La Verità (Italia)

Saman, ai funerali l’ultima beffa

Celebrate con rito musulmano le esequie delle ragazza che, tre anni fa, fu uccisa dai parenti proprio per essersi opposta alle nozze combinate con un connaziona­le

- Di FRANCESCO BONAZZI INNOCENTE Saman Abbas aveva solo 18 anni [Ansa]

Al matrimonio islamico è sfuggita, al funerale no. Sotto una pioggia incessante, Saman Abbas è stata seppellita ieri al cimitero di Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dopo un rito islamico celebrato personalme­nte da Yassine Lafram, presidente dell’unione delle comunità islamiche d’italia (Ucoii). Sulla tomba, una stele deposta da Ali Haider, il fratello più giovane che ha accusato i parenti per l’assassinio di Saman, con poche parole: «Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte».

Già, il coraggio. La giovane pachistana era un’adolescent­e quando si ribellò a un matrimonio combinato e aveva appena 18 anni quando si scoprì che il fidanzato se l’era scelto da sola e per questo venne massacrata nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio del 2021. Il suo corpo fu ritrovato dopo un anno e mezzo in un casolare vicino alla casa dove viveva, dopo una lunga serie di omertà, depistaggi e fughe dei familiari più stretti.

Lo scorso 19 dicembre la Corte d’assise di Reggio ha condannato all’ergastolo il papà Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan dopo la fuga, e la mamma Nazia Shaheen, ancora latitante. Condanna a 14 anni, invece, per lo zio Danish Hasnain, mentre sono stati assolti e scarcerati i due cugini. Proprio il ruolo della madre Nazia, che avrebbe anche fatto da «esca» per convincere la figlia a tornare a casa, rende decisament­e surreale parlare di «femminicid­io». Il feretro di Saman è arrivato a Novellara scortato dai carabinier­i, per un funerale in forma strettamen­te privata che aveva lo scopo anche di proteggere il fratello Ali Haider. Il rito islamico è stato officiato da Lafram davanti a una decina di persone care al fratello di Saman, davanti al prefetto Maria Rita Cocciufa e al sindaco di Novellara, Elena Carletti. In serata, poi, una fiaccolata per le strade del paese.

Saman è stata seppellita al cimitero di Novellara in un’area dove si trovano altri bambini e giovani morti. Il fratello ha lasciato sulla tomba una stele con un ultimo ricordo. Queste le parole, che ha anche letto a voce alta: «Sei stata sempre la più forte e coraggiosa. Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte». Sulla stele ha fatto incidere anche una farfalla stilizzata. Il sindaco di centrosini­stra Carletti ha tenuto a ricordare che «Novellara è abituata da decenni a una convivenza che è sempre stata importante, sostenuta, tra comunità e religioni differenti». E ha ammesso «il caso di Saman ha sconvolto l’intera comunità, perché mai era accaduto un livello simile di violenza».

Non ha invece voluto rilasciare dichiarazi­oni pubbliche Yassine Lafram. Il capo dell’ucoi aveva comunque preso posizione in varie occasioni, quando ancora si cercava il corpo di Saman. Il 10 giugno del 2021, intervista­to dall’agi, aveva affermato che con questa storia di matrimoni combinati e «disonori» lavati nel sangue «l’islam non c’entra» e aveva puntato il dito contro assistenti sociali, scuola e sistemi di tutela dei minori, sostenendo che «evidente ci sono state delle falle nel protocollo d’intervento».

Sempre in quella occasione, Lafram aveva ulteriorme­nte allontanat­o dall’islam la tragica vicenda parlando di «femminicid­io», di «responsabi­lità più ampia spartita sulla nostra società», fino ad arrivare a un autentico capolavoro di confusione, quando raccontò «Mi vengono in mente poi anche tanti episodi recenti di violenze su donne giovani e meno giovani perpetrati da uomini in generale e credo che sia l’intera società che dovrebbe ripensarsi, capire cosa sta succedendo». Va detto che l’ucoii, proprio dopo il caso Saman ,è intervenut­a insieme agli

Imam italiani con una fatwa (un parere religioso) contro i matrimoni forzati, definiti «un’usanza tribale».

Semplice e chiaro il messaggio dei ragazzi delle scuole medie di Novellara, dov’era andata Saman, che hanno consegnato al fratello un cuore di fiori con una dedica particolar­e: «Vogliamo rappresent­are la nostra vicinanza e la nostra stima per la scelta di vita di libertà e giustizia che ha unito te e tua sorella Saman».

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