La Verità (Italia)

«Feci il primo annuncio della Rai a colori e la politica si divise anche su quello»

L’ex signorina buonasera: «La Malfa temeva che i nuovi televisori avrebbero rovinato gli italiani. Intervista­re Ungaretti fu un onore. Corrado mi fece cadere per fare show»

- di ROBERTO FABEN

■ Se si moltiplica­no le volte in cui Rosanna Vaudetti è entrata nelle case degli italiani attraverso il piccolo schermo, con i ricordi che i telespetta­tori conservano di lei, il prodotto è quello che, in matematica, si definisce infinito. È riuscita a colpire tutti, dallo sconosciut­o telespetta­tore fino ad Alberto Sordi, inventore dello slogan «Vaudetti, annunci perfetti!», e Massimo Troisi, che la pretese per un suo film profetico. Come «signorina buonasera», definizion­e coniata pare da Achille Campanile, ha annunciato l’evoluzione dei tempi ma anche del tempo, aggiornand­o sullo stato del cielo sopra la nazione. Come conduttric­e di programmi, ha spaziato dalla musica pop a quella lirica e bandistica, dai Giochi senza frontiere alla gastronomi­a, dall’arte ai David di Donatello del cinema, dagli amici animali ai contenuti di fede, come Le ragioni della speranza (1986). Ma il garbo e la piacevolez­za della «signora fortuna» la Rai continua a tenerseli ben stretti, affidandol­e la rubrica «La posta del cuore» in Bellama’, su Rai 2.

Laureata in scienze politiche…

«Sì, alla Sapienza di Roma. Avevo cominciato, poi interrotto, ma sono riuscita a finirla».

Argomento della tesi? «La Commission­e parlamenta­re di vigilanza della Rai».

Pensava di fare la giornalist­a?

«Sì, scrivevo sulla Vo c e adriatica ma anche per Settimana tv, Sorrisi & Canzoni ,e qualcosa per Il Messaggero.

Ma i giornali pagavano pochissimo. In Rai mi offrirono di passare a giornalist­a. Noi annunciatr­ici però avevamo lo stipendio base, più un’altra metà, perché apparivamo in video. Nel frattempo, purtroppo, morì mio padre, il 4 dicembre del 1961, a 67 anni, per cui non avevo più le spalle coperte e così ho preferito continuare con questo lavoro».

Tuttavia, in Rai, intervistò nientemeno che Giuseppe Ungaretti.

«Sono entrata in Rai vincendo un concorso nazionale e mi mandarono a Torino. Là c’erano pochi annunci e cominciai “alla rovescia”, facendo la conduttric­e. Conducevo una trasmissio­ne di un’ora,

Amico libro, settimanal­e, dedicata ai ragazzi. Ebbe ospite Ungaretti. Fu meraviglio­so per una ragazza che veniva dai banchi del liceo, trovarsi a intervista­rlo».

Cosa la colpì di quella intervista?

«Lui parlò della sua infanzia in Africa e mi rimase molto impressa una sua poesia, recitata con quella sua voce che stregava: “Una donna s’alza e canta / La segue il vento e l’incanta / E a terra la stende / Il sogno vero la prende…» (Canto beduino, ndr)».

La conosce tutta a memoria.

«Gli feci anche un ritratto a matita e glielo regalai».

Che ricordo serba di sua madre e di suo padre?

«Un ricordo meraviglio­so. Mia madre amava la lirica, le operette e le poesie, che recitava sempre a memoria. In casa trovavo i libri che leggeva, di Sibilla Aleramo, di Alba de Céspedes... Mio padre, da giovane, a Torino fu produttore di film, che ebbero poca fortuna, e poi fece l’esercente cinematogr­afico».

Prima di entrare in Rai guardava la television­e?

«L’abbiamo comprata molto tardi. Andavamo ogni sera al cinema e a teatro. La television­e era un po’ il nemico, il nuovo che sopravanza­va. Ma quando dissi a mio padre di aver vinto una borsa di studio Rai a Firenze, mi disse “brava, la tv è l’avvenire”...».

Poi i suoi la guardavano apparire sul piccolo schermo?

«Sì, volevano sempre vedermi, era un modo per stare in contatto. Poi, ad Ancona, avevo un grande seguito, tra le amiche. Nella soap opera Il paradiso delle signore, che va in onda tutti i pomeriggi su Rai 1, ambientata negli anni Sessanta, volevano un personaggi­o reale dell’epoca. Hanno pensato a Rosanna Vaudetti. Mi ha interpreta­to Rebecca Sisti e ho dato i miei vestiti degli anni Sessanta».

Lei è stata tra le prime annunciatr­ici del Secondo canale.«noi, Gabriella Farinon, Maria Grazia Picchetti e le altre, siamo entrate tutte con l’avvento del Secondo. L’annuncio inaugurale fu dato, da Roma, da Aba Cercato, il 4 novembre 1961. A seguire, io feci il primo annuncio da Torino, La tv dei ragazzi».

Le è mai capitato di commuovers­i durante un annuncio?

«Come spettatric­e, nel senso che avevo annunciato Cime tempestose. Mi sono commossa e alla fine del film piangevo. Poi ho sentito il cicalino che mi chiamava all’annuncio mentre ero in lacrime. Ma penso che anche chi seguì il film piangesse e quindi non ci abbia fatto caso».

Fu suo il primo annuncio Rai a colori, il 26 agosto 1972, per le Olimpiadi di Monaco di Baviera.

«Ero all’estero per condurre Giochi senza frontiere. Rientrai in Italia, feci un provino e fui scelta. C’era una diatriba politica. Una parte del Parlamento voleva il colore e un’altra no. Andreotti era favorevole. La Malfa temeva che, per acquistare i tv color, la gente s’indebitass­e. Fecero un compromess­o: solo un’annunciatr­ice a colori su un canale, la Rete 2. Le altre in bianco e nero sul primo. Ma, dal primo gennaio 1977 le trasmissio­ni iniziarono veramente a colori (annunciò l’evento Maria Grazia Picchetti, in bianco e nero, ndr)».

Come fu scelto il suo abito per quell’annuncio?

«Piero Turchetti mi disse che serviva un vestito bianco con un tocco di rosso. Telefonai alla mia stilista e lo ebbi. Ora si trova al museo della radio e della television­e di Torino, fra due televisori, uno in bianco e nero e uno a colori. La tv in bianco e nero era la tv dei sogni, le sue figure sembravano irreali, quasi si pensava non fossimo veri. Con il colore ha preso piede la tv della realtà, fino ai reality di oggi».

Voi annunciatr­ici scandivate i ritmi delle giornate. Queste figure sono scomparse nel 2018. Segno di una spersonali­zzazione della tv o cambiament­o dei tempi?

«Certo, è un segnale del cambiament­o dei tempi, ma anche di un’evoluzione. Noi non ci rendevamo conto di avere un’importanza nella storia della vita comune degli italiani. Quella era una tv familiare, delicata, forse edulcorata, che rappresent­ava la realtà come avremmo voluto che fosse. Quella tv che diceva “abbassate il volume che potreste dar fastidio al proprio vicino di casa”, non esiste più. Adesso, secondo me, non sono più i tempi per le annunciatr­ici».

A Un disco per l’estate affiancò Mike Bongiorno. Fece qualche gaffe?

«Mike era un amico di famiglia e di mio marito, uscivamo insieme a teatro. Fu lui ad annunciare in tv la nascita del mio primo figlio, a Giochi in famiglia. Il regista era mio marito. La trasmissio­ne iniziò con un grande fiocco, in bianco e nero, ma era azzurro. Disse: “Al nostro regista è nato un bambino, gliel’ha portato…”, io pensavo dicesse “Rosanna Vaudetti”, ma disse “un angioletto”, perché non gli veniva il mio nome. Mike è Mike».

E Pippo Baudo, con cui lavorò a Domenica in?

«Quando arrivò in via Teulada ed era ancora sconosciut­o, venne al trucco, mi chiese l’autografo, pensando che fossi una famosa. Invece anch’io ero agli inizi. Ci mettemmo a ridere».

Corrado invece? In un’intervista al Corriere del 2011, Nicoletta Orsomando, disse di lui: «A volte era terribile, ti diceva le cose più cattive, se le pensava».

(sorride) «Davvero? Io ho un ricordo molto carino di Corrado, sempre spiritoso. Certo, faceva i dispetti, ma per fini di spettacolo. Una volta, invece di darmi l’annuncio, mi passò un foglio bianco, un’altra mi fece cadere dal panchetto. Tutti scherzi… Era molto semplice, naturale».

Con la Orsomando viaggiavat­e insieme…

«Sì, con Nicoletta c’era un rapporto particolar­e. Era una grandissim­a amica, le voglio tanto bene e lei ne voleva tanto a me. Siamo state nei Paesi Baltici, a San Pietroburg­o, in Portogallo, a fare dei pellegrina­ggi. Mi manca moltissimo».

Vogliamo ricordare Roberta Giusti e Beatrice Cori, prematuram­ente scomparse?

«Roberta deliziosa, piena di sogni, di un entusiasmo contagioso. Ha sofferto tantissimo. Ogni tanto mi rivolgo a lei e la prego, sono sicura che ci segue sempre e ci ascolta. Beatrice molto bella, marchigian­a come me. Poteva sembrare un po’ superficia­le, ma era conscia dell’importanza della spirituali­tà».

Lei che rapporto ha con la spirituali­tà?

«Sono cattolica, apostolica, frequento e, grazie al Cielo, ho fede».

Ha presentato una trasmissio­ne con Papa Wojtyla.

«Ho presentato tre volte dalla sala Nervi in Vaticano e una volta proprio con il Papa, insieme. Era in occasione del Giubileo dei ragazzi, credo del 1983. La versione teatrale di Marcellino, pane e vino fu preceduta da questa presentazi­one con bambini di tutte le etnie. Ne ho un ricordo bellissimo, il Papa aveva già subito l’attentato, era dimagrito, eppure sorrideva, era sorretto dalla fede».

Nel 1982 Massimo Troisi la coinvolse, con altri personaggi famosi della tv, nel film Morto Troisi, viva Troisi! Conosceva già Troisi?

«Non lo conoscevo, fu lui a cercarmi. Non sapevo che fosse così gravemente ammalato e ha messo in scena il suo funerale. A distanza di tempo, quando ho saputo che era morto davvero, mi ha molto commosso, anche il suo modo di affrontare la vita e la malattia, bravo!».

Quella con suo marito, Antonio Moretti, mancato nel 2020, è stata un’unione perfetta, durata 55 anni. È vero che le chiese di sposarla al primo appuntamen­to?

«Sono stata fortunata. Prima di incontrarl­o lo sognai.

Forse perché l’avevo già adocchiato. Mi chiese: “Perché non ci sposiamo?”. Io, pensando a Caccia al ladro, con Gary Grant e Grace Kelly, dove lei lo bacia e se ne va, feci la stessa cosa. Il giorno dopo mi disse: “Era un sì o un no?”. Risposi: “Un sì”. Dopo tre mesi ci siamo sposati a Milano in una cappella dei frati di Terra Santa, in corso Sempione, vicino alla Rai».

In quelle indimentic­abili finalissim­e del 6 gennaio di Canzonissi­ma , distribuiv­a una pioggia di milioni di lire. E dopo che facevate?

(Ride) «Prendevamo la scopa e andavamo a fare i regali ai bambini, scendendo dai camini».

“Quella tv familiare e delicata, che diceva “abbassate il volume per i vostri vicini”, non esiste più

“Troisi mi volle con sé per mettere in scena il suo funerale Realizzò un addio ” commovente

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CAVALCATA Dall’alto, in senso orario: Rosanna Vaudetti, 86 anni, con Mike Bongiorno; l’annuncio a colori; il presente [Ansa]
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