Ma la caccia alle streghe continua: «Fdi candida il negazionista Berlato»
Fango sull’eurodeputato, che si ammalò e decise con i medici di non fare punture
Non basta che anche giornali «bene» come Repubblica, sulla scia del New York Times e di altre testate internazionali, abbiano dovuto ammettere l’esistenza degli effetti collaterali derivanti dai vaccini anti Covid. E nemmeno è sufficiente che Astrazeneca, dopo il più precoce Johnson&johnson, abbia ritirato il suo siero dal mercato, in seguito alle diverse denunce ricevute dai danneggiati. La caccia al no vax (anche quando tale non è) continua imperterrita, come se nulla fosse accaduto, come se le lancette dell’orologio fossero ferme al 2022. Lo dimostra l’accanimento della stampa progressista verso Sergio Berlato, candidato per Fratelli d’italia alle europee nella circoscrizione Nordest, colpevole di essere un pericoloso «no vax».
Che si tratti di un’etichetta posticcia affibbiata a casaccio ormai è noto da tempo, e l’ultimo autogol di Repubblica nei confronti delle vittime da eventi avversi lo aveva certificato definitivamente. Dopo che il premier, ospite da Mario Giordano a Fuori dal coro, aveva assicurato l’impegno del governo a far luce sugli effetti collaterali e aiutare i danneggiati da vaccino, il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari era riuscito a titolare: «Meloni strizza l’occhio ai no vax». Non avvedendosi, in quella circostanza, che i suddetti danneggiati per essere tali dovevano prima essersi vaccinati. Ma qui siamo nel campo delle emozioni, e la logica viene calpestata senza rimorsi.
O comunque non c’è la volontà di applicarla, come mostrano ancora una volta le invettive contro Berlato. «Un negazionista del Covid proprio sotto Giorgia Meloni, in seconda posizione, la vetrina della lista», scrive per esempio Repubblica. «Nella circoscrizione Nordest (Veneto, Friuli-venezia Giulia, Emiliaromagna e Trentino Alto Adige) Fratelli d’italia sceglie il vicentino Sergio Berlato, paladino dei cacciatori e dei no vax». «Per tentare di entrare nel Parlamento europeo per la quinta volta», recita il Fatto Quotidiano (come se fosse una colpa), «ha deciso di aprirsi alla rappresentanza dei no vax e di tutto quel popolo che non ha creduto ai vaccini che hanno debellato la pandemia più letale del Dopoguerra». Il Sole 24 ore, invece, lo descrive come «noto per le sue posizioni a favore della caccia e contro gli animalisti, ma soprattutto per quelle no vax e negazioniste del Covid».
Innanzitutto, non vaccinarsi contro il Covid non era un reato. Nel caso di persone con più di 50 anni, come l’eurodeputato, era prevista una sanzione di 100 euro una tantum e il ricatto del green pass rafforzato - ottenibile solo con inoculazione o guarigione - per poter lavorare. La guarigione, però, conferiva solo sei mesi di certificato verde, e questa rappresenta una delle macchie più indelebili del «governo dei migliori»: obbligare i guariti, con anticorpi più efficaci, a vaccinarsi (cosa unica nella storia) con sieri progettati per varianti precedenti a quella da cui erano stati infettati. Ma lo diceva la scienza.
In secondo luogo, Berlato non è un no vax. Da anni una fetta maggioritaria di chi orienta l’opinione pubblica fa finta di non capire la differenza tra chi nega la validità di tutti i vaccini e chi, invece, ha nutrito dei dubbi sui sieri sperimentali inaugurati con la stagione della pandemia. L’europarlamentare ha legittimamente scelto, dopo essersi consultato con degli esperti, di non vaccinarsi contro il Covid, ma per le altre patologie si è regolarmente sottoposto alle vaccinazioni tradizionali. Inoltre, nemmeno può aver negato l’esistenza dell’infezione, visto che significherebbe negare la realtà di una malattia che pure ha contratto. Non è un «negazionista» (termine ormai indegnamente riferito a qualsiasi argomento), ma semplicemente una persona che ha messo in discussione come il potere ha gestito la pandemia.
E stando alle rivelazioni degli ultimi mesi, tra notizie, commissioni parlamentari, inchieste e voci di esperti (allora silenziati) che si levano da tutto il mondo, aveva anche ragione a nutrire dei dubbi. Ci si chiede, pertanto, quando finirà questa continua caccia alle streghe.