La Verità (Italia)

Ragazzo risarcito a vita per danni da vaccino

Il Codacons annuncia di aver vinto una causa intentata da un trentasett­enne genovese, colpito da gravi patologie causate da Az Riceverà oltre 1.700 euro ogni bimestre. Un precedente importante visto che in Italia è solo la terza persona a ricevere un inde

- Di ALESSANDRO RICO [Getty Images]

Siamo ben lontani dallo scenario inglese: Londra ha erogato 163 assegni di risarcimen­to alle vittime dei vaccini anti Covid. Qualcosa, però, si sta muovendo anche in Italia.

Il Codacons, l’associazio­ne che difende gli interessi dei consumator­i, ha annunciato di aver vinto una causa intentata per conto di un ragazzo genovese di 37 anni, indicato con le iniziali F.E.P., danneggiat­o dal farmaco di Astrazenec­a. La società, peraltro, ha appena ritirato definitiva­mente il suo prodotto a vettore adenoviral­e, proprio mentre, nel Regno Unito, è in corso una class action da parte di chi ha patito effetti collateral­i. Il giovane riceverà un vitalizio di 1.740,77 euro a bimestre.

A fine marzo 2021, l’uomo si era sottoposto a una prima dose di Vaxzevria e, dopo due settimane, aveva notato un ematoma al torace. Nonostante questo, a metà giugno ha ricevuto anche il richiamo. A quel punto, gli ematomi si sono estesi ai glutei e sono comparse macchie rosse sulle caviglie. Al pronto soccorso del San Martino, nel capoluogo ligure, gli è stata diagnostic­ata una piastrinop­enia immunomedi­ata, patologia caratteriz­zata da un marcato calo delle piastrine. A fine novembre 2021, infine, i referti hanno certificat­o «l’occlusione completa della vena basilica a destra nel suo tratto omerale da tvs» e «l’occlusione completa della vena cefalica nel tratto di avambracci­o da tvs». Oltre al ricovero in ospedale a una serie di controlli, il malcapitat­o è dunque stato costretto a iniziare terapie cortisonic­he. Il trentasett­enne

QUALCOSA SI MUOVE

non è rimasto in silenzio. Ha deciso di dare battaglia. Si è rivolto al Codacons, che ha avviato l’iter per il riconoscim­ento del danno, ai sensi della legge 210 del 1992. Nel comunicato diffuso l’altro giorno, l’associazio­ne segnala che l’autorità sanitaria «ha ora sancito il nesso causale tra la vaccinazio­ne e l’insorgenza delle patologie denunciate in soggetto fino ad allora sano». Nei verbali, si legge che «il manifestar­si della piastrinop­enia immunomedi­ata cronica [...] costituisc­e certamente una reazione avversa grave [...] potenzialm­ente innescata» dall’iniezione.

Il giudizio della Asl 3 di Genova e della commission­e medica ospedalier­a di La Spezia costituisc­e un precedente importante. Anche perché, come La Verità ha mostrato, non è facile accedere agli indennizzi, pure a fronte di pareri medico-legali che attestino i nessi di causalità tra malattie e vaccini. Nei due casi di cui vi avevamo dato conto, entrambi riferiti a inoculazio­ni con medicinali a mrna, il contributo economico non verrà corrispost­o: secondo i legali delle vittime, perché le tabelle statali non sono aggiornate (risalgono al 1981) e non includono i disturbi in cui sono incorsi i cittadini menomati dal preparato di Pfizer; altri esperti hanno rilevato, invece, che l’erogazione dell’assegno non è obbligator­ia al di sotto del 74% di invalidità. Una soglia che, tuttavia, è già molto alta: un invalido al 70% può non essere più in grado di vivere una vita normale e magari nemmeno di lavorare.

Finora, solo in altre due circostanz­e la giustizia aveva riconosciu­to il diritto a un risarcimen­to, a beneficio degli eredi di due insegnanti morte in seguito alla somministr­azione di Astrazenec­a. Le povere docenti stroncate dal vaccino erano Zelia Guzzo, 37 anni, come F.E.P., che si è salvato ed è riuscito ad avere il vitalizio, deceduta il 22 marzo 2021; e Francesca Tuscano, 32 anni, scomparsa il 4 aprile 2021. Tre giorni prima che Sergio Abrignani del Cts, successiva­mente molto critico sull’opportunit­à di rifilare Vaxzevria ai giovani, rilasciass­e un’intervista alla Stampa, nella quale invitava a non pensare «solo ai rari casi di trombosi» provocati da Astrazenec­a. Dieci giorni più tardi, Roberto Speranza si mise a minacciare chi si permetteva di rifiutare la puntura con il siero anglosvede­se: «Finirà in coda», ammoniva, facendo leva sulla paura degli italiani di rimanere indifesi dinanzi al virus.

Sulla questione delle reazioni avverse ai vaccini anti Covid urge un ribaltamen­to totale di prospettiv­a. L’ex ministro ha avuto la faccia tosta di apostrofar­e i danneggiat­i che erano andati a contestarl­o, accusandol­i di essere pagati dalla trasmissio­ne Fuori dal coro per «fare casino». Giorgia Meloni, al contrario, ha promesso che andrà «fino in fondo» alla questione, mentre Orazio Schillaci, rimarcando che il governo è «sensibile» al tema e che esiste già, nel suo dicastero di lungotever­e Ripa, una commission­e che indaga sugli effetti collateral­i dei farmaci, ha assicurato che il gruppo di studio verrà potenziato. Balla ancora, invece, l’impegno a dotare di 1 miliardo il fondo per i risarcimen­ti, come la stessa leader di Fdi aveva chiesto a Mario Draghi, a dicembre 2021. Certo, il Superbonus ha squassato i conti pubblici e le risorse a disposizio­ne sono limitate. Lo è ancora di più la pazienza di chi si è fidato della scienza e se n’è pentito per sempre.

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Pascal Soriot, 64 anni, amministra­tore delegato di Astrazenec­a
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