La transizione ci riempirà di rifiuti Il 30% finisce all’estero o alle mafie
Saremo invasi da vecchi apparecchi e pannelli: gran parte andrà nei canali illegali
La normativa europea sulle case green, oltre ad essere un salasso per i conti pubblici e per le tasche dei proprietari di immobili, genera in prospettiva un altro problema non da poco: una valanga di rifiuti, soprattutto Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche), di difficile smaltimento e che rischiano di ingrossare i meccanismi di traffico illecito e le discariche abusive. Quel poco che si dovrebbe risparmiare in termini energetici finirebbe per essere superato di gran lunga dall’impatto ambientale di scarti altamente inquinanti che non sono trattati correttamente. Parliamo di rischio in quanto la normativa europea ora deve trovare applicazione nei singoli Paesi con misure attuative ad hoc. Inoltre c’è anche il giro di boa del Parlamento Ue con la nuova maggioranza che uscirà dalla elezioni di giugno. Se presumibilmente dovesse prevalere il centrodestra, uno dei primi atti potrebbe essere proprio di rimettere in discussione, con opportune correzioni, le regole di efficientamento energetico del patrimonio immobiliare.
In attesa che queste variabili si definiscano, vale la pena di considerare gli effetti dei lavori di ristrutturazione, a cominciare dalla sostituzione degli impianti di riscaldamento, dei condizionatori, degli infissi e dei pannelli solari ormai arrivati a fine vita, con materiali più coibentanti per risparmiare energia.
Entro il 2040 le caldaie a combustibili fossili dovranno essere eliminate, mentre dal 2025 saranno aboliti gli incentivi fiscali per il loro acquisto. In Italia, ad oggi, secondo Legambiente, sono installate tra sistemi autonomi e centralizzati oltre 19 milioni di impianti a gas, di cui almeno 7 milioni con oltre 15 anni. Il che si traduce in una mole importante di rifiuti da smaltire nel giro di poco tempo. Anche se le scadenze sembrano lontane, il fatto che siano fissate, induce il mercato già a organizzarsi e chi vuole risparmiare qualcosa sugli inevitabili rincari da speculazione, non aspetterà l’ultimo minuto per mettersi in regola. Le caldaie rientrano nella categoria dei Raee, al pari di elettrodomestici come frigoriferi e lavastoviglie e al termine del loro ciclo ciclo di vita non possono essere trattati come rifiuti normali ma devono subire trattamenti specifici per evitare la dispersione di sostanze inquinanti nell’ambiente. Inoltre il corretto trattamento consente di recuperare quantità di materiali utili per la produzione di nuovi prodotti.
Quello che accade in realtà è stato svelato da un’indagine di Erion e Altroconsumo che ha seguito i rifiuti elettrici dopo il conferimento da parte dei cittadini. Il 23% del campione è sfuggito al sistema ufficiale finendo addirittura all’estero attraverso canali di traffico paralleli gestiti dalle eco-mafie. L’inchiesta ha monitorato 370 apparecchiature tramite l’inserimento al loro interno di un Gps. Sul totale dei Raee tracciati solo 175, il 66,3%, è giunto in uno degli impianti accreditati al centro di Coordinamento Raee, per essere trattato. Quindi circa 6 Raee su 10 hanno seguito un percorso che ne garantiva il corretto smaltimento mentre il resto si è perso in una «zona grigia» fatta anche di traffici illeciti. Erion stima in 400.000 tonnellate i dispositivi elettrici che mancano all’appello. Stando all’indagine, il 23,5% del campione ha intrapreso un percorso non virtuoso, finendo in acciaierie, piazzole di rottamai, o in vere e proprie discariche abusive. Molti sono andati all’estero, in Africa o in Asia.
Nel 2023 sono stati raccolti in Italia 348.051 tonnellate di rifiuti di apparecchiature elettroniche e elettriche. Immaginiamo che a questi volumi presto si aggiungerà il flusso pesante delle caldaie a gas. Il 64% dei cittadini non è a conoscenza del sistema «uno contro uno», che prevede il ritiro gratuito di un impianto al momento della vendita di una nuova apparecchiatura della stessa tipologia, o lo conosce ma non l’ha mai utilizzato.
Ci sono poi i pannelli solari che stanno andando a fine vita. Secondo le stime Enea, il 90% dell’usato pari a 78 milioni di tonnellate, entro il 2050 è destinato a finire in discarica. La transizione ecologica rischia di seppellirci di rifiuti.