All’epoca i dem lodavano l’avvocato «Vittoria, abbiamo salvato l’italia»
Zingaretti elogiava l’esecutivo. Gualtieri: «Una risposta alla chiamata della Storia»
■ Luglio 2020: la Storia chiama, il Pd risponde. E che risposta. «Il centrosinistra ha salvato l’italia», come disse l’allora segretario Nicola Zingaretti. E così quei 209 miliardi del Recovery Fund, sbandierati come una spettacolare vittoria dell’italia in Europa, diedero fiato alle trombe dell’ex partitone rosso. «Ora portiamo l’italia nel futuro», annunciava il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. Mentre i più cauti, come Enrico Letta, o i più menagrami, come Roberto Speranza, si limitavano a dire che comunque serviva a tutti i costi il Mes. In ogni caso, fu gioia grande e scattò la gara a sbrodolarsi. In festa anche Paolo Gentiloni, commissario Ue agli Affari economici, che oggi ammette candidamente che
tutta quella manna ce l’assegnò «un algoritmo».
L’accordo tra i leader europei sul Recovery Fund viene raggiunto il 18 luglio e, come sottolineava l’ex premier Gentiloni, «è una decisione storica, la più importante sul piano economico dopo l'introduzione dell’euro» (intervista a Repubblica, 24 luglio 2020). E fin qui, ci si può stare. Ma il primo a cui scappa la frizione, travolto dall’euroentusiasmo, è il compagno Zingaretti. Alla vigilia della firma, mentre il premier Giuseppe Conte tratta a Bruxelles, l’allora segretario del Pd parla alla Patria: «Tutto il Paese deve stringersi intorno a questo tentativo italiano per il lavoro e lo sviluppo». Il 21 luglio sentenzia via twitter che: «L’europa c’è ed è più forte e vicina alle persone. Un’europa popolare. Grande battaglia del governo Conte e bella vittoria per l’italia». Poi ci riflette alcuni giorni e alla direzione del Pd del 7 settembre ha praticamente le visioni: «Ora ci sono 209 miliardi del Recovery, il programma Sure e anche il Mes… dobbiamo definire i progetti». Inebriato dai fantastilioni, il Churchill della Pisana aggiunge: «Io credo che a parte le chiacchiere il centrosinistra ha salvato l’italia».
Sua degna spalla in quei giorni vanagloriosi è Gualtieri.
L’allora ministro dell’economia ha fatto a lungo l’eurodeputato e conosce bene i meccanismi di bilancio europei. Insomma, forse la storia dell’algoritmo un po’ l’avrà anche intuita, ma fa finta di nulla. Per Gualtieri «l’europa risponde alla chiamata della Storia» e l’italia «con i 209 miliardi ha un’opportunità unica di rilancio per un’economia più sostenibile, digitale e inclusiva» (dichiarazioni al Tg3 del 19 luglio 2020). Difficilmente
avrebbe potuto scegliere meglio tre aggettivi per definire l’eurofuffa in economia. In quei giorni, l’allora inquilino di Via XX Settembre ha però tentato di usare i famosi 209 miliardi per dire che comunque, «in attesa», si dovevano chiedere anche i miliardi del Mes. L’allora ministro della Salute, Roberto Speranza, non è il tipo che inviteresti a una festa e infatti è stato l’unico del Pd a non stappare la bottiglia. «Dobbiamo investire urgentemente nel sistema sanitario […] se necessario anche con ulteriore deficit, ma meglio il Mes perché i soldi arrivano subito, mentre con il Recovery, se va bene, li vediamo nel 2021» (intervista alla Stampa, 25 luglio).
E però, se si eccettua l’ex segretario Letta, che evita i trionfalismi e perora il Mes, nel partito la gioia è tanta. Perfino l’ex tesoriere Antonio Misiani, promosso viceministro dell’economia, si lascia anda
re: «L’italia è il primo beneficiario del Recovery Fund e questa è la prima notizia» (22 luglio). Non manca la voce di Dario Nardella, sindaco di Firenze, che usa Twitter come il bar dello sport: «Ottima notizia sul Recovery Fund: si è trovata l’intesa a Bruxelles e arrivano 209 miliardi all’italia. Grazie al grande lavoro del governo e a Paolo Gentiloni per questo risultato». E le agenzie bolognesi non possono fare a meno di raccogliere le parole della futura leader Elly Schlein: «Ci sono fondi senza precedenti, risorse proprie e bilancio rafforzato, orientati alla transizione ecologica e digitale». Mentre alla Camera, Enrico Borghi, dopo aver ascoltato la relazione del premier Conte, estende la «vittoria» a tutto il Pd: «Il cambiamento sul piano europeo, dopo i balbettii e i silenzi iniziali, è stato anche per opera nostra, e il lavoro paziente tessuto per mesi è stato decisivo per costruire quella rete di alleanze indispensabile per ottenere dei risultati» (24 luglio).
Ma poi, alla fine, come se li è giocati tutti questi miliardi il Pd? L’ex ministro Andrea Orlando, un anno dopo, nel lanciare la candidatura di Gualtieri a sindaco di Roma, sostiene: «Il Recovery è anche frutto del suo impegno […] Roberto è una di quelle tre, quattro persone che sono state determinanti per conquistare le risorse per ripartire dopo il Covid» (19 giugno 2021). Il 15 ottobre 2021, a due giorni dalle elezioni, Gualtieri lancia l’ultimo appello e promette che, anche con le risorse del Recovery Plan, nei primi cento giorni «puliremo Roma». A proposito di visioni.