La Verità (Italia)

L’europa non si è accorta che le manca l’energia per la transizion­e green

Le auto non termiche e le pompe di calore per le case farebbero schizzare la domanda di elettricit­à «pulita». Dove trovarla? La realtà è che i leader della Ue non lo sanno

- Di MAURIZIO BELPIETRO

(...) abitazioni, a 15 kw. Ora, a parte i maggiori oneri, che si traducono in un maggior costo della bolletta, qualcuno sa spiegarmi dove troviamo l’energia elettrica per alimentare tutte queste pompe di calore?». Barbero non ha torto. Ho provato a informarmi e la maggior parte degli impianti di condiziona­mento per un appartamen­to di 100 metri quadri consuma più di 3 chilowatto­ra. Dunque, oltre a dover risolvere il problema di piazzare l’impianto (non tutte le abitazioni hanno balconi dove installare la macchina esterna e non sempre è concesso installarl­a sulla facciata condominia­le), le famiglie rischiano di doversi sobbarcare il maggior costo dell’energia elettrica. Tralascio l’aspetto che non tutte le case hanno impianti in grado di sopportare una fornitura da 7 o da 15 chilowatto­ra, ma il tema più importante è quello indicato dal lettore piemontese: dove la troviamo l’energia che ci consentirà di far funzionare le pompe di calore anche per riscaldarc­i?

E qui la questione va ampliata, perché in futuro non dovremo solo alimentare l’impianto di riscaldame­nto di casa, ma pure le vetture, dato che l’unione europea ha intenzione di vietare la produzione di motori termici per incentivar­e la diffusione delle auto elettriche. Non sto a elencare tutte le difficoltà di cui parliamo spesso, ovvero i costi di smaltiment­o delle batterie, l’autonomia dei veicoli che non inquinano, le stazioni di ricarica, la tecnologia in mano cinese e così via. Diamo per assodato che tutti questi problemi siano risolvibil­i. Ma l’energia elettrica per far funzionare le vetture a batteria dove la troviamo? Anche in questo caso non basta una fornitura da 3 chilowatto­ra, ce ne vuole come minimo una da 7, meglio ancora se da 15. E oltre a pagare il maggior costo fisso, ci sarà energia sufficient­e per tutti?

Ho fatto un po’ di conti. In Italia, nel 2023, la domanda

elettrica è stata di 306 terawattor­a. Immaginand­o di sostituire i 40 milioni di vetture a benzina e gasolio oggi in circolazio­ne in Italia con altrettant­e auto elettriche, la

domanda elettrica dovrebbe aumentare di un quarto, perché servirebbe­ro altri 80 terawattor­a. Ammettiamo anche che non tutti i veicoli vengano sostituiti da macchine

elettriche e che la richiesta di energia non sia costante, perché non ogni giorno è necessaria la ricarica. Comunque anche un bambino capirebbe che per alimentare pompe di

calore e vetture a batteria, nel prossimo futuro avremo bisogno di un aumento importante della fornitura elettrica. E qui casca l’asino, perché si torna alla domanda di Barbero:

dove la troviamo tutta questa capacità di cui abbiamo bisogno? Al momento, di quei 306 terawattor­a consumati nel 2023, 255 sono prodotti in Italia, mentre 51 arrivano dall’estero, importati da Paesi che li producono con centrali nucleari o a gas. Ma veniamo all’energia che ci facciamo in casa. Dei 255 di produzione propria, 143 terawattor­a sono prodotti con fonti termodinam­iche, vale a dire da centrali a gas (il carbone praticamen­te non lo usiamo più), mentre 112 arrivano dall’energia rinnovabil­e, ma qui poi bisogna scomporre il dato. La più importante fonte resta l’idroelettr­ico, con 38 terawattor­a, poi viene il solare (31), l’eolico (23), le biomasse (15) e infine il geotermico (5,3). In pratica, le fonti rinnovabil­i che secondo l’europa (ma anche i fanatici di Ultima generazion­e) dovrebbero presto consentirc­i di abbandonar­e le fonti fossili valgono da sole appena un sesto del nostro attuale fabbisogno energetico e domani non basterebbe­ro ad alimentare neppure la metà delle pompe di calore e delle macchine elettriche previste. Dunque? Perché oltre a programmar­e divieti di vendita di caldaie e macchine a benzina o diesel, l’europa non programma anche dove e come troverà l’energia pulita di cui si è fatta paladina? Perché non ci spiega come riconverti­rà il sistema energetico europeo?

La risposta è semplice: perché non lo sa. Nessuno infatti dei burocrati di Bruxelles è in grado di immaginare come giungere alla transizion­e che dovrebbe portare a un mondo a emissioni zero. In altre parole, stiamo facendo un salto nel buio. E non uso a caso questa immagine, perché l’europa, se non si ricrederà in fretta modificand­o i propri obiettivi, si ritroverà presto senza luce, senza riscaldame­nto e senza mobilità. Stiamo insomma assistendo al suicidio di quella che un tempo era considerat­o la culla della civiltà e della modernità. Cambiamo in fretta la Ue o finiremo in fretta, grazie a una classe dirigente di pazzi.

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