I clan volevano prendersi l’azienda delle campagne elettorali dei dem
Uno degli arrestati puntava a rilevare la società che lavorò agli eventi del sindaco di Bari e del governatore pugliese e spendere i loro nomi per ottenere commesse e prestiti dalle banche (che non avrebbe restituito)
Nel luglio del 2023 Giacomo Olivieri, l’ex consigliere regionale pugliese finito in manette per il presunto voto di scambio alle elezioni comunali di Bari del 2019, voleva rilevare insieme a un uomo del clan criminali locali una società attiva nell’organizzazione di eventi, da affidare a un prestanome. Non un’azienda qualunque, quella che negli anni precedenti sarebbe stata impegnata negli allestimenti delle campagne elettorali del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e del sindaco di Bari Antonio Decaro. Secondo quanto evidenziato dagli inquirenti, la «Romano exhibit “nell’ultima campagna elettorale di Emiliano“e alla “campagna elettorale di De caro (Decaro, ndr)” , si è occupata della fornitura ed assistenza dell’allestimento degli eventi». La circostanza, che emerge dalle oltre 2.000 pagine della «Attualizzazione delle esigenze cautelari in relazione alla richiesta di misura cautelari» trasmessa dai pm baresi al gip, conferma la capacità di infiltrazione dei clan all’interno del tessuto politico-imprenditoriale. È il 3 luglio dell’anno scorso quando Olivieri si reca nell’abitazione di Angelo «Lello» Falco, che si trova agli arresti domiciliari e che, secondo le dichiarazioni di un pentito riportate dai magistrati sarebbe «considerato un criminale barese di lungo corso». I due discutono dell’opportunità di rilevare una società «affidabile e solida», con i conti in ordine e senza debiti, affidarla a un prestanome, e usarla come strumento per accedere a «finanziamenti statali» e «bancari», per poi far sparire i fondi ottenuti senza restituirli. E Olivieri propone appunto la Romano exhibit, all’interno della quale, intenderebbe mantenere come schermo «l’attuale titolare per due anni, tre anni...».
L’ex consigliere spiega: «Quando voglio io, rimane accanto .... domani mattina ... mio nipote, ... io ho 75 anni, mio nipote sta continuando l’attività...». Poi spende come una garanzia di solidità le attività dell’azienda nelle campagne elettorali degli esponenti dem: «nell’ultima campagna elettorale di Emiliano, quelli mi fecero tutti i box, mi fecero tutta l’assistenza, alla campagna elettorale di De Caro (Decaro, ndr), l’anno scorso , mi prepararono tutti i locali, cioè l’azienda esiste veramente, allora con un azienda del genere tu, a parte il prestito che puoi avere che poi non restituisci, ma se c’è ... Lello che ha un immobile che vale 1.000.000 ... e ci mettiamo d’accordo e ce lo vende a 5.000.000 di cui quattro devono andare la è chiaro». Per Olivieri, l’anziano titolare della società «ha paura pure dell’ombra sua, ha 75 anni, ha fatto sempre questo lavoro, non prende debiti bancari,
non è uno che rischia nulla, cioè uno che vive liscio liscio, proprio tranquillo, tutto sempre perfetto, non è proprio il soggetto…». Insomma, un galantuomo, che diventerebbe a sua insaputa lo schermo di operazioni truffaldine. E poi, le due campagne elettorali sarebbero un biglietto da visita straordinario: «un’azienda che richiede informazioni bancarie, quindi informazioni particolari no? Del tipo chiamano a Emiliano “perfetto!”, chiamano a Decaro “perfetto!” ... cioè è un’azienda che anche dal punto di vista della nomea e lui come persona, ha una marea di rapporti, tutti da santo […] che vuoi una spiegazione della cessione aziendale ... è per l’età che lui ha per far continuare a lui...che si chiama Oronzo (il prestanome, ndr) che è imprenditore .... che può diversificare». L’azienda, spiega ancora l’indagato, prende anche appalti per gli eventi alla Fiera del Levante, partecipata anche dal Comune di Bari: loro fanno allestimenti in fiera... quindi loro prendono appalti quando c’è la Fiera... La Fiera del Levante, dice «io appalto tutto l’allestimento dei capannoni degli stand a chi mi fa l’offerta migliore».
La conversazione prosegue tra Olivieri, Angelo Falco e il nipote di quest’ultimo, Michele Falco. I tre parlano del rapporto con il presidente della Regione. Angelo Falco chiede a Olivieri se è stato pagato o meno da Emiliano. L’ex consigliere risponde: No, da Emiliano eravamo legati». Poi aggiunge: «Ma noi non facciamo regali a nessuno…». Angelo Falco chiosa: «quantomeno a Emiliano». Olivieri rincara la dose: «no, nemmeno a Decaro ... a nessuno ..». Per Michele Falco invece, il sindaco di Bari «è peggio di Emiliano». Lo zio, forse forte della «nomea» della società, sembra addirittura puntare a prendere appalti dal governatore pugliese: «A Emiliano ci prendiamo il 50% di anticipo .... e non so niente!». Il nipote lo avverte: «Se hai idea di voler truffare a Emiliano ti inguai!». Per Olivieri invece «sarebbe cosa giusta». Poi aggiunge: «Qua è un peccato, cosi ad accontentarsi, capito cosa voglio dire? .... cioè se io faccio muovere un mezzo mondo e poi continuo a drenare, che cacchio me ne frega […]». Il suo interlocutore però, forse anche dopo l’avvertimento del nipote è prudente: «Avvocato, cos’é? ... per un anno avere un azienda del genere, non penso che li conosci, la vita com’è». Ma l’ex consigliere regionale tira dritto: «Lello, che ce ne frega a noi... Ci prendiamo 1.500.000 euro e se non riusciamo ci togliamo di mezzo…».