Gli avvocati dei fratelli Elkann vogliono cavarsela con una multa
Per la difesa sulla successione non c’è reato penale. A giorni il verdetto sui sequestri
Il mancato versamento della tassa di successione contestata ai fratelli Elkann per l’eredità della nonna Marella Agnelli non è previsto tra i reati penali nel nostro ordinamento, ma è punito con una semplice sanzione amministrativa. È quanto hanno sostenuto, secondo quanto ricostruito, i legali della difesa nelle quattro ore di udienza al tribunale del Riesame per determinare la legittimità del secondo decreto di sequestro emesso dalla procura di Torino per l’inchiesta sull’eredità Agnelli. Tesi, quella della difesa, respinta dai pm che conducono le indagini, che hanno sostenuto come il fatto che non sia espressamente prevista la fa comunque ricadere tra le norme generali. Oggetto del confronto tra i legali degli indagati - John, Lapo e Ginevra Elkann e il commercialista torinese Gianluca Ferrero -e i pm torinesi che conducono l’inchiesta, la legittimità dell’atto con il quale i magistrati inquirenti hanno trattenuto tutto il materiale sequestrato nel corso delle perquisizioni dello scorso 8 febbraio, nell’ambito dell’indagine partita da un esposto di Margherita Agnelli del 2022, che metteva in dubbio la residenza svizzera di Marella, vedova di Gianni Agnelli, sostenendo che in realtà la donna avesse trascorso la maggior parte del tempo in Italia e dunque la successione avrebbe dovuto essere regolata dalla legge italiana.
Sui sequestri di febbraio si è pronunciato una prima volta il tribunale del Riesame, alla fine del mese scorso, accogliendo
L’ACCUSA
in parte i rilievi sollevati dalle difese e disponendo la restituzione di parte del materiale. In particolare quello riguardante la Dicembre, ovvero la società che a cascata controlla la holding Exor e le sue partecipazioni in Ferrari, Stellantis, Cnh, Philips. Dopo la prima decisione del Riesame, i pm hanno quindi emesso un nuovo decreto di sequestro, che ha aggiunto la nuova ipotesi di reato - la truffa ai danni dello Stato per la mancata tassa di successione sul patrimonio di Marella - alla dichiarazione fiscale fraudolenta contestata in precedenza. E ha ampliato il numero degli indagati per includere, oltre a Ferrero, il notaio svizzero Urs Von Grunigen e John Elkann, anche i fratelli di quest’ultimo.
Da qui il nuovo ricorso al Riesame. Durante il lungo confronto i legali della difesa - Paolo Siniscalchi, Federico Cecconi e Carlo Re per i fratelli Elkann, Marco Ferrero e Paolo Davico Bonino per Ferrero - secondo quanto ricostruito, hanno contestato davanti al giudice anche la «pertinenza» e la «proporzionalita» del nuovo materiale sequestrato ai fini dell’ipotesi accusatorie. Tra le contestazioni dei difensori il principio ne bis in idem per quale non sarebbe possibile un secondo sequestro sugli stessi documenti già in parte dissequestrati dal Riesame. Secondo i pm, invece, la legittimità del secondo sequestro sarebbe basata sulla nuova ipotesi di reato, la truffa ai danni dello Stato, mancante al tempo del primo sequestro. E in virtù dell’allargamento del numero di indagati.
Al termine dell’udienza il giudice del riesame si è riservato la decisione, attesa nei prossimi giorni. Uscendo dall’aula, i legali delle difese si sono detti «fiduciosi» sull’esito del giudizio. Come preannunciato nei giorni scorsi, i difensori degli indagati hanno anche formalizzato la richiesta dell’incidente probatorio per i dispositivi elettronici sequestrati: telefoni, pc, tablet e schede di memoria dai quali andranno estratti i dati potenzialmente rilevanti per l’indagine.
Nei giorni scorsi, i pm hanno anche presentato ricorso in Cassazione contro la prima decisione del Riesame.