Se andremo in guerra il partito di Davos dovrà dare l’esempio
raggiungimento di un compromesso.
Nell’orribile eventualità che la Nato entri in guerra contro la Russia, indosserò l’elmetto e imbraccerò il fucile nonostante i miei passati 60 anni. Ma soltanto ad una condizione: che i ragazzini viziati di Davos (Attal, Macron, Trudeau, ecc.) siano accanto a me in trincea con elmetto, fucile e... guantoni. Se la nostra gioventù dovrà farsi strappare gli arti e dilaniare il petto, che loro diano l’esempio di come si muore in guerra per una giusta (!?) causa. l’errore di candidarvi alle elezioni europee, e soprattutto non commettete l’errore di candidarvi in tutti i collegi per dare una dimostrazione di forza. Le elezioni europee sono una cosa seria, consentono di portare la voce dell’italia nel Parlamento europeo, di sostenere i nostri valori, di difendere i nostri interessi. La vostra candidatura sarebbe una sciocca manifestazione di valorizzazione dell’ego di cui non avete bisogno, abbiate il coraggio di rinunciare ad una manciata di voti in più senza cercare di raccattare consensi inutili. Sappiamo tutti che, se foste elette, un minuto dopo dareste le dimissioni; e sarebbe una iattura per l’italia esporsi alle critiche (giuste) di chi alle elezioni candida solo persone disposte a fare il proprio dovere nelle istituzioni comuni. che stupisce, tuttavia, è che le «ragioni» d’opposizione non considerano - e, soprattutto , non confutano - il merito ed i numeri (in termini di oggettivo risparmio) della riforma stessa, bensì si risolvono in vuote frasi retoriche autoreferenziali, come da ultimo, il commento della prof. Antonella Trocino - docente di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari, Università Luiss Guido Carli - che, su Il Sole 24 Ore del 23 marzo, sostiene che «“la frammentazione della Repubblica Italiana, una e indivisibile secondo l’art. 5 della Costituzione, è il principale rischio dell’autonomia differenziata».