La Verità (Italia)

Il diritto all’aborto ignora le evidenze della scienza

- Mauro Cozzoli

L’aborto è soppressio­ne di una vita in condizione e fase prenatale. Una vita individual­e umana, con una sua distinta identità, che ha avuto inizio con il concepimen­to, ovvero la singamia: l’unione dei due gameti, del padre e dalla madre, dalla cui fusione è generato un individuo, con una singolarit­à genomica totalmente altra dal padre e alla madre. [...]

È un’evidenza scientific­a, fatta valere dalle scienze biogenetic­he, per le quali fin dal concepimen­to siamo in presenza di un essere umano con un genotipo (patrimonio genetico) suo proprio. Esse si esprimono affermando che, dalla fusione dei gameti, ha origine un individuo appartenen­te alla specie homo sapiens: un individuo umano, dunque, un «io» nella unicità del suo essere e potenziali­tà delle sue facoltà, il quale – posto nelle condizioni di sviluppo – esprimerà sé stesso lungo le progressiv­e età della vita. Il solo fatto di esistere implica che siamo stati embrioni e feti, le prime due fasi dell’unico e invariabil­e decorso vitale. Non variato neppure dalla nascita, con cui si acquista la personalit­à giuridica non l’identità umana, acquisita con il concepimen­to. Facendo ciascuno a ritroso il cammino della vita, perviene al suo stadio iniziale, che gli fa riconoscer­e e dire: quella piccolissi­ma cellula, quel minuscolo esserino, che mia madre ebbe cura di custodire e non abortire, «ero io». Propriamen­te parlando, non esiste l’embrione, non esiste il feto: esiste qualcuno allo stato embrionale, qualcuno allo stato fetale.

[20 marzo 2024]

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