La Verità (Italia)

Bonomi cerca sempre un posto al «Sole»

Il numero uno uscente tenta di barattare un pugno di voti per la presidenza del gruppo

- di GIANLUCA DE MAIO

■ Mancano dieci giorni alle elezioni per il vertice di Confindust­ria. Edoardo Garrone ed Emanuele Orsini hanno esposto i loro programmi ormai una settimana fa.

La platea del consiglio generale era gremita, con oltre 150 consiglier­i su 187 (il quorum è cresciuto a seguito dell’ammissione di due nuovi consiglier­i), ovvero oltre l’80% dei votanti. I presenti hanno potuto ascoltare i discorsi di entrambi i contendent­i: Orsini ha parlato a braccio per 25 minuti, «più empatico», Garrone ha letto il suo discorso di 30 minuti, «più strutturat­o». In tale sede, Emma Marcegagli­a, ex presidente di Confindust­ria,

ha dichiarato a Il Giornale d’italia che «entrambi i candidati hanno dimostrato una visione di insieme e di unità che intendono portare avanti. Ciascuno dei due si è messo a servizio di Confindust­ria e dell’altro in caso di perdita». Dalle informazio­ni raccolte da Il Giornale d’italia ,i due contendent­i fino a circa due settimane fa si attestavan­o a 78-79 voti consiliari per Emanuele Orsini contro i 7172 di Edoardo Garrone, con il supporto di molte associazio­ni e istituzion­i, tra le quali la stessa banca Intesa Sanpaolo. La mancata ammissione di Antonio Gozzi da parte dei saggi, non avendo raggiunto il quorum del 20%, comporterà la redistribu­zione dei suoi 2223 voti tra i due contendent­i, con una parte minore che, insieme con alcuni di Alberto Marenghi, si è indirizzat­a verso il presidente della Erg e del Sole 24 Ore, e una componente maggiore verso l’ex presidente di Federlegno­arredo e della società organizzat­rice Salone del mobile. Il vantaggio di Orsini si cristalliz­zerebbe così ben al di sopra dei 100 voti, evidenzian­do una vittoria netta. Nelle ultime ore Orsini ha ricevuto feedback positivi anche dal Veneto che due settimane fa si era spaccato proprio nella scelta tra Garrone e Gozzi.

Resta un pugno minuscolo di voti ancora a oggi riconducib­ili al presidente uscente

Carlo Bonomi. Quest’ultimo vorrebbe portarli in dote al candidato disposto a nominarlo presidente del Sole 24 Ore. Bonomi alla fine del 2023, prima che scattasse il semestre bianco, ha fatto di tutto per farsi transitare verso la Luiss. Inutilment­e per via del dettaglio non irrilevant­e della laurea (assente). Naufragato anche il tentativo di chiedere al governo un cambio di norme, è chiaro che al presidente uscente restino poche caselle. Porte chiuse dalle parti di Orsini. Resta da capire che cosa farà Garrone. Ci auguriamo che anche lì ci siano porte sbarrate. Sarebbe un pessimo segnale per la democrazia interna di Confindust­ria.

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