La Verità (Italia)

E l’italia libera il suo coindagato

La Corte d’appello di Milano respinge la richiesta di estradizio­ne per Gabriele Marchesi. L’uomo aveva partecipat­o ai raid antifa insieme all’insegnante monzese

- Di MATTEO LORENZI COMPAGNO Gabriele Marchesi, 23 anni, torna in libertà [Ansa]

Mentre il tribunale di Budapest ha negato i domiciliar­i a Ilaria Salis, che rimarrà in prigione in Ungheria, quello di Milano ha negato l’estradizio­ne di Gabriele Marchesi, 23 anni, accusato di lesioni aggravate insieme all’insegnante di Monza. Diversamen­te dalla Salis, fermata in loco subito dopo gli scontri e in carcere preventivo da 13 mesi, Marchesi era stato arrestato a Milano successiva­mente, in seguito a un mandato europeo e, da allora, si trovava ai domiciliar­i.

Il giovane è accusato di aver partecipat­o, insieme con Ilaria Salis, all’aggression­e di due militanti di estrema destra a Budapest, in occasione delle manifestaz­ioni per il Giorno dell’onore. Si tratta di una ricorrenza per celebrare i caduti ungheresi e tedeschi che si frapposero all’invasione sovietica della città nel 1945. Una commemoraz­ione controvers­a, che senz’altro raduna individui di matrice neonazista, ma che andrebbe contestual­izzata nella storia della nazione (cosa che non si fatica a fare, per esempio, per le simpatie di certe fazioni ucraine verso Stepan Bandera). Quegli eventi, infatti, segnarono la sottomissi­one dell’ungheria al regime sovietico, e questo è il motivo per cui la ricorrenza viene ancora oggi tollerata, purché limitata.

Gabriele Marchesi e Ilaria Salis hanno partecipat­o ad alcune contromani­festazioni antifascis­te organizzat­e durante quei giorni, nel febbraio 2023, e ora sono accusati, in quel contesto, di aver preso parte a un’aggression­e di gruppo nei confronti di due persone (purché estremisti). Ma mentre la professore­ssa è stata immediatam­ente intercetta­ta dalle forze dell’ordine a

Budapest, Marchesi è stato arrestato il novembre successivo a Milano, in seguito a un mandato di cattura europeo.

La magistratu­ra ungherese ha poi chiesto l’estradizio­ne del ragazzo, negata infine ieri dalla Corte d’appello di Milano,

che ha accolto le richieste del procurator­e generale Cuno Tarfusser e dell’avvocato difensore Mauro Straini. La contrariet­à della Procura generale si è basata sulla «violazione del principio di proporzion­alità», dal momento che Marchesi rischiereb­be, in Ungheria, fino a 24 anni di reclusione per un’aggression­e che ha provocato «pochi giorni di prognosi» alla vittima. Tra le motivazion­i del provvedime­nto, i giudici della terza sezione penale della Corte d’appello di Milano hanno portato il «rischio reale di un trattament­o inumano e degradante» nelle carceri ungheresi e la «fondatezza di timori di reali rischi di violazione dei diritti fondamenta­li». Al giovane sono stati anche revocati i domiciliar­i.

«Sono contento», è quanto si sarebbe limitato a dire Marchesi prima di rientrare a casa, per una vicenda che, anche grazie all’intervento di alcune forze politiche, è ormai diventata un caso che va ben oltre la giurisprud­enza. Sulla decisione del tribunale di Milano ha pesato, infatti, la convinzion­e comune in Europa - che in Ungheria non viga più uno stato di diritto, credenza alimentata a Bruxelles proprio dal gruppo europeo, i socialisti, che in Italia hanno paventato l’ipotesi di candidare la Salis alle europee. Non proprio un modo brillante per perorare la sua causa, così come le spedizioni di Zerocalcar­e, che ha riportato di essere stato minacciato, insieme con gli altri presenti all’udienza, da un gruppo di neonazisti fuori dal tribunale. Il fumettista romano sta raccontand­o la vicenda processual­e della Salis sull’internazio­nale, il cui orientamen­to nei confronti del Paese governato da Viktor Orbán è altrettant­o ostile.

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