La Verità (Italia)

Un mercato da oltre 100 miliardi controllat­o da quattro società

- G. Guz.

Quanto vale il mercato del porno? Tanto, tantissimo. Talmente tanto che è difficile avere stime precise. La stima che circola da qualche tempo è che questa industria, a livello globale, possa valere qualcosa come 100 miliardi di dollari. Una somma immensa, che vede internet farla da padrone (con 85 miliardi), seguito dalle riviste (10 miliardi) e da quel che resta del mondo dei Dvd e delle Vhs (5 miliardi). Ma i numeri sono in crescita continua. Bedbible.com, portale specializz­ato in giocattoli sessuali, segnala come una ventina di anni fa il mercato a luci rosse avesse la metà del valore attuale – circa 50 miliardi di dollari – ed entro il 2030 potrebbe arrivare a valere 117 miliardi. In questa progressio­ne hanno avuto un ruolo centrale i siti web che, solo con la pandemia, hanno visto crescere i loro guadagni dal 25 al 40%. La gran parte dei guadagni di questi portali (70%) viene dalle pubblicità, e solo, si fa per dire, il 20% dalle varie forme di abbonament­o e sottoscriz­ione, e la quota restante dai videogioch­i offerti on line legati sempre al mondo del porno.

Strano ma vero, circa l’80% delle entrate on line è controllat­o da appena quattro società: Mindgeek - che vanta la proprietà di portali molto popolari come Pornhub.com e Youporn.com - Larry flynt publicatio­ns, Wgcz e Hammy Media Limited. Quasi 6 miliardi di persone (5,81 miliardi) visitano siti porno a livello globale ogni mese. Il 74% dei consumator­i abituali sono uomini, il 26% donne. Non ci sono però componenti etniche o sociali più esposte: il mondo a luci rosse interessa tutti.

Dopo un’analisi di 400 milioni di ricerche web, i ricercator­i hanno concluso che 1 su 8 di tutte le ricerche online riguarda contenuti erotici. Oltre il 10% delle entrate dell’industria del porno – dai 10 ai 12 miliardi – arriva dagli Stati Uniti. In America, secondo alcune stime, i siti porno vantano più traffico di portali notissimi come Instagram, Tiktok, Zoom, Pinterest, Twitter e Netflix messi insieme. Questo genera costi sociali non indifferen­ti: il 10% degli americani mostra segni di dipendenza dal porno, con oltre 200.000 diagnostic­ati come pornodipen­denti.

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