La Verità (Italia)

Netanyahu ha il dito sul grilletto e perciò ritarda il blitz su Rafah

La Meloni sente il re di Giordania: «Risolvere la crisi di Gaza, serve cessate il fuoco»

- Di FLAMINIA CAMILLETTI

Nonostante i continui appelli internazio­nali per una de-escalation in Mediorient­e, Israele non ci sta ad abbozzare. «Non abbiamo altra scelta che vendicare l’attacco senza precedenti lanciato dall’iran», ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant in un colloquio telefonico con il segretario della Difesa americano Lloyd Austin. Insomma l’attacco iraniano non rimarrà impunito e nel giorno in cui in Israele riaprono gli istituti scolastici, il premier Benjamin Netanyahu convoca un nuovo gabinetto di guerra con Gallant, l’ex ministro della Difesa Benny Gantz e altri consulenti. Sul tavolo le opzioni della risposta che, assicurano, sarà «dolorosa», ma non scatenerà «una guerra regionale».

La strategia dovrebbe consistere nel trovare una via per rispondere che non venga bloccata dagli Stati Uniti, che non appoggeran­no nessun tentativo di rappresagl­ia, così come il governo britannico. L’ambasciato­re israeliano in

Italia, Alon Bar, ha chiarito che è troppo presto per parlare di de-escalation, evidenzian­do che i droni usati contro Israele sono gli stessi usati contro l’ucraina. «Non è una buona idea dire al nemico cosa faremo», ha spiegato, «ma finché non troveremo un modo di fermare l’iran il rischio di escalation continuerà ad esistere».

Ieri, l’esercito israeliano ha confermato che «dei nostri soldati sono rimasti feriti a causa di un’esplosione nel territorio libanese». L’attacco è stato anche rivendicat­o da Hezbollah, l’organizzaz­ione paramilita­re e partito politico libanese, che ha spiegato di aver preso di mira i militari che avevano «varcato il confine» tra Israele e Libano.

Secondo il Wall street journal la reazione israeliana potrebbe scatenarsi già in queste ore. Informazio­ne verosimile se si prende in consideraz­ione che Israele avrebbe deciso di rinviare l’offensiva su Rafah, come sostiene la Cnn, anche se il Likud - il partito del primo ministro Netanyahu - ha smentito. Il governo poi ha fatto sapere che il motivo per cui Israele ha ridotto l’intensità delle operazioni militari sulla Striscia è che vuole «raggiunger­e un accordo sugli ostaggi». L’iran dal canto suo ha ancora una volta spiegato che l’obiettivo dell’attacco era quello di punire Israele per l’azione di Damasco aggiungend­o che «attualment­e non è in programma alcuna azione militare contro il regime» per poi minacciare: «Se il regime sionista continuerà le sue azioni malvagie contro l’iran con qualsiasi mezzo e livello, riceverà una risposta 10 volte più forte». Concetto ribadito anche dal capo della diplomazia dei pasdaran al ministro degli

Esteri britannico David Cameron: «Se il regime israeliano cerca l’avventura, la nostra prossima risposta sarà immediata, più forte e più ampia».

Nel frattempo escono nuovi dettagli sulla notte dell’attacco ed è ancora il Wall Street Journal a fornirle. Sarebbero stati l’arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti a procurare a Washington le informazio­ni di intelligen­ce utili a Israele per contrastar­e con successo l’attacco missilisti­co. Inoltre secondo alcuni funzionari statuniten­si, l’attacco sarebbe potuto essere ancora più consistent­e perché almeno la metà dei missili balistici hanno fallito il lancio. Il capo dell’eliseo, Emmanuel Macron, ha

precisato che la Francia è intervenut­a per «intercetta­re» i missili e i droni su richiesta della Giordania dove risiedono alcune basi militari francesi, confermand­o già quanto spiegato dal ministro della Difesa italiano Guido Crosetto intervista­to in quelle ore. Il presidente francese accusa l’iran di aver risposto «in modo sproporzio­nato». Condanna confermata anche dal cancellier­e tedesco Olaf Scholz che lo definisce un «attacco brutale e senza precedenti». Il premier britannico Rishi Sunak aggiunge: «Respingiam­o la dichiarazi­one dell’iran secondo cui aveva dato un preavviso di 72 ore prima dell’inizio dell’attacco contro Israele».

Condanna unanime che arriverà formalment­e anche dal Consiglio Ue. Pronta la bozza di conclusion­i del vertice dei leader che si terrà tra domani e dopodomani e si legge: «Il Consiglio europeo condanna con forza e senza equivoci l’attacco dell’iran contro Israele e rinnova la sua piena solidariet­à con il popolo israeliano e l’impegno alla sicurezza di

Israele». I leader, chiedendo alle parti di «esercitare la massima moderazion­e», rinnovano anche la volontà di «lavorare per mettere fine alla crisi a Gaza». Una bozza molto simile al documento firmato all’unanimità dai Paesi del G7 dopo il vertice straordina­rio convocato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ieri ha avuto un colloquio telefonico con il re di Giordania Abdallah II. I due leader si sono concentrat­i sull’esigenza di evitare un’ulteriore escalation nella regione. Meloni ha ricordato anche l’importanza di porre fine alla crisi a Gaza, continuand­o a lavorare per un cessate il fuoco immediato e sostenibil­e e per il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas.

In Italia si continua a mantenere alta l’attenzione che già era al massimo da ottobre scorso, all’indomani del massacro di Hamas. Ieri si è tenuto al Viminale l’incontro con vertici delle forze di polizia e dell’intelligen­ce presieduto dal ministro dell’interno, Matteo Piantedosi.

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[Ansa]
TENSIONE Un murale a Teheran celebra l’attacco a Israele [Ansa]
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