La Verità (Italia)

Dopo calcio, hotel e moda l’emirato si allarga in Europa sfruttando l’arma del gas

La rinuncia Ue al metano russo aumenta l’importanza di quello liquido, di cui Doha è primo esportator­e globale. Il rapporto speciale con Parigi e il caso dei politici comprati

- S. Pia.

■ Il Qatar è uno Stato del Medio Oriente situato lungo la costa occidental­e del golfo Persico, con il suo territorio interament­e affacciato sul mare e collegato solo da un breve lembo di confine all’arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. La sua estensione è costituita da una stretta striscia di terra, lunga circa 160 km e larga tra i 50 e gli 80 km. Questa regione è caratteriz­zata da un terreno pianeggian­te e arido, tipico delle zone desertiche, dove si trovano deserti sabbiosi, rocce e steppe aride. Il Qatar, dove vivono appena 2,688 milioni di persone, ha la sua sconfinata ricchezza nel sottosuolo: si classifica come il terzo maggior produttore mondiale di gas naturale, seguendo gli Stati Uniti, la Russia e l’iran. È inoltre il principale esportator­e di gas naturale liquefatto (gnl) a livello globale.

Il giacimento North Dome Gas Field è il terzo più vasto al mondo per riserve di gas naturale confermate, posizionan­dosi dopo la Russia e l’iran. Le riserve accertate di questo giacimento ammontano a 896.000 miliardi di piedi cubi di gas naturale, equivalent­i a circa 24.500 miliardi di metri cubi, rappresent­ando circa il 14% delle riserve globali. Situato nel bacino del Fars Arch, il giacimento si estende verso nord oltre i confini marittimi con l’iran, e confina con il grande giacimento iraniano di gas di South Pars. Il ministro dell’energia del Qatar, Saad Sherida al Kaabi, che è anche a capo dell’azienda di stato Qatar Energy, ha annunciato che il nuovo piano di espansione del North Field, denominato North Field West, porterà ad un aumento di 16 milioni di tonnellate di gnl all’anno rispetto ai piani esistenti. Questa espansione, che sui mercati servirà a colmare il vuoto lasciato dalle forniture russe bandite dopo la guerra in Ucraina, porterà la produzione complessiv­a del North Field da 77 milioni di tonnellate attuali a 142 milioni di tonnellate, rappresent­ando un aumento dell’85%. Al Kaabi ha inoltre dichiarato che Qatar Energy inizierà immediatam­ente i lavori di ingegneria per garantire il completame­nto dell’espansione entro il 2030.

Da una prospettiv­a macroecono­mica, il Qatar si posiziona tra i Paesi con il più alto pil pro capite al mondo, classifica­ndosi al 4º posto secondo le previsioni del Fmi per il 2023, con un valore di 89.417 dollari. Per fare un confronto, l’italia si trova al 38º posto in questa classifica. Tutta questa ricchezza è servita a comprare asset in tutto il mondo attraverso il Qatar Investment Authority (Qia) che detiene, per esempio, il 15,5% di Volkswagen, il 6,3% della banca inglese Barclays e il 6% di Credit Suisse. Inoltre, possiede quote significat­ive in Airbus, Total, Vivendi ed Engie solo per citarne alcuni. In Italia il Qia, che ha in pancia asset pari a più di 460 miliardi di dollari, ha investito massicciam­ente nell’immobiliar­e (5 miliardi di dollari). A Milano possiede anche l’hotel di lusso Excelsior Gallia. Al Qatar appartengo­no una serie di hotel 5 stelle a Roma (St. Regis ed Exclesior), a Firenze (Four Season e Baglioni) e a Venezia (Gritti), oltre a diversi complessi turistici in Costa Smeralda e una serie di maison di alta moda.

In Francia il Qatar da decenni domina la scena degli affari, della politica (non si contano più gli scandali che vedono politici di destra e di sinistra prendere mazzette dagli uomini dell’emirato) e dello sport grazie al Paris Saint Germain, squadra di calcio della Ligue 1 acquistata nel 2011 dal Qatar Sport Investment­s per 200 milioni di euro (oggi vale 4,25 miliardi di euro), nella quale ha investito fin qui almeno 2 miliardi di euro. Il 27 febbraio scorso, Francia e Qatar hanno stretto una partnershi­p strategica, con il Qatar che si è impegnato a destinare 10 miliardi di euro a start up e fondi di investimen­to in Francia tra il 2024 e il 2030, secondo quanto dichiarato dalla presidenza francese in una nota. Gli investimen­ti, mirati al «reciproco vantaggio di entrambi i Paesi», si concentrer­anno su settori chiave che spaziano dalla transizion­e energetica ai semicondut­tori, dall’aerospazia­le all’intelligen­za artificial­e, dal digitale alla sanità, dall’ospitalità alla cultura. Gli Stati europei mantengono una fitta rete di relazioni commercial­i con il Qatar, che nessuno sembra voler interrompe­re anche perché i qatarini sono molto generosi come visto con il Qatargate: scandalo che ormai è stato affossato perché ha scoperchia­to gli inconfessa­bili intrallazz­i di alcuni parlamenta­ri europei che hanno ricevuto per anni pacchi di euro per difendere Doha nelle istituzion­i europee.

I rapporti con il Qatar sono accompagna­ti da un’ipocrisia evidente: da un lato, attraverso i media, si denunciano le violazioni dei diritti umani e dei diritti delle persone Lgbt, e il finanziame­nto al terrorismo, mentre dall’altro i politici europei cercano di ottenere profitti (talvolta personali) dai finanziame­nti provenient­i da Doha, così come da altri Paesi del Golfo. Poi se le cose vanno male in politica gli uomini di Doha hanno sempre un sacco di poltrone ben remunerate da offrire ai vecchi e nuovi amici, compresi alcuni organi di stampa, pronti a parlar bene dell’emirato del gas. D’altronde, come scrive in un celebre aforisma lo scrittore tedesco Gabriel Laub, «gli uomini onesti si lasciano corrompere in un solo caso: ogniqualvo­lta si presenti l’occasione».

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 ?? ?? PALLONE ED ENERGIA A destra, il proprietar­io del Paris Saint-germanin, Nasser Al Khelaifi. In basso, la sede della Qatar Energy, che aumenterà la produzione di gas [Getty]
PALLONE ED ENERGIA A destra, il proprietar­io del Paris Saint-germanin, Nasser Al Khelaifi. In basso, la sede della Qatar Energy, che aumenterà la produzione di gas [Getty]

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