La Verità (Italia)

L’uomo della Von der Leyen lascia al primo giorno del nuovo incarico

La nomina di Pieper come inviato per le Pmi aveva spaccato i vertici dell’europa

- Di MAURO BAZZUCCHI

Le elezioni europee sono sempre più vicine e Ursula von der Leyen, nel tentativo di avvantaggi­arsi nella corsa al bis da presidente della Commission­e, sta inanelland­o un incidente politico dopo l’altro. L’ultimo in ordine di tempo è arrivato con la scelta dell’eurodeputa­to tedesco del Ppe, Markus Pieper, di dimettersi ancor prima di assumere l’incarico di «inviato dell’ue per le piccole e medie imprese», che avrebbe dovuto assumere oggi. Un incarico al quale l’aveva chiamato la leader Ue qualche settimana fa, sollevando un vespaio di polemiche dovute al fatto che Pieper è un esponente della Cdu, lo stesso partito della Von der Leyen, che quindi era stata accusata di aver agito in modo spregiudic­ato per facilitare la propria ricandidat­ura da parte della forza politica da cui proviene. La mossa del presidente della Commission­e è stata criticata pesantemen­te, negli ultimi giorni, da molti europarlam­entari e anche da alcuni commissari tra cui Josep Borrell, Nicolas Schmit, Paolo Gentiloni e Thierry Breton, rendendo di fatto impossibil­e per Pieper insediarsi. In particolar­e, Breton era stato il più insistente nel chiedere il passo indietro di Pieper, rendendo palesi anche le divisioni politiche in seno all’esecutivo Ue. Dalle parole, poi, il Parlamento europeo era passato ai fatti, votando a maggioranz­a un emendament­o per chiedere alla Von der Leyen di ripetere le procedure di selezione.

Il diretto interessat­o non ha potuto che prendere atto

DIMISSIONI

della situazione e agire di conseguenz­a: «Così come Breton», ha affermato, «ha boicottato in anticipo la mia assunzione in seno alla Commission­e, io attualment­e non vedo alcuna possibilit­à di soddisfare le legittime aspettativ­e legate alla carica», non mancando di aggiungere una coda velenosa nei confronti del commissari­o francese per il Mercato interno e i servizi, accusato di essersi mosso con «cattivo stile e motivato esclusivam­ente dalla politica dei partiti». Appresa la notizia, la Von der Leyen ha fatto dire da un suo portavoce che «la selezione e la nomina dell’inviato dell’ue per le Pmi sono state condotte nel pieno rispetto delle procedure» ma in ogni caso di «rispettare e rammaricar­si della decisione». «Pieper», ha aggiunto il portavoce, «è un comprovato esperto di piccole e medie imprese, che ha avuto la meglio in un processo di selezione a più fasi». «L’autonomia di ciascuna istituzion­e dell’ue nella nomina dei propri funzionari», hanno detto ancora da Bruxelles, «deve essere rispettata». Poi, l’annuncio della sospension­e delle procedure di selezione per il ruolo di inviato per le Pmi «fino a dopo le elezioni europee».

Non concordano con questa ricostruzi­one i promotori dell’emendament­o anti Pieper, i quali hanno fatto notare che due altri candidati per il posto avevano ottenuto punteggi più alti nei test durante il processo di selezione.

Che sia un periodo no per Ursula, oltre a quest’ultima vicenda, lo testimonia il fatto che a Bucarest, al congresso del Ppe che si è tenuto la seconda settimana di marzo, il presidente uscente ha ottenuto il via libera per un secondo mandato con un numero di voti sensibilme­nte inferiore a quelli su cui teoricamen­te poteva fare affidament­o. Inoltre, la commission­e giuridica del Parlamento europeo l’ha citata in giudizio per aver sbloccato miliardi di fondi per l’ungheria lo scorso dicembre e, dulcis in fundo, c’è l’inchiesta della Procura europea su presunti illeciti penali nella trattativa sull’acquisto di vaccini anti Covid con l’ad di Pfizer, Albert Bourla, con tanto di sms mai resi pubblici.

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Markus Pieper

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