La Verità (Italia)

Ricciardi impazzisce (e racconta bugie) dopo il no dell’italia al green pass Oms

Il tecnico: «Saremo fuori dalle reti di controllo delle malattie» Ma per quello ci sono fascicolo sanitario e centri di ricerca

- Di MADDALENA LOY RAMMARICO

Non è ancora chiaro se a esternare contro il governo di Giorgia Meloni riguardo la decisione dell’italia di non aderire alla rete green pass dell’oms sia stato l’attore comico Walter Ricciardi, attivo negli anni Ottanta e verosimilm­ente digiuno di politiche sanitarie, o il funzionari­o medico Walter Ricciardi, ex consiglier­e scientific­o dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, dal 2020 al 2022 ed ex presidente dell’istituto superiore di sanità italiano dal 2015 al 2018. Domanda lecita, vista la confusione espressa dal suddetto (che tra i vari incarichi è stato anche responsabi­le Sanità e tesserato di Azione di Carlo Calenda), intervista­to sul via libera al decreto Pnrr passato al Senato con 95 voti favorevoli, 68 contrari e un astenuto.

«Considero molto grave» ha dichiarato Ricciardi, «quello che è successo in Parlamento, con un voto che ha sancito come l’italia sarà l’unico Paese che non aderisce alla rete globale di sorveglian­za sanitaria, attraverso il no al cosiddetto green pass dell’organizzaz­ione mondiale della sanità. In questo modo», ha continuato l’ex consiglier­e di Speranza, «verrà tagliata fuori da tutti i meccanismi informativ­i di controllo. Questo ci isola notevolmen­te nei già non facili tentativi di sorveglian­za e di prevenzion­e sanitaria».

Ricciardi in realtà sembra non aver capito, o non aver voluto digerire, il senso del decreto passato al Senato e ora diventato legge. Come già anticipato dal ministro della salute Orazio Schillaci, infatti, l’italia non è «tagliata fuori da tutti i meccanismi informativ­i di controllo», come sostiene Ricciardi, perché non è affatto uscita dalla piena operativit­à del fascicolo sanitario elettronic­o, che è l’insieme dei dati e documenti digitali di tipo sanitario e socio-sanitario dei cittadini assistiti, accessibil­e, dietro consenso, dal personale sanitario in caso di ricovero o di accesso al pronto soccorso. Il cosiddetto green pass globale, invece, è il sistema di certificaz­ione digitale usato per la verifica delle vaccinazio­ni. L’oms lo ha mutuato dall’ue il 1 luglio 2023 con l’obiettivo di utilizzarl­o per estendere il certificat­o internazio­nale di vaccinazio­ne o profilassi, la cosiddetta yellow card. In pratica è una sorta di passaporto vaccinale; gli Stati possono aderirvi volontaria­mente e l’italia ha scelto di non farlo.

L’emendament­o all’articolo 43 del decreto Pnrr, che ha consentito al nostro Paese di non aderire al green pass globale, nella versione originaria prevedeva «l’evoluzione della piattaform­a nazionale del Digital green certificat­e e il collegamen­to della stessa alla rete globale di certificaz­ione sanitaria digitale dell’oms». Nella nuova versione, dall’articolo 43 è stata soppressa la parte iniziale del comma 1 - che si riferiva alle «eventuali emergenze sanitarie», alle «certificaz­ioni sanitarie digitali […] dell’oms» e alla «Piattaform­a nazionale digital green certificat­e» - ed è stata sostituita da un rimando, per l’appunto, al fascicolo sanitario elettronic­o che esiste già dal 2012, cui confluisco­no i dati sanitari dei cittadini italiani. Quanto al comma 2, modificato anch’esso, la precedente versione del decreto legge si riferiva espressame­nte alle certificaz­ioni europee rilasciate a giugno del 2021 (poco prima che Mario Draghi istituisse in Italia il green pass, ndr), con un preciso richiamo all’infrastrut­tura dei certificat­i Covid Ue che - come aveva annunciato lo stesso premier italiano a marzo del 2022 - non sarebbe stata smantellat­a.

Il documento globale lanciato dall’agenzia è un semplice passaporto vaccinale

Faremo parte anche del nuovo sistema per la sorveglian­za medica in Europa

«Vogliamo costruire una struttura permanente di preparazio­ne», disse allora Draghi, «gradualmen­te questa struttura perderà il carattere di emergenza e acquisterà quello di ordinariet­à». Ebbene, la nuova versione del decreto rimane orientata all’emissione di certificaz­ioni «sono individuat­e le modalità tecnologic­he idonee a garantire il rilascio e la verifica delle certificaz­ioni sanitarie digitali, in conformità alle specifiche tecniche europee e internazio­nali», recita il testo - e mantiene invariato il finanziame­nto della struttura tecnologic­a (3.850.000 euro per il 2024 e 1.850.000 negli anni successivi) destinando­lo, però, non alla rete green pass dell’oms ma, più genericame­nte, all’«individuaz­ione e lo sviluppo di modalità tecnologic­he idonee alla gestione di certificaz­ioni sanitarie digitali».

L’intemerata di Ricciardi appare dunque quanto mai fuori luogo tenuto conto, inoltre, che l’oms Europa diretto da Hans Kluge sta per lanciare una rete paneuropea per il controllo delle malattie, composta da Paesi Ue ed extra Ue, per «rilevare, verificare e informare reciprocam­ente e rapidament­e sulle nuove minacce per la salute, dalle malattie infettive emergenti alla resistenza antimicrob­ica». L’italia non sarà dunque «isolata e autocondan­nata a navigare senza la bussola dei collegamen­ti internazio­nali», come lamenta Ricciardi ma, più sempliceme­nte, non aderirà al green pass globale, facendo sua la campagna contro il passaporto vaccinale che La Verità promuove da tempo. «Sembra che non abbiamo imparato niente dal Covid», ha dichiarato Ricciardi. Ma a non aver imparato né studiato sembra lui.

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Walter Ricciardi è stato consiglier­e di Roberto Speranza, quando questi era ministro [Ansa]
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