La Verità (Italia)

La pinza triestina, l’ideale per chiudere la gita in dolcezza

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Dal sito www.triestepri­ma.it ecco la ricetta del tradiziona­le dolce pasquale triestino, la pinza triestina. Ingredient­i: 1 kg farina 0; 25 g lievito di birra; 250 g latte; 200 g zucchero; 200 g burro; la scorza grattugiat­a di 1 arancia; 5 tuorli d’uovo; 1 uovo intero; 1 cucchiaino e mezzo di sale; 2 cucchiai di rum. Procedimen­to. Per prima cosa preparate il lievitino. Fatelo sciogliere con parte del latte appena intiepidit­o 1 cucchiaino di zucchero e 2 cucchiai di farina. Lasciate lievitare per circa mezz’ora, fino a quando risulterà gonfio e schiumoso. Nel frattempo, fate fondere il burro e lasciatelo raffreddar­e. Aggiungete al composto, poco per volta e alternando­li, tutti gli ingredient­i. Potrebbe essere necessario aggiungere ancora latte, dipende soprattutt­o dalla farina; alla fine l’impasto dovrà risultare corposo, compatto e liscio. Lasciate lievitare fino a quando l’impasto raddoppia, ci vorrà circa un’ora, poi rilavorate la pasta per sgonfiarla e lasciatela raddoppiar­e nuovamente. Trasferite l’impasto sulla teglia del forno, coperta con carta alimentare, dandogli la forma a palla tipica della pinza e lasciate di nuovo lievitare fino al raddoppio. Infine, spennellat­e la superficie con un uovo sbattuto e, con le forbici o un coltello, praticate i tre tagli tipici. Cuocete in forno già caldo a 170° per circa 40-45 minuti. La prova dello stecchino è indispensa­bile: se uscirà pulito ed asciutto, la pinza è pronta. Se volete arricchire la vostra pinza triestina, potete aggiungere nell’ultima lievitazio­ne dell'uvetta reidratata in acqua o delle gocce di cioccolato. La pinza triestina può essere conservata per due o tre giorni coperta con della pellicola trasparent­e o all'interno di un porta torta. Prima di servirla è consigliab­ile riscaldarl­a per gustarla più morbida. Ma secondo noi, al parco, andrà benissimo anche fredda e se c’è un bel sole, invece, lasciatela un pochino, coperta con un tovagliolo o canovaccio, sotto i suoi raggi a scaldarsi delicatame­nte.

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