La Verità (Italia)

Quel Parma di Malesani al vertice dell’europa

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■ L’italia non vince l’europa League da 25 anni: allora si chiamava Coppa Uefa, era il 12 maggio del 1999 e a siglare l’impresa fu il Parma: speriamo sia di buon auspicio per un’altra splendida provincial­e del nostro calcio di oggi, l’atalanta, che mercoledì proverà a ripetere l’impresa contro il Bayer Leverkusen. Quel Parma, allenato da Alberto Malesani, era una squadra bella da guardare e fortissima, con fuoriclass­e del calibro di Buffon , Thuram , Cannavaro, Veron , Chiesa , Crespo. Una squadra costruita dalla famiglia Tanzi per conquistar­e il campionato, che però fu poi vinto dal Milan di Zaccheroni . Perché quel Parma volava nelle coppe (lo stesso anno vinse anche la Coppa Italia) ma in A nel 1998-99 terminò la stagione al quarto posto e al quinto nel 1999-2000. L’anno dopo, Malesani fu addirittur­a esonerato: i Tanzi (che con Nevio Scala avevano già conquistat­o una Coppa Uefa e una Coppa delle Coppe), volevano soprattutt­o arrivare a quello scudetto che in Emilia ha vinto solo il Bologna. A quella squadra mancava un po’ di cattiveria. Con quell’organico (c’erano anche Sensini, Dino Baggio, Boghossian) lo scudetto si poteva vincere, emulando la favola della Sampdoria, culminata nel tricolore dopo le vittorie nelle coppe.

Il cammino del Parma in Coppa Uefa, però, fu esaltante. Nei quarti surclassar­ono (6-0) il Bordeaux e in semifinale vinsero contro l’atletico Madrid sia in Spagna che al Tardini. Persino la finale di Mosca, contro l’olympique Marsiglia, per la squadra di Malesani, incapace di interpreta­re un calcio conservati­vo, fu una formalità: 3-0 già a inizio ripresa, grazie a Crespo, Vanoli eachiesa, capocannon­iere del torneo.

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di CESARE LANZA

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