Puglia, scoppia la parentopoli dell’assessore
Nuova tegola per Emiliano: il responsabile regionale del Turismo è amministratore di una società in affari con un’azienda (gestita da moglie e suocera) che riceve fondi regionali. La Guardia di finanza ha già perquisito la sede e sequestrato le carte
Assediato come il generale Custer a Little Bighorn, lo sceriffo Emiliano resiste nella muraglia barese. «La giunta regionale della Puglia non è interessata da ciò che sta accadendo in questi giorni» informa Michelone, sfidando realtà giudiziaria e politica. «Non c’è un’indagine, non c’è un’accusa. Ci sono dei fatti accaduti anche a un assessore, che l’hanno indotto alle dimissioni, ma riguardano lei e il marito». Insomma: cosa volete che c’entri l’audace Anita Maurodinoia, Miss preferenze scelta ai Trasporti, che ha dovuto lasciare dopo l’inchiesta sul voto di scambio? Niente, appunto. E il consigliere del Pd, Michele Mazzarano, che s’è autosospeso? Ancora meno, ovvio.
La segretaria, Elly Schlein, sollecita «un netto cambio di fase». Il governatore, nei giorni scorsi, finge di assecondarla: «Condividiamo la necessità di voler dare il segno». Ma adesso, durante un’inaugurazione a Foggia, riformula: «Non ho chiesto il rimpasto in giunta, dobbiamo solo sostituire delle persone». D’altronde, ha già chiarito: «Il Pd è sanissimo». Il problema semmai, è l’inesperienza di Elly. Tocca spiegarle per filo e per segno la dura vita del cacicco: «Purtroppo a Roma questo non lo sanno bene» delucida Michelone. «C’è uno statuto regionale che obbliga il presidente a scegliere gli assessori non da 60 milioni di persone, ma da 30 eletti dalla sua maggioranza. Il che è piuttosto complicato». Tradotto: qualcuno ai Trasporti doveva pur mettere. E la scelta non poteva che ricadere sulla spavalda Maurodinoia.
Mentre lo sceriffo continua a lucidarsi la stella, sul Corriere del Mezzogiorno esce però l’ultima puntata della Suburra pugliese. La regione verserebbe circa 30 milioni di euro all’anno al centro di riabilitazione Osmairm di Laterza. Che, a sua volta, avrebbe «a libro paga» la società Armonia Immobiliare, amministrata dall’assessore regionale al Turismo, Gianfranco Lopane. Un altro valoroso che Emiliano, pistola alla tempia, è stato costretto a scegliere. Il fortunatissimo è marito dell’amministratrice di Osraim, Clemy Pentassuglia, nonché genero di Maria Luisa Paciulli, la rappresentante legale. Sarà mica l’ennesimo conflitto d’interesse alle cime di rapa? O ancora peggio.
Lo scorso mercoledì la guardia di finanza ha pure perquisito tutte le sedi Osmairm, sequestrando pile di documenti.
Un’altra seccatura per l’imperturbabile sceriffo, già alle prese con un rimpastone di giunta. Oltre a Maurodinoia, c’è da rimpiazzare Rosa Barone al Welfare, che s’è sfilata su indicazione di Giuseppe Conte. A proposito: nonostante il leader lo consideri radioattivo, l’ineffabile governatore non demorde: «Il rapporto con i Cinque Stelle non era un incantesimo, si trattava di una coalizione che ha ancora ragione di esistere». Quindi, torneranno i moralizzatori grillini? «Mai dire mai in politica».
Vabbè, ma cosa pensa intanto l’imperturbabile Emiliano del prode Lopane? Niente, figurarsi. L’assessore, comunque, sembra un degno esegeta. Conflitto d’interesse? Macché: «Mi domando in che modo si sostanzierebbe» ammette sorpreso. «Armonia Immobiliare nasce nel 2016, ha un contratto del 2019 con Osmairm che non è l’unico committente». La regione paga la struttura della consorte, che si avvale dell’azienda del marito assessore. Cosa c’è di strano? «Abbiamo un impianto di lavanderia asettica di nuovissima generazione» dettaglia Lopane. «Ma anche un impianto di ristorazione collettiva con il quale serviamo pure altri clienti». Come si fa a