Basilicata, è l’ora della sfida a tre Con Bardi il «campo largo» a destra
Al voto domenica e lunedì. Al fianco del governatore uscente pure Renzi e Calenda
Sfida a tre in Basilicata dove domenica 21 (dalle 7 alle 23) e lunedì 22 aprile (dalle 7 alle 15) si voterà per eleggere il presidente della Regione. Indagini e scandali politici nella vicina Puglia hanno «oscurato» la corsa per la conquista della guida della terza regione più piccola d’italia con i suoi 530.000 abitanti che arriva al voto dopo quello di Sardegna e Abruzzo, dove hanno vinto rispettivamente centrosinistra e centrodestra, e prima della sfida per le elezioni europee di giugno. In corsa ci sono: Vito Bardi, 72 anni di Potenza, governatore uscente sostenuto dal centrodestra unito, oltre che da Italia viva e Azione; Piero Marrese, 43 anni, presidente della Provincia di Matera, sostenuto da Pd, M5S e dall’alleanza Verdi-sinistra (Avs); Eustachio Follia, 53 anni, candidato di Volt, già coordinatore regionale del partito paneuropeo.
L’uscente Bardi, ex generale della Guardia di Finanza che 5 anni fa fu candidato direttamente da Silvio Berlusconi punta alla riconferma anche grazie all’unità ritrovata del centrodestra dopo le tensioni per la sconfitta in Sardegna. Un vero «campo largo» sostenuto da sette simboli: oltre al suo partito, insieme a Noi Moderati, lo appoggiano FDI, Lega, Udc-dc e Rotondi-popolari Uniti, Orgoglio lucano, La Basilicata Vera, e i partiti di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il territorio lucano sarà pure piccolo ma è ricco di petrolio, gas e acqua. Lo scorso anno, Eni e Total hanno prodotto 3,5 tonnellate di greggio e 1 miliardo di metri cubi di gas naturale e grazie ai contratti stipulati con le due compagnie a fine pandemia, le royalties sono cresciute al punto che Bardi ha lanciato il «bonus gas» azzerando quindi il costo della materia prima sulle bollette e il «bonus acqua» per una bolletta più leggera. Obiettivi da confermare per il governatore che punta all’ulteriore sviluppo del comparto imprenditoriale, alla maggiore tutela dei lavoratori dell’industria Stellantis di Melfi e a stanziare più risorse per l’agricoltura.
Domani a Matera arriveranno il capogruppo di FI alla Camera Paolo Barelli e il ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati mentre chiuderà la campagna elettorale venerdì a Potenza il premier Giorgia Meloni.
Gestazione complicata invece nel campo opposto dopo le schermaglie sul campo largo e due candidati bruciati nell’arco di una settimana. In prima battuta il candidato favorito del Pd era il «re delle coop bianche», l’imprenditore Angelo Chiorazzo sostenuto anche dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza, potentino doc che non ha avuto però il coraggio di scendere in campo, ma non dal M5s. Poi è saltato fuori Domenico Lacerenza, pugliese, primario oculista all’ospedale di Potenza, ma la sua candidatura è durata neanche un giorno. Infine a mettere d’accordo Pd e M5s è stato il dem Piero Marrese, sindaco di Montalbano Jonico e presidente della Provincia di Matera. A sostenerlo 5 simboli: Pd, M5s, Avs-ev-psi-si-basilicata Possibile, Basilicata Unita e Basilicata Casa Comune.
La sanità e la salute dei lucani al primo punto del programma oltre al no deciso all’autonomia differenziata. Ieri in sostegno è arrivato a Matera Pier Luigi Bersani, oggi sarà la volta di Giuseppe Conte.
In «campo autonomo» e con il motto «Restiamo lucani», concorre il giornalista nativo della città dei Sassi, Eustachio Follia, presidente materano e coordinatore regionale del movimento paneuropeo Volt. Obiettivo della candidatura garantire a tutti i cittadini la possibilità di potersi curare nello stesso modo, indipendentemente dal proprio status sociale, economico e culturale. Gli ultimi sondaggi effettuati prima del divieto di pubblicazione (15 giorni prima del voto) mostravano Bardi in vantaggio rispetto a Marrese di alcuni punti.
Si vota domenica e lunedì e la legge elettorale lucana non prevede il ballottaggio, né il voto disgiunto. A vincere sarà quindi il candidato che conquisterà un voto in più.