AFFATICATO E SENZA VOCE: IL PAPA NON LEGGE L’OMELIA E RESTA IN SILENZIO
ripeto, il cristianesimo è anzitutto una storia di corpi, del corpo umano di Dio. Tanto che Tertulliano poteva affermare: «Caro salutis est cardo» («la carne è il cardine della salvezza»). Infatti i sacramenti sono segni materiali che ripetono i gesti concreti del Salvatore e che investono e toccano i nostri corpi, così come le mani di Gesù toccavano i malati (e li guarivano), così come le sue braccia avvolgevano nell’abbraccio e i suoi occhi perdonavano e conoscevano gli uomini fino in fondo all’anima e ne avevano misericordia.
Con l’eucaristia, Cristo si fa addirittura nutrimento dei corpi e realmente si fa mangiare: entra nelle viscere con il suo corpo, il suo sangue, la sua anima e la sua divinità. Si fa assimilare dai mortali, impastandosi con la misera carne
Niente omelia per papa Francesco (foto Ansa). Dopo la lettura del Vangelo della Domenica delle Palme, il Pontefice, apparso affaticato e con una voce a tratti flebile, ha deciso di dare spazio al silenzio al posto della consueta omelia, mettendo da parte il testo e rimanendo in silenzio per alcuni minuti. La messa è poi ripresa con la recita del Credo. mai di contemplare: «perché ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te», scrive sant’agostino in quelle sue Confessioni così decisive per il padre dell’umanesimo, Francesco Petrarca (e quindi decisive per la nascita della poesia italiana, che da lui specialmente prenderà forma, essendo Dante un «unicum» inarrivabile).
«L’umanità di Cristo è la nostra felicità» […] È la frase con cui san Tommaso d’aquino inizia la parte della Summa theologica in cui parla di Gesù. Dice proprio così: «Ad hunc finem beatitudinis / Al loro destino di felicità [perché questo, la felicità, è il destino dell’uomo: ad hunc finem beatitudinis] / homines reducuntur per humanitatem Christi / gli uomini sono ricondotti attraverso l’umanità di Cristo».