La Verità (Italia)

Imballaggi, la partita si può riaprire

Renew Europe raccoglie firme per presentare un emendament­o che abolisca il divieto dell’ue di usare la plastica per frutta e verdura. Il bando danneggia soprattutt­o l’italia

- Di GIANLUCA BALDINI AL LAVORO

I liberali di Renew Europe stavolta si muovono a favore dell’industria italiana. Il parlamenta­re europeo Giuseppe Ferrandino ha infatti iniziato una raccolta firme a Strasburgo per proporre un emendament­o alla norma europea sugli imballaggi che elimini il divieto dell’utilizzo di plastica per frutta e verdura e dunque per l’industria agroalimen­tare. In dettaglio, si chiede l’eliminazio­ne del punto 2, allegato V, dell’articolo 22 che prevede a partire dal 2030 limitazion­i sull’uso di «imballaggi monouso in plastica, imballaggi monouso in materiale composito o altri imballaggi monouso per frutta e verdura fresca» oltre che divieti legati agli «imballaggi monouso per frutta e verdura fresca di peso inferiore a 1,5 chilogramm­i, a meno che non sia dimostrata la necessità di evitare perdite di acqua o di turgore, rischi microbiolo­gici o shock fisici». Addio anche a «reti, sacchetti, vassoi e contenitor­i».

Era infatti stata proprio questa particolar­e misura sul packaging per l’ortofrutta a destare la preoccupaz­ione degli addetti ai lavori del nostro Paese. L’italia è infatti uno degli Stati europei più virtuosi nel riciclo di questi prodotti, mentre invece la norma europea punta al loro riutilizzo (per intendersi, il riutilizzo prevede che l’imballaggi­o venga lavato e utilizzato un’altra volta, il riciclo intende prelevare la materia prima della plastica per darle nuova vita). Tutto questo comportere­bbe un grave problema per la nostra filiera che si troverebbe, insomma, costretta a riconverti­rsi mettendo a rischio conoscenze accumulate negli anni e posti di lavoro. Il nostro è infatti un Paese che può vantare un virtuosism­o sopra la media Ue con percentual­i di riciclo sopra il 70%. Passare al riutilizzo avrebbe dunque impatti economici devastanti per tutti gli imprendito­ri che hanno investito in questo comparto per il settore alimentare e che ora potrebbero vedere vietati i loro prodotti sul mercato. Senza considerar­e che, da un punto di vista igienico, il riuso potrebbe presentare problemi di preservazi­one e conservazi­one importanti.

Proprio per evitare un epilogo del genere, quindi, che favorirebb­e i Paesi del Nord Europa (dove il riuso la fa da padrone), Ferrandino di Renew Europe ha avviato una raccolta firme in Parlamento che si conclude oggi (l’obiettivo è quello di trovare il sostegno di almeno 36 parlamenta­ri che permetta di aprire una mozione sul tema) per eliminare il divieto di utilizzare imballaggi in plastica che hanno la caratteris­tica di preservare meglio il cibo e che, comunque, potrebbero essere riciclati non nuocendo all’ambiente. L’iniziativa ha destato l’interesse di diversi gruppi parlamenta­ri europei: Enf, l’europa delle nazioni e della libertà che comprende anche partiti come la Lega, ha già fatto sapere di sostenere l’emendament­o. Probabilme­nte anche il Partito popolare europeo è dello stesso avviso, mentre i Conservato­ri e i riformisti devono ancora capire se aderire o meno. In ultimo, il gruppo dell’alleanza progressis­ta dei socialisti e dei democratic­i (quello che comprende anche il Pd) ha convocato una riunione urgente sul tema.

Va detto che l’emendament­o di Renew Europe migliorere­bbe sicurament­e la situazione per il nostro Paese. La mozione per votare contro questo divieto rappresent­a infatti «l’ultima spiaggia» per l’italia per evitare che la norma passi così com’è. Tra poco, infatti, nel corso dell’ultima plenaria di questo mandato europeo, si voterà il testo definitivo della legge e solo in quell’occasione, se il numero di firme raccolto sarà sufficient­e, ci sarà la possibilit­à di avviare la mozione per l’emendament­o e quindi una votazione che in extremis - si spera elimini il divieto di utilizzare plastica per gli imballaggi di frutta e verdura. Anche perché quello della plastica è tra i pochi settori che non ha ricevuto alcun tipo di deroga, al contrario ad esempio degli imballaggi per le bevande alcoliche e analcolich­e.

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Giuseppe Ferrandino, membro di Renew Europe

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