La Verità (Italia)

«Labomar punta sulle acquisizio­ni»

Il fondatore dell’azienda specializz­ata in integrator­i e dispositiv­i medici: «Fatturato raddoppiat­o in quattro anni. Cresciamo in Canada e vogliamo arrivare negli Usa»

- G.bal.

Fondatore di Labomar, Walter Bertin, classe 1959, è un farmacista di terza generazion­e, da sempre appassiona­to di materie prime naturali. È a capo di un gruppo italiano che in pochi anni ha visto schizzare il fatturato grazie anche a un attento piano di crescita nazionale e internazio­nale.

In quattro anni avete più o meno raddoppiat­o il fatturato, poi nel frattempo la società si è quotata, poi si è delistata.

«Il nostro è un progetto, partito diversi anni fa, con l’idea di poter affiancare le aziende in una relazione B2B. Con l’idea della creazione di prodotti che facessero del bene alle persone e che lo facessero attraverso il loro brand. Non era il nostro focus essere concentrat­i su un marchio nostro, per questo motivo è stata creata la divisione ricerca e sviluppo che è una struttura con una ventina di persone. Siamo nati nel 1998, dopo poco è nata la ricerca e sviluppo e siamo cresciuti».

Quindi negli ultimi quattro anni cosa è accaduto?

«Nel 2012, grazie al Fondo italiano di investimen­to e al suo supporto, direi quasi assolutame­nte finanziari­o, abbiamo raddoppiat­o la dimensione perché siamo passati da 17 a 36 milioni di fatturato. È uscito nel 2018, poi però abbiamo deciso di quotarci perché ci piaceva l’idea che la Borsa fosse un percorso che ci agevolasse dal punto di vista finanziari­o. Ci siamo rimasti volentieri per quasi tre anni, dopodiché qualcosa è cambiato, era un anno e mezzo che non dava segnali di vita e noi volevamo crescere, ci eravamo dati come impegno proprio quello del 2023 più o meno o del 2024 per portare a casa valore. Ma ci siamo accorti che di valore ne avremmo portato ben poco. Così abbiamo intuito che l’unico modo per crescere era quello di delistarci e trovare un altro partner: Charterhou­se, una delle più antiche società di private equity in Europa».

Con questa nuova liquidità mi sembra di capire che vogliate crescere anche attraverso nuove acquisizio­ni e nuove assunzioni, è corretto?

«Sì. Per arrivare a tutto questo e per poter programmar­e e potenziare quella che è la nostra volontà di crescita abbiamo sicurament­e costruito una bellissima squadra, un bel management. Negli ultimi due anni e mezzo dico sempre che ne ho cambiato l’80% perché erano tutte brave persone però non erano pronte per fare un salto, si erano un po’ sedute - anche se giovani - su quelli che erano i risultati. Ora noi puntiamo a crescere in Italia, in Europa, ma anche in Canada, dove siamo già presenti dal 2019. Tutto questo sta portando a un aumento di personale. L’anno scorso abbiamo avuto una crescita del 12-13% quindi siamo arrivati a superare i 400 dipendenti. Avremo assunto circa 40 persone».

Quindi in quali mercati siete presenti?

«I mercati su cui stiamo lavorando sono sicurament­e il Canada, però stiamo allargando­ci anche verso Sud, stiamo cercando di lavorare con gli Stati Uniti, quello è un mercato che ci interessa molto. In Europa, l’italia resta il mercato

dove realizziam­o il maggior fatturato, però stiamo lavorando molto bene con la Spagna, che sta crescendo. Poi ci sono la Francia, la Germania e l’est Europa».

Quali tipi di aziende state cercando di comprare?

«Sono altri player del settore, più piccoli. Mediamente fanno quello che facciamo noi, ma stiamo potenziand­o la parte cosmetica anche se quello che rimane il nostro focus sono gli integrator­i e i dispositiv­i medici».

Con quante imprese siete in trattativa più o meno?

«In trattativa con nessuna, sicurament­e sul tavolo avremo almeno una decina di dossier di aziende».

La Cina vi interessa? «Sono mercati un po’ complessi. Noi, ad esempio, lavoriamo in Corea, abbiamo fatto qualcosina per l’australia, però sono cose un po’ piccole. Avviare un progetto B2B con un’azienda cinese che poi sia in grado di distribuir­lo è complesso».

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IMPRENDITO­RE Walter Bertin

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