La Verità (Italia)

All’epoca i dem lodavano l’avvocato «Vittoria, abbiamo salvato l’italia»

Zingaretti elogiava l’esecutivo. Gualtieri: «Una risposta alla chiamata della Storia»

- di FRANCESCO BONAZZI

■ Luglio 2020: la Storia chiama, il Pd risponde. E che risposta. «Il centrosini­stra ha salvato l’italia», come disse l’allora segretario Nicola Zingaretti. E così quei 209 miliardi del Recovery Fund, sbandierat­i come una spettacola­re vittoria dell’italia in Europa, diedero fiato alle trombe dell’ex partitone rosso. «Ora portiamo l’italia nel futuro», annunciava il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Mentre i più cauti, come Enrico Letta, o i più menagrami, come Roberto Speranza, si limitavano a dire che comunque serviva a tutti i costi il Mes. In ogni caso, fu gioia grande e scattò la gara a sbrodolars­i. In festa anche Paolo Gentiloni, commissari­o Ue agli Affari economici, che oggi ammette candidamen­te che

tutta quella manna ce l’assegnò «un algoritmo».

L’accordo tra i leader europei sul Recovery Fund viene raggiunto il 18 luglio e, come sottolinea­va l’ex premier Gentiloni, «è una decisione storica, la più importante sul piano economico dopo l'introduzio­ne dell’euro» (intervista a Repubblica, 24 luglio 2020). E fin qui, ci si può stare. Ma il primo a cui scappa la frizione, travolto dall’euroentusi­asmo, è il compagno Zingaretti. Alla vigilia della firma, mentre il premier Giuseppe Conte tratta a Bruxelles, l’allora segretario del Pd parla alla Patria: «Tutto il Paese deve stringersi intorno a questo tentativo italiano per il lavoro e lo sviluppo». Il 21 luglio sentenzia via twitter che: «L’europa c’è ed è più forte e vicina alle persone. Un’europa popolare. Grande battaglia del governo Conte e bella vittoria per l’italia». Poi ci riflette alcuni giorni e alla direzione del Pd del 7 settembre ha praticamen­te le visioni: «Ora ci sono 209 miliardi del Recovery, il programma Sure e anche il Mes… dobbiamo definire i progetti». Inebriato dai fantastili­oni, il Churchill della Pisana aggiunge: «Io credo che a parte le chiacchier­e il centrosini­stra ha salvato l’italia».

Sua degna spalla in quei giorni vanaglorio­si è Gualtieri.

L’allora ministro dell’economia ha fatto a lungo l’eurodeputa­to e conosce bene i meccanismi di bilancio europei. Insomma, forse la storia dell’algoritmo un po’ l’avrà anche intuita, ma fa finta di nulla. Per Gualtieri «l’europa risponde alla chiamata della Storia» e l’italia «con i 209 miliardi ha un’opportunit­à unica di rilancio per un’economia più sostenibil­e, digitale e inclusiva» (dichiarazi­oni al Tg3 del 19 luglio 2020). Difficilme­nte

avrebbe potuto scegliere meglio tre aggettivi per definire l’eurofuffa in economia. In quei giorni, l’allora inquilino di Via XX Settembre ha però tentato di usare i famosi 209 miliardi per dire che comunque, «in attesa», si dovevano chiedere anche i miliardi del Mes. L’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, non è il tipo che inviterest­i a una festa e infatti è stato l’unico del Pd a non stappare la bottiglia. «Dobbiamo investire urgentemen­te nel sistema sanitario […] se necessario anche con ulteriore deficit, ma meglio il Mes perché i soldi arrivano subito, mentre con il Recovery, se va bene, li vediamo nel 2021» (intervista alla Stampa, 25 luglio).

E però, se si eccettua l’ex segretario Letta, che evita i trionfalis­mi e perora il Mes, nel partito la gioia è tanta. Perfino l’ex tesoriere Antonio Misiani, promosso viceminist­ro dell’economia, si lascia anda

re: «L’italia è il primo beneficiar­io del Recovery Fund e questa è la prima notizia» (22 luglio). Non manca la voce di Dario Nardella, sindaco di Firenze, che usa Twitter come il bar dello sport: «Ottima notizia sul Recovery Fund: si è trovata l’intesa a Bruxelles e arrivano 209 miliardi all’italia. Grazie al grande lavoro del governo e a Paolo Gentiloni per questo risultato». E le agenzie bolognesi non possono fare a meno di raccoglier­e le parole della futura leader Elly Schlein: «Ci sono fondi senza precedenti, risorse proprie e bilancio rafforzato, orientati alla transizion­e ecologica e digitale». Mentre alla Camera, Enrico Borghi, dopo aver ascoltato la relazione del premier Conte, estende la «vittoria» a tutto il Pd: «Il cambiament­o sul piano europeo, dopo i balbettii e i silenzi iniziali, è stato anche per opera nostra, e il lavoro paziente tessuto per mesi è stato decisivo per costruire quella rete di alleanze indispensa­bile per ottenere dei risultati» (24 luglio).

Ma poi, alla fine, come se li è giocati tutti questi miliardi il Pd? L’ex ministro Andrea Orlando, un anno dopo, nel lanciare la candidatur­a di Gualtieri a sindaco di Roma, sostiene: «Il Recovery è anche frutto del suo impegno […] Roberto è una di quelle tre, quattro persone che sono state determinan­ti per conquistar­e le risorse per ripartire dopo il Covid» (19 giugno 2021). Il 15 ottobre 2021, a due giorni dalle elezioni, Gualtieri lancia l’ultimo appello e promette che, anche con le risorse del Recovery Plan, nei primi cento giorni «puliremo Roma». A proposito di visioni.

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EX SEGRETARIO Nicola Zingaretti, alla testa del Pd fino al 2021 [Ansa]

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