La gara tra Pfizer e Moderna ora si gioca sul business del vaccino per i neonati
Mentre il nostro ministero diffonde una circolare sul sinciziale, la società di Bancel promette che ricaverà 10 miliardi dal farmaco. Colmando lo scarto con quella rivale
Viene prima l’uovo o la gallina? La domanda o l’offerta? La malattia o la cura? Te lo chiedi, osservando certe coincidenze. Tipo il ministero della Salute che pubblica un circolare sul virus sinciziale, suggerendo la profilassi, mentre Moderna scommette che gli antidoti contro il Vrs saranno il core business della sua sezione vaccini. All’inseguimento della rivale Pfizer, l’unica casa farmaceutica a essersi vista riconoscere l’autorizzazione Ema per vendere un farmaco destinato ai neonati - un preparato per adulti, in Europa, lo distribuisce Glaxosmithkline.
Sono solo coincidenze. Però fanno riflettere. Mercoledì, il Dipartimento prevenzione del dicastero ha diffuso un documento sul virus respiratorio sinciziale, che «causa epidemie annuali durante l’autunno e l’inverno». Se ne parla a primavera, ma pazienza: meglio agire in anticipo. In effetti, il Vrs «rappresenta la prima causa di bronchiolite e quindi di ospedalizzazione nei bambini sotto l’anno di vita, di infezioni respiratorie acute, di bronchite asmatica/asma nei bambini, adolescenti e giovani adulti, di riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva negli adulti e anziani e di polmonite interstiziale con sindrome da distress respiratorio acuto nell’anziano, soprattutto se in presenza di comorbidità». L’oms attribuisce al sinciziale 1,4 milioni di ricoveri l’anno, in tutto il mondo, di bambini di età inferiore a 6 anni, con 27.300 decessi. Nell’ue, in Norvegia e nel Regno Unito, stando all’ecd, i piccini che finiscono in reparto sono 213.000. E qualcuno deve essere assistito in terapia intensiva. Il guaio è che la malattia si trasmette facilmente, portata dalle goccioline di saliva.
Di qui, le raccomandazioni di lungotevere Ripa: tenere specie i più esposti lontani da chi si è ammalato, lavare le mani, evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, coprirsi quando si tossisce. E ricordarsi che, oltre a un trattamento a base di anticorpi monoclonali, esistono, appunto, due vaccini, uno per gli adulti e uno adatto a over 60, piccoli dalla nascita fino ai 6 mesi e donne in gravidanza, le quali, iniettandoselo, offrono ai figlioletti l’immunizzazione passiva. È il prodotto di Pfizer, Abrysvo, cui l’agenzia europea del farmaco ha dato luce verde lo scorso settembre.
Il Vrs, finora, non sembra aver terrorizzato i genitori come il Sars-cov-2. Dopo la pandemia, però, ha iniziato a colpire con più frequenza e severità una popolazione di bambini tenuti a lungo in una campana di vetro, tra lockdown, chiusure delle scuole e vari divieti di aggregazione. Non era la situazione ideale in cui allenare il sistema immunitario. Dunque,
quello dei vaccini, in potenza, è un giro d’affari interessante.
Se n’è resa conto l’altra multinazionale protagonista del periodo Covid, Moderna. Con una bizzarria sincronia, proprio mentre usciva la circolare del nostro ministero della Salute, il ceo Stéphane Bancel ha riunito gli investitori, assicurando introiti per 52 miliardi di dollari dai vaccini. Quali? Non certo quelli per il coronavirus, la cui domanda è crollata, al punto da trascinare giù i conti della società: nel 2023, dopo tre anni con il vento in poppa, Moderna ha perso oltre 4,7 miliardi. I medicinali più promettenti saranno quelli contro il virus di
Epstein-barr (un herpesvirus che provoca la mononucleosi infettiva ed è coinvolto nella genesi di tumori epiteliali e di alcuni linfomi); il citomegalovirus (altro herpesvirus, capace di contagiare fino all’80% degli abitanti dei Paesi industrializzati e pericoloso per gli immunodepressi); e vari virus influenzali, tra i quali il sinciziale. Il vaccino per combatterlo, con 10 miliardi di dollari di incassi, dovrebbe arrivare a eguagliare il business dei farmaci anti Covid. Nulla di paragonabile ai mesi gloriosi dei contratti capestro con l’ue, ma sarebbe lo stesso un risultato rilevante. Anche perché il vaccino che Moderna confida di lanciare a giugno a partire dagli Usa, calibrato per bambini piccoli e adulti, è un preparato a mrna. Un occhio va alla concorrenza: Gsk e Pfizer, che hanno battuto sul tempo la compagnia di Bancel , lo scorso anno hanno radunato 2,5 miliardi di dollari grazie ai rimedi per il Vrs.
Non vogliamo insinuare che siano in atto grandi cospirazioni, né minimizzare la pericolosità del virus per alcuni pazienti. Ma quando ricomincerà il battage sulle epidemie stagionali di sinciziale, ci ricorderemo dell’eterna gara Pfizer-moderna. Ci ricorderemo che - anche comprensibilmente - Big pharma ha più a cuore il suo profitto della nostra salute. E che non per forza le due cose coincidono sempre. Magari, non riusciremo a fare a meno di chiedercelo: viene prima l’uovo o la gallina? La domanda o l’offerta? La malattia o la cura?
Il dicastero ricorda che la malattia colpisce soprattutto bimbi con meno di un anno e anziani con altre patologie Esistono anche cure con i monoclonali
La multinazionale ha perso 4,7 miliardi di dollari nel 2023 perché la domanda per rimedi contro il Sars-cov-2 è crollata Per il futuro punta ancora sul mrna