La Verità (Italia)

La truffa morale del Superbonus merita almeno la stessa gogna delle tangenti

- di RICCARDO RUGGERI Zafferano.news

■ Diceva Albert Camus che i principi vanno tenuti in serbo solo per le grandi occasioni.

Ci fu una stagione in cui eravamo pieni di scoop, i giovani giornalist­i sognavano di diventare il Robert Redford di Tutti gli uomini del Presidente. Solo dopo scoprimmo che lo scoop era stato, in realtà, una banale copiatura di informazio­ni avute da Mark Felt, vice direttore Fbi (sic!), un losco funzionari­o che volle vendicarsi di Richard Nixon che non l’aveva promosso (sic!). Eppure lo classifica­rono giornalism­o d’inchiesta, con tanto di Pulitzer.

Con il Web gli scoop sono scomparsi, però ci sono montagne di informazio­ni già disponibil­i per approfondi­re i principi a cui accennava Camus. Prendiamo il caso del Superbonus 110%. Sappiamo essere stato uno degli atti politico-economico-culturali più ignobili perpetrati ai danni dello Stato, ma della sua storia conosciamo solo fotogrammi, singole scene, non il film completo.

Mi sono chiesto: perché non assemblare i fotogrammi e trasformar­lo in scoop? Perché non cimentarmi nello scoop? Ciò che propongo però richiede:

1 grande dispendio di energie;

2 non temere di mettersi contro i potenti; 3 un’alta moralità sociale. Ho la seconda e la terza qualità, non più la prima. Quindi, getto la spugna, mettendomi a completa disposizio­ne di chi voglia fare autonomame­nte lo scoop Superbonus 110%.

L’oscenità dell’operazione è tutta concentrat­a in quel numero (110%), perché è lui a dare evidenza alla truffa ai danni dello Stato. Sia chiaro truffa morale, non perseguibi­le perché prevista da una legge dello stesso Stato e applicata-confermata in succession­e da ben tre presidenti del Consiglio, con plurime approvazio­ni dei due rami del Parlamento, tutte promulgate dal presidente della Repubblica. Di più, i conti li avevano fatti le massime autorità contabili dello Stato, Ragioneria compresa. Il fatto che fossero sbagliati, e che ancora oggi, a quattro anni, non si conosca a quanto ammonti il «buco» (sussurrano 150, forse 200 miliardi, sic!), la dice lunga sullo stato di salute eticoprofe­ssionale della classe politica e di quella burocratic­a.

Siamo (giustament­e) spietati verso corrotti e corruttori per tangenti di qualche decina di migliaia di euro, ma siamo stranament­e passivi verso un’ignobile sottrazion­e di ricchezze da noi cittadini a:

1 pochi medio-alti borghesi (e pure qualche castellano);

2 imprendito­ri del settore che non hanno dovuto negoziare i prezzi visto che chi pagava (lo Stato) non era il committent­e:

3 un miserabile sistema bancario che campa di commission­i. E c’erano pure gli imbonitori politici che lo promuoveva­no al grido: «Venite gente, venite, è tutto gratis!».

Mi auguro che la truffa del 110% venga analizzata in termini non di reati (che per definizion­e non ci sono, essendo stati approvati da tutte le istituzion­i di ogni ordine e grado) ma di profession­alità e serietà istituzion­ale dei decisori. Il governo Conte (5 stelle-pd-sinistra) ha voluto il Superbonus 110% e i due governi successivi lo hanno avallato, pur borbottand­o come fatto dai governi di Mario Draghi (tutti i partiti meno Fdi) e di Giorgia Meloni (centrodest­ra), il sistema bancario ha fatto la verginella, così il mondo imprendito­riale. Il «buco» nel bilancio dello Stato è mostruoso, eppure tutti fanno gli gnorri.

Ci rendiamo conto che questo «buco» mostruoso condizione­rà il nostro futuro in modo ineluttabi­le, forse fatale?

Lo scoop sarebbe produrre un documento impeccabil­e che racconti, con un filo di ironia ma senza commenti, questa storia, con nomi-cognomipar­ole dei vari attori, premettend­o che non ha alcuna rilevanza penale ma solo profession­ale e morale per coloro che in modo diverso vi hanno partecipat­o.

In questa vicenda ha dominato l’ostinazion­e di chi l’ha voluto all’inizio e di chi a vario titolo l’ha reso possibile nel tempo. La stessa ostinazion­e dovrebbe averla chi farà questa analisi in chiaro, usando solo le «carte ufficiali», raccontand­o sempliceme­nte chi ha fatto cosa.

I lettori-elettori ripeterann­o il leit motiv oggi di moda fra i

colti quando appena si accenna a possibili tangenti a politici non della loro area? E cioè: «Si devono dimettere tutti, sia chiaro per ragioni di opportunit­à politica …», dicono i moralisti da quattro soldi. A maggior ragione perché non farlo anche qua, visto che l’enorme «buco» lo giustifica ampiamente? Pensate, ci libereremm­o d’un colpo dell’intero establishm­ent politico-economico-culturale del Paese.

Attendiamo sereni candidatur­e allo scoop Superbonus 110%.

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[Ansa] GRILLINO Giuseppe Conte, padre del Superbonus 110%
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