicco Tamim bin Hamad Al Thani.