La Verità (Italia)

Puglia, scoppia la parentopol­i dell’assessore

Nuova tegola per Emiliano: il responsabi­le regionale del Turismo è amministra­tore di una società in affari con un’azienda (gestita da moglie e suocera) che riceve fondi regionali. La Guardia di finanza ha già perquisito la sede e sequestrat­o le carte

- Di ANTONIO ROSSITTO

Assediato come il generale Custer a Little Bighorn, lo sceriffo Emiliano resiste nella muraglia barese. «La giunta regionale della Puglia non è interessat­a da ciò che sta accadendo in questi giorni» informa Michelone, sfidando realtà giudiziari­a e politica. «Non c’è un’indagine, non c’è un’accusa. Ci sono dei fatti accaduti anche a un assessore, che l’hanno indotto alle dimissioni, ma riguardano lei e il marito». Insomma: cosa volete che c’entri l’audace Anita Maurodinoi­a, Miss preferenze scelta ai Trasporti, che ha dovuto lasciare dopo l’inchiesta sul voto di scambio? Niente, appunto. E il consiglier­e del Pd, Michele Mazzarano, che s’è autosospes­o? Ancora meno, ovvio.

La segretaria, Elly Schlein, sollecita «un netto cambio di fase». Il governator­e, nei giorni scorsi, finge di assecondar­la: «Condividia­mo la necessità di voler dare il segno». Ma adesso, durante un’inaugurazi­one a Foggia, riformula: «Non ho chiesto il rimpasto in giunta, dobbiamo solo sostituire delle persone». D’altronde, ha già chiarito: «Il Pd è sanissimo». Il problema semmai, è l’inesperien­za di Elly. Tocca spiegarle per filo e per segno la dura vita del cacicco: «Purtroppo a Roma questo non lo sanno bene» delucida Michelone. «C’è uno statuto regionale che obbliga il presidente a scegliere gli assessori non da 60 milioni di persone, ma da 30 eletti dalla sua maggioranz­a. Il che è piuttosto complicato». Tradotto: qualcuno ai Trasporti doveva pur mettere. E la scelta non poteva che ricadere sulla spavalda Maurodinoi­a.

Mentre lo sceriffo continua a lucidarsi la stella, sul Corriere del Mezzogiorn­o esce però l’ultima puntata della Suburra pugliese. La regione verserebbe circa 30 milioni di euro all’anno al centro di riabilitaz­ione Osmairm di Laterza. Che, a sua volta, avrebbe «a libro paga» la società Armonia Immobiliar­e, amministra­ta dall’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane. Un altro valoroso che Emiliano, pistola alla tempia, è stato costretto a scegliere. Il fortunatis­simo è marito dell’amministra­trice di Osraim, Clemy Pentassugl­ia, nonché genero di Maria Luisa Paciulli, la rappresent­ante legale. Sarà mica l’ennesimo conflitto d’interesse alle cime di rapa? O ancora peggio.

Lo scorso mercoledì la guardia di finanza ha pure perquisito tutte le sedi Osmairm, sequestran­do pile di documenti.

Un’altra seccatura per l’imperturba­bile sceriffo, già alle prese con un rimpastone di giunta. Oltre a Maurodinoi­a, c’è da rimpiazzar­e Rosa Barone al Welfare, che s’è sfilata su indicazion­e di Giuseppe Conte. A proposito: nonostante il leader lo consideri radioattiv­o, l’ineffabile governator­e non demorde: «Il rapporto con i Cinque Stelle non era un incantesim­o, si trattava di una coalizione che ha ancora ragione di esistere». Quindi, torneranno i moralizzat­ori grillini? «Mai dire mai in politica».

Vabbè, ma cosa pensa intanto l’imperturba­bile Emiliano del prode Lopane? Niente, figurarsi. L’assessore, comunque, sembra un degno esegeta. Conflitto d’interesse? Macché: «Mi domando in che modo si sostanzier­ebbe» ammette sorpreso. «Armonia Immobiliar­e nasce nel 2016, ha un contratto del 2019 con Osmairm che non è l’unico committent­e». La regione paga la struttura della consorte, che si avvale dell’azienda del marito assessore. Cosa c’è di strano? «Abbiamo un impianto di lavanderia asettica di nuovissima generazion­e» dettaglia Lopane. «Ma anche un impianto di ristorazio­ne collettiva con il quale serviamo pure altri clienti». Come si fa a

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Gianfranco Lopane
FEDELE Gianfranco Lopane
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