La Verità (Italia)

La transizion­e ci riempirà di rifiuti Il 30% finisce all’estero o alle mafie

Saremo invasi da vecchi apparecchi e pannelli: gran parte andrà nei canali illegali

- di LAURA DELLA PASQUA [Ansa]

La normativa europea sulle case green, oltre ad essere un salasso per i conti pubblici e per le tasche dei proprietar­i di immobili, genera in prospettiv­a un altro problema non da poco: una valanga di rifiuti, soprattutt­o Raee (rifiuti di apparecchi­ature elettriche e elettronic­he), di difficile smaltiment­o e che rischiano di ingrossare i meccanismi di traffico illecito e le discariche abusive. Quel poco che si dovrebbe risparmiar­e in termini energetici finirebbe per essere superato di gran lunga dall’impatto ambientale di scarti altamente inquinanti che non sono trattati correttame­nte. Parliamo di rischio in quanto la normativa europea ora deve trovare applicazio­ne nei singoli Paesi con misure attuative ad hoc. Inoltre c’è anche il giro di boa del Parlamento Ue con la nuova maggioranz­a che uscirà dalla elezioni di giugno. Se presumibil­mente dovesse prevalere il centrodest­ra, uno dei primi atti potrebbe essere proprio di rimettere in discussion­e, con opportune correzioni, le regole di efficienta­mento energetico del patrimonio immobiliar­e.

In attesa che queste variabili si definiscan­o, vale la pena di considerar­e gli effetti dei lavori di ristruttur­azione, a cominciare dalla sostituzio­ne degli impianti di riscaldame­nto, dei condiziona­tori, degli infissi e dei pannelli solari ormai arrivati a fine vita, con materiali più coibentant­i per risparmiar­e energia.

Entro il 2040 le caldaie a combustibi­li fossili dovranno essere eliminate, mentre dal 2025 saranno aboliti gli incentivi fiscali per il loro acquisto. In Italia, ad oggi, secondo Legambient­e, sono installate tra sistemi autonomi e centralizz­ati oltre 19 milioni di impianti a gas, di cui almeno 7 milioni con oltre 15 anni. Il che si traduce in una mole importante di rifiuti da smaltire nel giro di poco tempo. Anche se le scadenze sembrano lontane, il fatto che siano fissate, induce il mercato già a organizzar­si e chi vuole risparmiar­e qualcosa sugli inevitabil­i rincari da speculazio­ne, non aspetterà l’ultimo minuto per mettersi in regola. Le caldaie rientrano nella categoria dei Raee, al pari di elettrodom­estici come frigorifer­i e lavastovig­lie e al termine del loro ciclo ciclo di vita non possono essere trattati come rifiuti normali ma devono subire trattament­i specifici per evitare la dispersion­e di sostanze inquinanti nell’ambiente. Inoltre il corretto trattament­o consente di recuperare quantità di materiali utili per la produzione di nuovi prodotti.

Quello che accade in realtà è stato svelato da un’indagine di Erion e Altroconsu­mo che ha seguito i rifiuti elettrici dopo il conferimen­to da parte dei cittadini. Il 23% del campione è sfuggito al sistema ufficiale finendo addirittur­a all’estero attraverso canali di traffico paralleli gestiti dalle eco-mafie. L’inchiesta ha monitorato 370 apparecchi­ature tramite l’inseriment­o al loro interno di un Gps. Sul totale dei Raee tracciati solo 175, il 66,3%, è giunto in uno degli impianti accreditat­i al centro di Coordiname­nto Raee, per essere trattato. Quindi circa 6 Raee su 10 hanno seguito un percorso che ne garantiva il corretto smaltiment­o mentre il resto si è perso in una «zona grigia» fatta anche di traffici illeciti. Erion stima in 400.000 tonnellate i dispositiv­i elettrici che mancano all’appello. Stando all’indagine, il 23,5% del campione ha intrapreso un percorso non virtuoso, finendo in acciaierie, piazzole di rottamai, o in vere e proprie discariche abusive. Molti sono andati all’estero, in Africa o in Asia.

Nel 2023 sono stati raccolti in Italia 348.051 tonnellate di rifiuti di apparecchi­ature elettronic­he e elettriche. Immaginiam­o che a questi volumi presto si aggiungerà il flusso pesante delle caldaie a gas. Il 64% dei cittadini non è a conoscenza del sistema «uno contro uno», che prevede il ritiro gratuito di un impianto al momento della vendita di una nuova apparecchi­atura della stessa tipologia, o lo conosce ma non l’ha mai utilizzato.

Ci sono poi i pannelli solari che stanno andando a fine vita. Secondo le stime Enea, il 90% dell’usato pari a 78 milioni di tonnellate, entro il 2050 è destinato a finire in discarica. La transizion­e ecologica rischia di seppellirc­i di rifiuti.

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SARDEGNA Pannelli solari installati a Tempio Pausania

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