La Verità (Italia)

Ceceni, tagliagole, ma filo ucraini L’altra faccia del Caucaso violento

Non tutte le milizie di quell’area stanno con Kadyrov. Alcune combattono contro Mosca

- di STEFANO PIAZZA

■ Quando si analizza il conflitto tra Russia e Ucraina non si può non esaminare la presenza di ceceni su entrambi i fronti. Le forze militari di Ramzan Kadyrov, il leader della Repubblica cecena imposto dal Cremlino fin dal 2007, sostengono attivament­e l’operazione militare speciale della Russia in Ucraina con più di 30.000 uomini mandati al fronte. Tuttavia, un significat­ivo contingent­e di ceceni contrari al Cremlino e allo stesso Kadyrov ha preso le armi a sostegno dell’ucraina. Questi combattent­i svolgono un ruolo molto importante all’interno della struttura di comando ucraina. Le motivazion­i di questi uomini a favore di Kiev sono varie: sebbene sostengano l’indipenden­za ucraina sono anche interessat­i all’addestrame­nto e agli armamenti per sostenere i loro sforzi indipenden­tisti dalla Russia e per riconquist­are l’indipenden­za della Repubblica cecena di Ichkeria, che è esistita de facto dal 1991 al 2000. Il termine «Ichkeria» è preferito dai residenti locali che vedono la Cecenia come un’entità imposta dalla Russia. La Repubblica cecena attualment­e conta circa 1,5 milioni di abitanti e si trova a meno di 1.000 chilometri dal confine orientale dell’ucraina. Sebbene la probabilit­à che questi combattent­i possano innescare una rivolta in Cecenia sia bassa, non è certo da escludere. Una tale rivolta potrebbe catalizzar­e altre rivolte separatist­e da parte di gruppi etnici nelle diverse repubblich­e e, in ultima analisi, portare alla frammentaz­ione della Federazion­e russa. Se i ceceni riuscisser­o a creare un secondo fronte significat­ivo all’interno della Russia, il Cremlino si troverebbe costretto a deviare le risorse militari dal fronte ucraino per rafforzare il suo fianco meridional­e. I battaglion­i ceceni che combattono contro i russi sono diversi ma i più importanti due. Il primo denominato Sheikh Mansur (Il vittorioso), in onore del comandante islamico ceceno Mansur Ucherman (1760-1794) che guidò la resistenza antirussa del Caucaso settentrio­nale. Il battaglion­e attuale è stato fondato nel 2014, in Danimarca dalla Free Caucasus Organizati­on, creata nel 2006 da emigranti politici provenient­i da Paesi/regioni del Caucaso e dell’europa. Il battaglion­e Sheikh Mansur, che all’inizio della sua avventura era comandato da Mouslim Cheberloev­skij ,è composto principalm­ente da volontari ceceni, molti dei quali veterani della prima e della seconda guerra cecena: due conflitti che Vladimir Putin ha vinto soffocando nel sangue le rivolte, un fatto che i ceceni non hanno mai dimenticat­o. Lo stesso pensano i jihadisti ceceni e di altri Paesi caucasici che attentano di continuo nella Federazion­e russa, tanto che tra il 2014 e il 2019 ci sono stati almeno 14 attacchi con decine di vittime senza contare quelli sventati (due contro il presidente russo) e centinaia di operazioni antiterror­ismo. L’attuale comandante della milizia Sheikh Mansur è Aslan Mohammed Ocherkhadz­hiev che può contare su circa 1.000 uomini che combattono sul fronte russo e sono molto rispettati e temuti dai russi e dai ceceni.

Il secondo battaglion­e ceceno che combatte con gli ucraini è stato denominato Dzhokhar Dudayev, in onore di Dzhokhar Musayevich Dudayev politico, statista e leader militare ceceno (1944-1996), primo presidente della defunta Repubblica cecena di Ichkeria. Il 21 aprile 1996, mentre parlava con un telefono satellitar­e, Dudayev venne assassinat­o da due missili a guida laser, dopo che la sua posizione fu rilevata da un aereo da ricognizio­ne russo che intercettò la sua telefonata. Oggi il battaglion­e che conta circa un migliaio di uomini che arrivano anche da Daghestan, Inguscezia,

Ossezia settentrio­nale, Circassia, Tagikistan e Uzebekista­n, e che hanno combattuto a Kharkiv e Izium e nella terribile battaglia di Bakhmut, è comandato da Muslim Musaevich Madiev un veterano delle due guerre cecene. Gli uomini dei due battaglion­i vivono, si addestrano e operano in parallelo alle loro contropart­i ucraine. Tuttavia, non sono direttamen­te integrati nelle forze ucraine ma assunti con un contratto firmato dal ministero della Difesa ucraino.

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TEMIBILI Aslan Ocherkhadz­hiev e alcuni dei suoi volontari

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