Macché rincari, le tariffe caleranno
Il vettore tricolore non è un colosso tale da poter creare distorsioni di mercato Oggi i concorrenti offrono prezzi più vantaggiosi, il nuovo gruppo dovrà adeguarsi
■ La Commissione Ue spara le ultime cartucce sull’operazione Ita-lufthansa. In pieno clima elettorale per il rinnovo delle istituzioni europee, usa argomentazioni più di marketing che di sostanza per tentare di stoppare la fusione tra le due compagnie. E lo fa corteggiando i consumatori, tirando in ballo un ipotetico rischio di incremento dei prezzi e di un crollo della qualità dei servizi, qualora l’acquisizione del 42% di Ita da parte di Lufthansa andasse in porto. Nella lettera («statement of objections») dei servizi per la concorrenza, la questione tariffe occupa un ruolo centrale tra i rilievi e i nodi ancora da sciogliere prima del via libera alla fusione. La Commissione sottolinea che «ogni anno, milioni di passeggeri viaggiano su queste rotte per una spesa totale annua di oltre 3 miliardi di euro e l’obiettivo è garantire che l’operazione non comporti effetti negativi per i clienti, consumatori e imprese in termini di aumento dei prezzi o di riduzione della qualità dei servizi».
Ma le cose stanno proprio così? Da un’analisi comparativa con le maggiori compagnie aeree, Ita non può definirsi un colosso tale da poter creare una distorsione del mercato. Nelle rotte di maggior flusso, quelle verso gli Stati Uniti, nel 2024 si stima un incremento di 500600.000 passeggeri rispetto al 2023 per complessivi 4,6 milioni. Per Ita nel 2024 sono previsti circa 950.000 passeggeri con un aumento del 7% del traffico da e verso gli States rispetto al 2023, troppo poco per poter competere con i grandi vettori se si pensa che solo Delta nel 2023, su questa destinazione, ha trasportato oltre 1,2 milioni di passeggeri.
Veniamo alle tariffe. Consideriamo un biglietto non rimborsabile, Roma-new York, con il bagaglio e il posto a sedere incluso (è stato applicato un supplemento di 29 euro a posto per volo), e confrontiamo Ita con Delta Airlines (volo diretto), Air France (uno stop a Parigi o Amsterdam), United Airlines (volo diretto), American
Airlines (volo diretto), British Airways (scalo a Madrid o Londra) e Lufthansa (scalo a Francoforte).
Per la business class prendiamo in considerazione la tariffa più bassa disponibile al momento della prenotazione che prevede il tutto incluso, ma non il rimborso del biglietto. Partendo il 3 giugno 2024 con rientro il 15 giugno 2024, la tariffa più bassa è di British Airways che vende l’andata e ritorno (con scalo a Londra) a 835 euro. Seguono Air France con 859 euro e poi Lufthansa a 864 euro. La tariffa più alta è di American Airlines (volo diretto) a 1.964 euro, Ita segue subito dopo United (1.536 euro) con 1.337 euro. La business class più bassa è di British Airways a 2.734 euro, e la più alta è della classe Polaris di United (volo diretto su Newark) a 4.844 euro. Ita in questo periodo ha una tariffa abbastanza in linea con quella di marzo, infatti si posiziona tra le tre tariffe meno care del periodo con un prezzo di 3.178 euro. Nel periodo con maggiore richiesta per gli States, partenza il 3 settembre 2024 e rientro il 13 settembre 2024, sempre Roma-new York, per l’economy, la tariffa più bassa la offre sempre British Airways a 678 euro mentre la più cara risulta essere quella di United a 1.188 euro. Ita si piazza con 960 euro al quarto posto subito dopo Lufthansa con 824 euro. Se poi si fa un’analisi del costo dei biglietti per le città non collegate, cioè verso Honolulu, St.thomas, Las Vegas, Orlando, Seattle, Detroit, emerge che Ita non è competitiva sulle destinazioni non servite dai propri voli. Ad esempio un volo Roma-detroit, partenza 3 giugno con rientro 15 giugno, il biglietto di Ita è di 1.344 euro mentre Delta è di 1.176 euro.
Cristiano Spazzali, esperto del settore aereo e ex direttore generale di Azzurra Air, fa notare che siccome che «le tariffe applicate dagli attuali concorrenti sono già più vantaggiose, l’ingresso di Ita in Star Alliance per effetto della fusione con Lufthansa non può fare altro che abbassare i prezzi».