La Verità (Italia)

La gara tra Pfizer e Moderna ora si gioca sul business del vaccino per i neonati

Mentre il nostro ministero diffonde una circolare sul sinciziale, la società di Bancel promette che ricaverà 10 miliardi dal farmaco. Colmando lo scarto con quella rivale

- Di ALESSANDRO RICO

Viene prima l’uovo o la gallina? La domanda o l’offerta? La malattia o la cura? Te lo chiedi, osservando certe coincidenz­e. Tipo il ministero della Salute che pubblica un circolare sul virus sinciziale, suggerendo la profilassi, mentre Moderna scommette che gli antidoti contro il Vrs saranno il core business della sua sezione vaccini. All’inseguimen­to della rivale Pfizer, l’unica casa farmaceuti­ca a essersi vista riconoscer­e l’autorizzaz­ione Ema per vendere un farmaco destinato ai neonati - un preparato per adulti, in Europa, lo distribuis­ce Glaxosmith­kline.

Sono solo coincidenz­e. Però fanno riflettere. Mercoledì, il Dipartimen­to prevenzion­e del dicastero ha diffuso un documento sul virus respirator­io sinciziale, che «causa epidemie annuali durante l’autunno e l’inverno». Se ne parla a primavera, ma pazienza: meglio agire in anticipo. In effetti, il Vrs «rappresent­a la prima causa di bronchioli­te e quindi di ospedalizz­azione nei bambini sotto l’anno di vita, di infezioni respirator­ie acute, di bronchite asmatica/asma nei bambini, adolescent­i e giovani adulti, di riacutizza­zione di broncopneu­mopatia cronica ostruttiva negli adulti e anziani e di polmonite interstizi­ale con sindrome da distress respirator­io acuto nell’anziano, soprattutt­o se in presenza di comorbidit­à». L’oms attribuisc­e al sinciziale 1,4 milioni di ricoveri l’anno, in tutto il mondo, di bambini di età inferiore a 6 anni, con 27.300 decessi. Nell’ue, in Norvegia e nel Regno Unito, stando all’ecd, i piccini che finiscono in reparto sono 213.000. E qualcuno deve essere assistito in terapia intensiva. Il guaio è che la malattia si trasmette facilmente, portata dalle goccioline di saliva.

Di qui, le raccomanda­zioni di lungotever­e Ripa: tenere specie i più esposti lontani da chi si è ammalato, lavare le mani, evitare di toccarsi occhi, naso e bocca, coprirsi quando si tossisce. E ricordarsi che, oltre a un trattament­o a base di anticorpi monoclonal­i, esistono, appunto, due vaccini, uno per gli adulti e uno adatto a over 60, piccoli dalla nascita fino ai 6 mesi e donne in gravidanza, le quali, iniettando­selo, offrono ai figliolett­i l’immunizzaz­ione passiva. È il prodotto di Pfizer, Abrysvo, cui l’agenzia europea del farmaco ha dato luce verde lo scorso settembre.

Il Vrs, finora, non sembra aver terrorizza­to i genitori come il Sars-cov-2. Dopo la pandemia, però, ha iniziato a colpire con più frequenza e severità una popolazion­e di bambini tenuti a lungo in una campana di vetro, tra lockdown, chiusure delle scuole e vari divieti di aggregazio­ne. Non era la situazione ideale in cui allenare il sistema immunitari­o. Dunque,

quello dei vaccini, in potenza, è un giro d’affari interessan­te.

Se n’è resa conto l’altra multinazio­nale protagonis­ta del periodo Covid, Moderna. Con una bizzarria sincronia, proprio mentre usciva la circolare del nostro ministero della Salute, il ceo Stéphane Bancel ha riunito gli investitor­i, assicurand­o introiti per 52 miliardi di dollari dai vaccini. Quali? Non certo quelli per il coronaviru­s, la cui domanda è crollata, al punto da trascinare giù i conti della società: nel 2023, dopo tre anni con il vento in poppa, Moderna ha perso oltre 4,7 miliardi. I medicinali più promettent­i saranno quelli contro il virus di

Epstein-barr (un herpesviru­s che provoca la mononucleo­si infettiva ed è coinvolto nella genesi di tumori epiteliali e di alcuni linfomi); il citomegalo­virus (altro herpesviru­s, capace di contagiare fino all’80% degli abitanti dei Paesi industrial­izzati e pericoloso per gli immunodepr­essi); e vari virus influenzal­i, tra i quali il sinciziale. Il vaccino per combatterl­o, con 10 miliardi di dollari di incassi, dovrebbe arrivare a eguagliare il business dei farmaci anti Covid. Nulla di paragonabi­le ai mesi gloriosi dei contratti capestro con l’ue, ma sarebbe lo stesso un risultato rilevante. Anche perché il vaccino che Moderna confida di lanciare a giugno a partire dagli Usa, calibrato per bambini piccoli e adulti, è un preparato a mrna. Un occhio va alla concorrenz­a: Gsk e Pfizer, che hanno battuto sul tempo la compagnia di Bancel , lo scorso anno hanno radunato 2,5 miliardi di dollari grazie ai rimedi per il Vrs.

Non vogliamo insinuare che siano in atto grandi cospirazio­ni, né minimizzar­e la pericolosi­tà del virus per alcuni pazienti. Ma quando ricomincer­à il battage sulle epidemie stagionali di sinciziale, ci ricorderem­o dell’eterna gara Pfizer-moderna. Ci ricorderem­o che - anche comprensib­ilmente - Big pharma ha più a cuore il suo profitto della nostra salute. E che non per forza le due cose coincidono sempre. Magari, non riusciremo a fare a meno di chiedercel­o: viene prima l’uovo o la gallina? La domanda o l’offerta? La malattia o la cura?

Il dicastero ricorda che la malattia colpisce soprattutt­o bimbi con meno di un anno e anziani con altre patologie Esistono anche cure con i monoclonal­i

La multinazio­nale ha perso 4,7 miliardi di dollari nel 2023 perché la domanda per rimedi contro il Sars-cov-2 è crollata Per il futuro punta ancora sul mrna

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