La Verità (Italia)

«Vaccini approvati senza dati grezzi Le persone furono usate come cavie»

L’avvocato e docente: «È possibile che le aziende farmaceuti­che abbiano presentato solo una serie di calcoli statistici. I sieri furono raccomanda­ti da subito a fragili e donne incinte, ma nessun trial fu svolto su di loro»

- PATRIZIA FLODER REITTER

«Le agenzie regolatori­e degli Stati Uniti, del Regno Unito, dell’unione europea non hanno condotto una valutazion­e rigorosa e critica delle prove di efficacia e sicurezza dei vaccini Covid19. Se fossero stati miei alunni, li avrei bocciati». Pedro Morago, avvocato spagnolo, da 24 anni nel Regno Unito dove insegna metodi di ricerca e pratica basata sull’evidenza presso la School of health and life sciences della Teesside University a Middlesbro­ugh, nel North Yorkshire, ha approfondi­to ogni aspetto della procedura di autorizzaz­ione dei vaccini anti Covid. Le sue osservazio­ni confermano le troppe zone oscure attorno a medicinali che non dovevano essere al centro di una campagna vaccinale di massa, tantomeno somministr­ati obbligator­iamente.

Professore, in più occasioni ha denunciato l’assenza di «dati grezzi» sui partecipan­ti ai trial di Pfizer, di Moderna, Astrazenec­a e degli altri produttori di vaccino anti Covid, affermando che non c’è prova delle sperimenta­zioni condotte. Può spiegarsi meglio? «Senza conoscere nome, età, stato clinico, luogo di residenza dei volontari, non abbiamo certezze degli studi che sono stati effettuati. Non c’è approccio scientific­o. Lo sanno bene i miei allievi, che allegare quei dati è l’impegno più grosso ma necessario per dimostrare che uno studio non è stato inventato».

Esistono e non sono stati forniti?

«Non c’è chiarezza a riguardo.

Le montagne di documenti che Pfizer è stata costretta a rilasciare, sebbene a singhiozzo e in modo confusiona­le, non mostrano l’esistenza dei dati grezzi».

La sua ipotesi?

«È possibile che le aziende farmaceuti­che abbiano presentato una serie di calcoli statistici e nulla più. Però nel processo di autorizzaz­ione le agenzie regolatori­e dovevano pretenderl­i, sempre garantendo

la privacy degli interessat­i».

Sarebbe molto grave se avessero accelerato le procedure, cambiando gli standard dei follow-up come avvenne, omettendo pure di chiedere i dati grezzi.

«Tenga conto che condurre uno studio randomizza­to su 44.000 persone in soli tre mesi, come Pfizer dichiarò di aver fatto, è praticamen­te impossibil­e. Servono tempi molto più

«Ci voleva un’informazio­ne corretta e necessaria, sul rischio relativo e sul rischio assoluto. Ma venne fatto di peggio, facendo credere che il vaccino era per le persone “fragili” quando non c’erano dati da parte delle aziende farmaceuti­che».

L’abbiamo visto nell’insistenza a vaccinare donne in gravidanza o che allattano.

«Tutti i gruppi “a rischio” sono stati esclusi dai trial. Furbescame­nte, per non avere problemi in caso di eventi avversi, Big pharma non condusse sperimenta­zioni su donne

gravide ma nemmeno su immunodepr­essi, ovvero una fetta enorme della popolazion­e perché include pazienti con tumori, diabete, con una semplice bronchite che abbassa le difese immunitari­e. Lo dichiarò chiarament­e, eppure le agenzie regolatori­e e i governi selezionar­ono quelle categorie come prioritari­e nella campagna vaccinale».

Andavano informate, tutte queste persone.

«Si disse che il Covid era più rischioso, e che dai dati “del mondo reale” non emergevano rischi per donne in gravidanza o soggetti immunodepr­essi. In pratica, hanno sostituito il gruppo di controllo dei trial con una platea enorme di “cavie” che non sono volontari nelle sperimenta­zioni, e senza una metodologi­a scientific­a».

Già, perché i gruppi di controllo sono spariti quasi subito.

«Appena i vaccini furono autorizzat­i a uso emergenzia­le, nel dicembre del 2020, “per motivi etici” le aziende incitarono i volontari del gruppo di controllo a vaccinarsi. Tre mesi dopo, solo il 7% del gruppo placebo non aveva ancora offerto il braccio. In questo modo, però, sì mise una pietra tombale sugli studi randomizza­ti. Senza gruppo di controllo non furono più sperimenta­li, ma osservazio­nali. L’impatto metodologi­co fu devastante. Bisognava esprimere da quel momento ipotesi, non dispensare certezze».

Lei che vive da 24 anni nel Regno Unito, come ha vissuto la corsa inglese ad essere i primi ad autorizzar­e il vaccino anti Covid?

«Era in atto un braccio di ferro con l’ue per via della Brexit. Dando il via libera a Pfizer, prima che lo facessero la Fda ed Ema, la Gran Bretagna volle mostrarsi una potenza vaccinale. Anche adesso, sembra che saranno gli inglesi a sviluppare i vaccini a mrna per tutte le patologie. Quel 2 dicembre del 2020 l’mhra, l’agenzia regolatori­a in Uk, diede l’autorizzaz­ione senza procedure. C’è poco da sorprender­si, Ema ha dato il via libera ai booster in poche ore».

 ?? ?? ESPERTO Pedro Morago
ESPERTO Pedro Morago
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy