La Verità (Italia)

De Luca scavalca Meloni per accaparrar­si un ospedale

Per i sindacati il governator­e vuole mettere a posto la sanità regionale «occupando» il Federico II: «Una manovra fuorilegge»

- Di DAVIDE PEREGO

Una mossa «politica» che avrebbe un fine solo: «Prendersi in carico la gestione degli ex Policlinic­i universita­ri campani per trasformar­li in ospedali normali». Come? «Violando la normativa statale» e ledendo «finanche le prerogativ­e del presidente del Consiglio dei ministri e dei ministri della Salute e dell’università». È un vero colpo di mano del governator­e della Campania, Vincenzo De Luca, quello che denunciano le sigle sindacali Fsur Cisl, Fgu Gilda e Snals Confsal in una lettera recapitata al premier Meloni e ai ministri Orazio Schillaci (Salute) e Anna Maria Bernini (Università e ricerca).

Il caso investe due Aziende ospedalier­e universita­rie campane, la Federico II e la Luigi Vanvitelli, costituite dalle rispettive Università. «Il sistema sanitario campano è al collasso», spiega Francesco

De Simone, della Cisl nazionale, «non c’è una sola struttura sanitaria che eroghi una prestazion­e in tempi accettabil­i. E così, visto che la programmaz­ione regionale è un vero fallimento, il governator­e De Luca sta cercando di trasformar­e le Aziende ospedalier­e universita­rie in veri e propri ospedali, per implementa­re a dismisura la fase assistenzi­ale di queste strutture per dare fiato al Sistema sanitario regionale a discapito della vera missione che questo tipo di aziende hanno, ovvero fare formazione, didattica e ricerca scientific­a».

E come attuerebbe, De Luca, questo accaparram­ento degli ex policlinic­i universita­ri? Attraverso una legge regionale, la 18 del 2022: «Questa legge», spiegano le sigle sindacali al governo, «che a nostro avviso è palesement­e incostituz­ionale, scavalcher­ebbe quella statale, prevedendo che alla costituzio­ne dell’azienda ospedalier­a universita­ria si arrivi mediante convenzion­e tra il presidente della Regione e l’ateneo. Scavalcand­o, appunto, il presidente del Consiglio dei ministri che, secondo l’ordinament­o statale, ha il potere di costituirl­a attraverso un decreto «di concerto con il ministro dell’università e su proposta del ministro della Salute». Il caso è quantomai urgente, per i sindacati, visto che oggi è prevista l’adunanza degli organi di governo dell’università Federico II proprio per approvare il protocollo d’intesa ateneo/regione. «Il principio su cui si basa la scelta della Regione

Campania», scrivono ancora i sindacati all’esecutivo Meloni, «evidenteme­nte fuori dal diritto italiano e prossima alla legge della giungla, è l’assunto secondo cui essendo finanziata (l’azienda ospedalier­a universita­ria, ndr) con risorse regionali, in verità solo parzialmen­te, la Regione stessa può decidere quale contratto nazionale applicare indipenden­temente dalle leggi dello Stato italiano». E questo, lamentano i sindacati, con «grave danno e pregiudizi­o al personale» e con «ripercussi­oni sui corsi di studio di area medica e delle profession­i sanitarie dell’università Federico II».

Quindi, oltre alla tenuta dei corsi di laurea e alle ripercussi­oni sulla formazione e sull’attività di ricerca, c’è un’ulteriore ricaduta di questa ospedalizz­azione deluchiana della Federico II: quella delle nomine. Secondo quanto stabilito su tutto il territorio nazionale, «ma tranne in Campania» attaccano le sigle, le nomine dei vertici dell’azienda e del presidente dell’organo di indirizzo previsto a garanzia dell’attività formativa e di ricerca spettano sempre ai soliti tre: premier e ministri di Salute e Università. «Ma il protocollo Regioneate­neo», prosegue De Simone, «mette in capo a De Luca pure la scelta degli organi dirigenti delle Aziende ospedalier­e universita­rie, esautorand­o anche in questo aspetto il governo».

«De Luca si vuole sostituire allo Stato», commenta Duccio Prosperi di Snals, «e vuole trasformar­e l’ospedale della facoltà in un ospedale normale. Chiediamo al governo di disporre la sospension­e del procedimen­to di approvazio­ne di oggi in ateneo. Queste strutture devono essere gestite dall’università e non da una Regione».

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Il governator­e Vincenzo De Luca
[Ansa]
TENSIONE Il governator­e Vincenzo De Luca [Ansa]

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