L’autonomia agita la maggioranza La Lega: «In Aula il 29, sono i patti»
Tajani avverte: «Forza Italia vigilerà affinché la riforma favorisca tutto il Paese»
Il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata si avvicina alla fase cruciale del suo percorso, e a Montecitorio la temperatura comincia a riscaldarsi, sia dal punto di vista politico che da quello parlamentare. Sul primo versante, a tenere banco è la dialettica interna al centrodestra, gravata inevitabilmente delle implicazioni pre-elettorali, a meno di due mesi dalle Europee regolate dal proporzionale. Come è noto, l’approvazione definitiva dell’autonomia, che è stata già votata al Senato e ha bisogno solamente dell’ultimo ok (trattandosi di legge ordinaria), fa parte di un accordo politico-programmatico di maggioranza, che prevede anche la realizzazione del premierato, fortemente voluto dal premier Giorgia Meloni. Quest’ultima riforma, però, intervenendo sulla Costituzione, ha bisogno di una doppia lettura in entrambi i rami del Parlamento, e attende attualmente il primo via libera a Palazzo Madama. La preoccupazione dei promotori delle rispettive riforme, dunque, è che tutto proceda senza intoppi che potrebbero penalizzare l’una o l’altra forza politica, nell’appressarsi di una importante fase elettorale.
La richiesta di Matteo Salvini è che il ddl Calderoli arrivi in aula alla Camera il 29 aprile, per essere poi approvato prima delle Europee. Sul primo punto non dovrebbero esserci problemi, mentre per la seconda scadenza il quadro è più complicato, poiché di mezzo c’è anche l’ostruzionismo delle opposizioni e un fisiologico rallentamento dell’attività parlamentare dovuta al «doppio ponte» del 25 aprile e del primo maggio. Il segretario di Fi Antonio Tajani, parlando coi cronisti a margine di una conferenza stampa, ha affermato che «l’autonomia deve essere una riforma che favorisce tutta l’italia» e che il suo partito vigilerà su questo, aggiungendo che a suo avviso «il voto sarà più in là». A stretto giro, sono arrivate le parole del capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, il quale ha ricordato che «c’è un accordo di maggioranza che prevede che l’autonomia inizi la sua discussione in Aula il 29 aprile». «Noi», ha aggiunto, «abbiamo dato il via libera in Commissione sul premierato al Senato. I patti si rispettano». La preoccupazione di Molinari, verosimilmente, deriva dal fatto che in Forza Italia sono note le perplessità sul ddl Calderoli degli esponenti azzurri del Meridione,
a partire dai governatori, ma il fatto che Fi non abbia presentato ieri alcun emendamento testimonia la volontà di rispettare l’accordo. «Lo abbiamo fatto», ha dichiarato il relatore di Fi del provvedimento, Paolo Emilio Russo, «non solo per tenere fede a un accordo politico. Dalle numerose audizioni e dal dibattito non è infatti emersa la necessità di proporre modifiche ad un testo che il Senato aveva migliorato in modo da garantire maggiore Autonomia a chi la chiede, ma che assicurerà allo stesso tempo pari servizi e diritti a tutti i cittadini».
Lo slittamento, semmai, potrebbe essere causato dalle tattiche ostruzionistiche che la minoranza si appresta ad utilizzare nei prossimi giorni. Alla prima scadenza dei termini, fissata per ieri pomeriggio alle 12, risultavano depositati circa 2.000 emendamenti, tra cui 1000 di Avs, 600 del M5s, 250 del Pd e 30 di Iv, che poi dopo un proroga alle 17 sono lievitati a 2.400, tutti dell’opposizione. «Non accetteremo altri strappi», ha dichiarato la capogruppo del Pd in commissione Affari costituzionali, Simona Bonafè, «tutti i nostri emendamenti devono poter essere discussi e votati in commissione».