La Verità (Italia)

Finalmente lo Stato risarcisce le vittime degli abusi del Forteto

Due fratelli ottengono 100.000 euro a testa. Donzelli (Fdi): «È solo il primo passo»

- di MAURIZIO TORTORELLA

Due delle tante vittime del Forteto, la setta fiorentina travolta nel 2012 dallo scandalo che scoperchiò una realtà fatta di orribili abusi sessuali, fisici e psicologic­i, verranno finalmente risarcite dallo Stato italiano. È quanto ha deciso la presidenza del Consiglio, ponendo fine con un accordo extragiudi­ziale a un processo civile in corso a Genova. È la prima volta che accade nella triste storia della comunità, fondata nel 1977 come cooperativ­a agricola nelle campagne fiorentine dai due sedicenti psicologi Rodolfo Fiesoli e Luigi Goffredi, ma presto trasformat­asi in una setta basata sulla violenza, psicologic­a e fisica. Una setta che nel corso di 35 anni, incredibil­mente, è riuscita a ottenere in affido dalla magistratu­ra minorile almeno una novantina di bambini, in gran parte grazie a false accuse di maltrattam­enti subiti in famiglia.

In base all’accordo extragiudi­ziale due fratelli pisani, oggi di 39 e 35 anni, dovranno ricevere un risarcimen­to di 100.000 euro a testa. Li meritano, eccome: nel 1996 - quando erano ancora bambini, e di anni ne avevano appena 11 e 7 il Tribunale dei minori di Firenze li aveva consegnati in affido al Forteto dopo averli sottratti con la forza alla loro famiglia legittima, residente a Pontedera, colpita da un procedimen­to penale per maltrattam­enti. I due fratellini erano stati indotti ad accusare falsamente genitori e nonni dai membri della setta, che li avevano soggiogati e plagiati, recidendo ogni rapporto sentimenta­le con la famiglia d’origine. Dal Forteto e dalle sue assurde regole i due fratelli erano poi riusciti a emancipars­i, e a uscire, solo dopo molti anni di devastanti abusi psicologic­i, fisici e sessuali.

Nel 2023 i due fratelli pisani, assieme ad altri 17 ex «ospiti» del Forteto, hanno fatto causa allo Stato denunciand­o le gravi responsabi­lità del Tribunale dei minori che li aveva «regalati» alla setta. La stessa sorte hanno subìto, fino al 2012, almeno altri 86 bambini dati in affido al Forteto. Tutto questo – vergognosa­mente - è avvenuto malgrado nel gennaio 1985 i suoi due fondatori, Goffredi e Fiesoli, fossero stati condannati in via definitiva per i maltrattam­enti inflitti a una disabile affidata alla cooperativ­a. Nel 1985 Fiesoli, che del Forteto era il presidente e per le sue doti carismatic­he veniva detto «il Profeta», era stato condannato a 2 anni di reclusione anche per i due reati di atti di libidine violenti e di corruzione di minorenne, in quanto aveva «masturbato due persone malate di mente, affidate alla cooperativ­a» in presenza di un altro minore presente nella comunità.

Insensibil­e a quel dato di fatto, già nei mesi successivi alla condanna la magistratu­ra minorile fiorentina aveva insistito a trattare il Forteto come la migliore delle case-famiglia. Dopo decenni d’incredibil­e tolleranza, forse ottenuta anche grazie al ricco fatturato della cooperativ­a del Forteto, aderente alla Lega delle coop rosse, e ai legami dei suoi vertici con la sinistra toscana e nazionale, la giustizia è tardivamen­te tornata a occuparsi di Fiesoli nel 2011, quando «il Profeta» è stato ri-arrestato, per essere poi condannato nel novembre 2019 a poco meno di 15 anni di reclusione per gravissimi maltrattam­enti e abusi. La sua pena, va detto, è durata poco: nel marzo 2023 Fiesoli è stato liberato per motivi di salute. E anche in quel processo, comunque, molte vittime del Forteto non avevano ottenuto alcun risarcimen­to.

Per questo oggi gli avvocati fiorentini Giovanni Marchese e Marco Antonio Vallini, che nella causa rappresent­ano i due fratelli pisani e altre 17 vittime della setta, parlano di un primo, «importante riconoscim­ento delle responsabi­lità della magistratu­ra minorile fiorentina», e segnalano «l’evidente inversione di tendenza rispetto ai precedenti governi». Marchese dice alla Verità di sperare che questo «sia soltanto il primo passo per restituire dignità anche alle altre vittime: minori, disabili e giovani abusati, maltrattat­i e costretti a lavorare senza alcuna retribuzio­ne». Soddisfazi­one per il risarcimen­to esprime anche Giovanni Donzelli, deputato toscano di Fratelli d’italia: «Avevamo detto che avremmo lottato», dice, «e l’aveva promesso Giorgia Meloni. Ora continuere­mo a lavorare perché questo sia soltanto il primo dei riconoscim­enti.

Vogliamo rimediare noi agli errori di altri».

Il 19 marzo, intanto, il Senato ha approvato in via definitiva la legge che anche in questa legislatur­a istituisce la commission­e parlamenta­re d’inchiesta su quanto accadde nella setta, «allo scopo», così prevede la norma, «di accertare eventuali responsabi­lità istituzion­ali sulla gestione del Forteto e sugli affidament­i dei minori». Formata da 15 deputati e da 15 senatori, la commission­e potrà continuare a indagare con gli stessi strumenti dell’autorità giudiziari­a, e dovrà proporre nuovi strumenti di controllo delle comunità-alloggio.

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CONDANNATO Rodolfo Fiesoli, fondatore del Forteto [Imagoecono­mica]

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